16 dicembre 2007

Novità in arrivo...

Dopo il lungo spazio dedicato al grande evento del Campo Scuola Nazionale di psicologia dell'emergenza di Rovereto, riprendono gli aggiornamenti del blog.

1) Vi anticipo che è in corso la messa a punto di un piccolo e gratuito "motore di ricerca", altamente specializzato nelle ricerche di materiali di psicologia dell'emergenza e psicotraumatologia, su cui spero di potervi aggiornare a breve termine.

2) Sto inoltre preparando una breve sintesi di alcune delle riflessioni successive al Campo-Scuola, sul rapporto tra psicologi ed altri enti/istituzioni coinvolti nella gestione dell'emergenza: un aspetto di pratica professionale spesso assai delicato, e verso cui noi psicologi non siamo sempre in grado di... "dare il nostro meglio".

Molto spesso, infatti, nelle situazioni di emergenza (non solo reale, ma anche simulata) il nostro "saper fare" professionale tende a riprodurre troppo spesso i modelli relazionali tipici dell'agire clinico "ambulatoriale", con un setting preciso, delle relazioni di ruolo precise, etc. In emergenza, al contrario, ci dobbiamo muovere secondo logiche e modalità profondamente diverse: non esiste un setting "esterno" e stabile, ma dobbiamo portare con noi un "setting internalizzato" in contesti confusi e inattesi; non dobbiamo "difenderci da interferenze esterne" (che temiamo essere un "vulnus" al nostro intervento), ma al contrario considerare le apparenti fonti di "disturbo esterne" (forze dell'ordine, personale di soccorso, istituzioni locali, etc.) come "risorse" importanti, e gestire quindi al meglio le nostre relazioni "sul campo" con le altre figure istituzionali/enti di soccorso...

Si tratta di temi essenziali nella preparazione e formazione degli psicologi dell'emergenza, che però troppo spesso sono ignorate e "messe in secondo piano" nei mille corsi formativi che vengono proposti dai vari provider pubblici e privati.
Ma nella formazione "all'emergenza" è spesso più importante capire come rapportarsi correttamente con le istituzioni, come gestire i rapporti sul campo ed in tempo reale con i Carabinieri ed i Vigili del Fuoco, conoscere - almeno livello basico - le sigle, le procedure e soprattutto le "logiche dell'intervento" del personale sanitario del SUEM-118, che sapere a memoria le tarature dell'ennesima scala psicometrica per il PTSD.

Altrimenti si è di fatto "condannati" ad essere disorientati, sostanzialmente incapaci di integrarsi efficacemente nel complesso sistema dei soccorsi, poco abili nell'"aiutare ad orientarsi" i nostri utenti/pazienti - visto che saremo noi i primi ad essere "disorientati" nella complessa situazione organizzativa in cui siamo immersi durante un intervento sul campo.

Ritorna il tema classico, che in questo spazio informativo è stato del resto ripreso spesso: lo psicologo dell'emergenza deve inziare a pensare sè stesso prima come un "operatore del soccorso", e solo "dopo" come uno psicologo.

I corsi di formazione, le associazioni di volontariato, le università devono quindi essere ben consapevoli che fornire ai loro allievi/associati adeguate occasioni per apprendere (anche sul campo) come funziona e come è organizzato - realmente e concretamente - lo "scenario operativo degli interventi di emergenza", è tanto importante quanto il fornire informazioni su come si conduce un debriefing o come si organizza un defusing.

... Il che ovviamente non toglie la fondamentale importanza di avere una solida formazione sulle scale psicometriche per il PTSD, sulla conduzione di un debriefing o l'organizzazione di un defusing. Ma, appunto, solo ed esclusivamente all'interno di una ben più complessa ed ampia matrice operativa, di comprensione contestuale più approfondita dell'organizzazione e del senso funzionale degli scenari dell'emergenza.

A prestissimo per gli altri aggiornamenti promessi !
Luca Pezzullo

31 ottobre 2007

Terzo, ampio, commento all'Esercitazione

Riceviamo e pubblichiamo l'attento commento della vice Presidente di PxP Lazio, che avendo figurato come "vittima" durante l'esercitazione, ci porta la sua riflessione e la sua testimonianza sui processi funzionali che l'hanno vista coinvolta.

"UN’ARTE, NON SOLO UNA TECNICA

Uno dei miei migliori docenti della specializzazione nell’Approccio centrato sulla Persona, Chuck Devonshire, delfino di Carl Rogers ed insegnante presso “La Jolla University“ di S.Diego in California, si soffermava spesso con noi studenti su questo concetto: la necessità di acquisire tecniche, del sempre conoscere e saperne di più, ma nella consapevolezza che il nostro lavoro *con la Persona*, nel lungo percorso della Psicoterapia come nel breve incontro che l'emergenza impone, non può che essere anche e soprattutto lo sviluppo di un'attitudine naturale, un’arte del saper ascoltare, del sapersi porre con empatia e rispetto... insomma, UN MODO DI ESSERE, di rogersiana memoria.

Quelle che seguono sono alcune delle riflessioni più importanti che ho fatto dopo la conclusione dell’ ottimo Campo-Scuola di Marco di Rovereto, che ancora una volta ci ha permesso di incontrarci in molti, di tante età, diverse esperienze, diverse provenienze.


Nell'Esercitazione della domenica ho sostenuto il ruolo della madre disperata di una ragazza precipitata dal palco, rimasta priva di sensi e successivamente ricoverata in rianimazione per trauma cranico.

Quando sono stata accompagnata al Posto Medico Avanzato (PMA), ero terrorizzata dall’evento, dall’aver troppo aspettato il soccorso, dal non sapere dove si trovasse mio marito, costretta anche ad assistere alla controversia tra un medico ed uno psicologo che si contendevano mio genero, marito di mia figlia, chiaramente sotto choc, ma non ferito.

Accompagnata nella tenda del Triage sono stata subito travolta dal terzo grado della giovane psicologa che, scheda alla mano, mi chiedeva questo e quello, senza una frase di accoglienza, un "capisco tanto il momento che sta passando, ma sono qui per lei, le farò avere notizie appena ne avremo", e quant'altro sappiamo INDISPENSABILE in situazioni del genere: c’è stato solo il ..."si calmi, stia tranquilla", al quale ho ovviamente risposto malissimo, così come al contatto della sua mano sulle mie gambe, al quale mi sono subito ribellata con un "Non mi tocchi !".

Ho percepito subito la non-attitudine, la mancanza di un minimo di conoscenza di base del come porsi, l’ansia di applicare soprattutto e subito una tecnica... i protocolli di fausta o infausta memoria.

So bene che alcuni dati devono assolutamente essere conosciuti, proprio perché la persona possa essere aiutata di più e meglio, ma è altrettanto necessario che tutti gli psicologi della emergenza siano messi in condizione di avere una preparazione di base almeno relativa al COSA NON FARE O DIRE, forse ancora prima del "cosa fare e dire".

Nel secondo momento, nel quale sono stata accompagnata da altri colleghi nella postazione di sosta ed attesa di notizie del congiunto ferito o peggio, la situazione si è rivelata subito migliore per l’accoglienza ed il supporto offertimi da un altro giovane collega, il quale si è posto nei miei confronti con empatia, tono calmo, emotivamente presente ed accogliente anche sul piano pratico (coperta, acqua, ecc ).

Alle mie continue richieste di vedere mia figlia, di avere notizie, di essere accompagnata all’ospedale da lei, rispondeva con argomenti ragionevoli, cercando di riportarmi alla realtà di una situazione di emergenza nella quale era necessario prima raccogliere i feriti e poi accompagnare i parenti negli ospedali, pur cercando di avere da me notizie relative a qualche parente da contattare.

In questo secondo intervento ho sentito l’attitudine e la conoscenza degli elementi di base dell’intervento psicologico in situazioni di emergenza.

Ciò a cui, invece, mi sono fortemente ribellata come persona sofferente ed impaurita, è stata la pretesa, del resto attivata dal giovane collega solo perché sollecitata da colei che coordinava il gruppo, di trasmettermi informazioni considerate utili in quel momento, quali: "Nei prossimi giorni sarà bene lei mangi leggero, potrebbe soffrire d’insonnia, potrebbe avere balzi d’umore", e così via.

Sono ancora d’accordo sull'utilità di tali notizie da trasmettere... ma vi sembra possibile che una madre terrorizzata, con una figlia in rianimazione, senza sue notizie, senza sapere dove siano il marito e il genero, possa interessarsi a chi le dice che domani dovrà mangiare... "riso in bianco" ?

Ecco di nuovo la tecnica, utile ed indispensabile, ma in ALTRO momento, in ALTRO modo (ben vengano i volantini da porgere con due parole: “So che questo non è il momento perché lei è giustamente tanto preoccupata per sua figlia, ma io le do questo foglietto che lei leggerà, se vuole, quando sua figlia starà meglio, così da conoscere alcune indicazioni che potranno aiutarla ad affrontare i prossimi giorni..."

Conoscere e far uso delle tecniche quindi, delle schede per il Triage (se si modificherà quella per ora proposta sarà solo positivo), ma soprattutto riuscire a trasmettere a tutti noi la consapevolezza che abbiamo di fronte UNA PERSONA IN GRAVE DIFFICOLTA’ PSICOFISICA, alla quale sarà necessario soprattutto offrire presenza, ascolto, rispetto delle emozioni, condivisione e supporto, con lo sguardo, il tono della voce, i silenzi, il vivere le sue emozioni COME SE FOSSERO LE NOSTRE.

Il COME SE è, a mio avviso, la chiave di lettura per ogni incontro tra persone: nell’emergenza, nella quotidianità, nella psicoterapia, in ogni rapporto con gli altri, tanto più se in condizione di sofferenza.

Grazie a tutti coloro che con grande fatica e dedizione ci hanno permesso e speriamo ci permetteranno ancora esperienze tanto significative quanto istruttive.

Ciao, Serena"

Serena Cugini
Vice Presidente "Psicologi per i Popoli - Regione Lazio"

30 ottobre 2007

Un secondo, lungo, commento...

Continuiamo la discussione, con questo ricco contributo che ci arriva da un'altra collega che ha partecipato al Campo di Rovereto.

"Carissimo Luca,
con molto piacere ti invio alcune mie riflessioni nate dall’Esperienza del Campo di Rovereto e che vorrei condividere con te e, attraverso di te, con quanti tra i nostri colleghi volessero farlo nell’ottica di una crescita comune e reciproca.

Innanzitutto vorrei parlarti di un elemento che ha colpito molto la mia attenzione (in verità già dalla passata edizione del Campo Scuola) e che sinceramente non mi convince a pieno: quella bellissima ed enorme scritta PSICOLOGO che ho visto comparire in più punti di alcune divise.

Sicuramente essa comporta il riconoscimento di un ruolo importante quale è quello della nostra professione ma, mi chiedo, non potrebbe essa costituire una barriera tra noi e le persone che vogliamo aiutare in una società che purtroppo ed in modo assolutamente errato vede ancora nello Psicologo una figura a cui ci si rivolge solo se si è “matti”? Pensando a quello che è il mio contesto lavorativo quotidiano, quello dei Soccorritori VVF, ti dico che quando sono arrivata per la prima volta al Comando VVF di Roma, il Comandante mi ha presentato al Personale dicendo “Signori, questa è la Psicologa e starà con voi da oggi”. Inizialmente passavo le mie giornate, quasi completamente ignorata se non guardata come la spia di turno, in completo silenzio in un angolo, senza disturbare ma dimostrando la mia presenza: io c’ero sempre e non indosso alcuna scritta PSICOLOGO ma tutti sanno chi sono e cosa faccio perché frequento e pratico realmente la vita della Caserma (mangio con loro, vado al bar con loro e partecipo ai loro momenti di felicità per la nascita di un figlio e a quelli di tristezza per la perdita di un compagno!). Ho smentito con la mia costanza ed il mio comportamento che non ero e non sono una spia, e che quando hanno bisogno sanno che possono contare su di me ma sinceramente credo che se indossassi una scritta o una divisa particolare molto probabilmente a mensa mangerei da sola!

In secondo luogo vorrei condividere con te una riflessione che ritengo basilare e preliminare a qualunque discorso: siamo pronti per lavorare in emergenza e con le figure che ruotano attorno al sistema emergenza? Beh, io non credo, o meglio, non credo che lo siamo tutti!Molti nostri colleghi parlano di setting strutturato in emergenza e operano, o tentano di operare come se si trovassero nel loro studio!Per farti un esempio concreto, durante la simulazione dell’incidente durante la corsa di rally, una nostra collega con tanto di “tuta psichedelica” e scritta a caratteri cubitali PSICOLOGO si è presentata a quello che doveva rappresentare il centro di accoglienza allestito per i codici verdi accompagnando un simulatore ferito ed ha esordito con il personale addetto all’accoglienza del centro dicendo “La signora necessita di essere medicata, mi hanno detto di portarla qui al PMA”…..come possiamo operare in un contesto delicato e complesso come quello di una emergenza se non lo conosciamo e non sappiamo come muoverci al suo interno?
La prima cosa che ci viene richiesta da chi dirige i soccorsi in situazioni simili, e che credo noi gli dobbiamo garantire anche a tutela e sostegno della nostra professionalità e credibilità, è di non esser un ulteriore problema per loro, ma come possiamo non esserlo se non capiamo neanche di cosa parlano?

Dire di essere uno Psicologo dell’Emergenza è molto più facile che esserlo realmente!!! Concordo pienamente con quanto hai scritto qualche tempo fa sul tuo blog delineando il profilo che secondo te deve essere dello Psicologo dell’Emergenza.

Anche questo punto credo sia tanto più vero se vogliamo essere un supporto per i Soccorritori: quando mi parlano della frustrazione per un tentativo fallito di rianimazione io so di cosa mi parlano, quando mi dicono della sensazione che si prova a stare in una camera piena di fumo dove non vedi niente con l’autorespiratore, io so di cosa mi parlano, ed è proprio per questo che ne parlano con me e non con altri!!!!
Trovo molto interessante che sia stata inserita una simulazione di emergenza nel contesto quotidiano perché sono quelle più frequenti e con cui possiamo più spesso trovarci ad operare!!

Un'ultima riflessione vorrei dedicarla alle parole della Dr.ssa Volpini, della Protezione Civile Nazionale: durante il suo discorso ha sottolineato che "gli psicologi dovrebbero seguire i codici verdi in ospedale"…… ti parlo della realtà di Roma, che è quella che conosco e per cui quindi mi permetto di parlare.
I soccorsi sulla scena sono coordinati dall’Ares 118 per ciò che concerne la Funzione Sanità, di cui noi Psicologi facciamo parte; gli Ospedali sono invece gestiti dalle ASL e hanno nel proprio organico degli Psicologi strutturati contrattualmente, che hanno tra i loro compiti quello della gestione delle situazioni di emergenza, sancito nel Piano di Emergenza per il massiccio afflusso di feriti.
A che titolo uno psicologo esterno all’azienda ospedaliera può entrare ed operare lì? Se è autorizzato e “convenzionato” con l’ARES per intervenire sulla scena, chi lo autorizza ad andare in ospedale?
Spero di essere riuscita ad illustrare quali sono le mie riflessioni che spero stimolino un costruttivo dibattito.
Saluti.
Eleonora Iannarelli"

Convegno Vajont

Faccio una breve parentesi all'argomento in corso: questi sono gli ultimi giorni per le iscrizioni al Convegno Internazionale di Longarone sugli effetti psicologici dei traumi estremi, organizzato dalla Fondazione Vajont.
Maggiori informazioni qui.

Primo commento sull'Esercitazione

Come anticipato, iniziamo la pubblicazione dei primi commenti/analisi che stanno pervenendo. Come preavvertito, prima di metterlo online il testo ricevuto viene formattato e sistemato solo da un punto di vista formale. Gli interventi possono essere inviati firmati o siglati.

"....La simulazione di domenica 14 ottobre mi ha mosso moltissime emozioni.
Ho avuto la sensazione che così non vada. Lo psicologo dell'emergenza finisce per
diventare un personaggio rigido, rischia di diventare bersaglio della rabbia della
gente e basta.
In un evento drammatico si riattiva il sistema motivazionale dell'attaccamento, le
persone hanno bisogno di un legame.
Allora serve:

1) connettere le persone congiunte tra loro (tutti cercavano qualcuno, e gli psico
li trattenevano a forza, mentre volevano la fidanzata, il fratellino, ecc.);

2) mantenere meno persone di riferimento (solo al triage c'erano tre figure, e le
vittime si aggrappavano all'operatore precedente, a cui avevano già detto tutto, e
soffrivano l'ennesimo cambio di mano).

I clown mi parevano fuori luogo, prematuri.
Penso che noi abbiamo mutuato la psicologia dell'emergenza modello americano, ma gli
europei hanno un'altra cultura, anche nella clinica noi abbiamo un'altra scuola.
Fra 10 anni siamo pronti per scrivere un manuale europeo di psicologia dell'emergenza.

Dobbiamo innovare, inventare, cambiare il modello, pensare, non riprodurre.
Ho proprio sentito il disagio delle vittime (bravissimi figuranti!), che si
sentivano sotto sequestro da parte degli psicologi.
Gli psicologi avevano il loro protocollo rigido da fare, ma erano fuori lunghezza d'onda. Le persone vogliono essere aiutate a telefonare a casa loro, ad avere informazioni, a colmare bisogni primari.
Ammaniti ci ha detto che in certi paesi europei c'è una donna che assiste al parto
di donne sole e problematiche , la DULA, e che la sua presenza è preventiva al 100%
di disturbi puerperali successivi. La DULA sta vicino, connette, assiste con cure
materne.
Lo psicologo dell'emergenza può essere una dula?" MCR

29 ottobre 2007

Esercitazione di Rovereto: iniziamo a parlarne !

C'e' molto da dire... !

In merito all'Esercitazione nazionale di Rovereto, tutti gli interessati possono contribuire alla discussione con due modalità: per brevi pareri, si possono aggiungere dei brevissimi commenti direttamente sotto i vari post cui volete riferirvi, cliccando sul piccolo link "commenti".

Per inserire invece pareri articolati, od opinioni più ampie sull'esercitazione,
conviene inviarmi il testo direttamente, con una mail a luca.pezzullo@gmail.com; così ho la possibilità di formattarlo ed inserirlo con "alta visibilità", direttamente sotto forma di post.

Un saluto a tutti,
Luca Pezzullo

Esercitazioni TopOff 2007

In attesa, nei prossimi giorni, di mettere online le prime due revisioni dell'esercitazione nazionale di psicologia dell'emergenza tenuta a Rovereto, segnalo questo interessante articolo di TIME sulla TopOff 2007, la più importante esercitazione antiterrorismo tenuta, biannualmente, negli Stati Uniti. Già in merito alla prima TopOff (1998) erano state sollevate molte polemiche; l'articolo sull'edizione 2007 suscita parimenti molte riflessioni. Buona lettura !

http://www.time.com/time/nation/article/0,8599,1670823,00.html

17 ottobre 2007

Campo di Rovereto: l'avvio della riflessione

...Ed anche quest'anno si è svolto il Campo-Scuola di Psicologia dell'Emergenza di Rovereto, ormai il più importante evento di settore a livello nazionale.
Dal 12 al 14 ottobre, presso l'area addestrativa di Marco di Rovereto (TN), si sono incontrati 300 psicologi dell'emergenza provenienti da tutta Italia, dalle più
diverse esperienze, università ed associazioni professionali; decine di VdS e funzionari della Croce Rossa Italiana; personale dei Vigili del Fuoco e del 118; le rappresentanze istituzionali della PC e della CRI del Trentino, assieme ai vertici
sanitari della Protezione Civile Nazionale... insomma, centinaia di persone rappresentanti i più diversi contesti del soccorso si sono incontrate ed hanno lavorato insieme nel contesto di un Campo "intenso ed intensivo"; Campo che
ormai si è confermato ed è diventato "de facto" l'evento di maggior rilievo nazionale del nostro settore.

L'ottima organizzazione logistica ed operativa dei colleghi di "Psicologi per i Popoli" del Trentino (ospiti eccellenti), le strutture ulteriormente migliorate del Campo, e l'abituale supporto degli Alpini del "Nuvola" ha come al solito permesso
di effettuare l'esperienza di Rovereto in un contesto accogliente e stimolante.

Il programma, assai ricco, ha visto numerosi Laboratori didattici, seminari ed affollate conferenze; domenica mattina, ha avuto luogo una delle più grandi e complesse esercitazioni di psicologia dell'emergenza mai attuate in Italia (con decine di colleghi operanti in uno scenario di elevato realismo).

Esercitazione ed esperienze di grande complessità, che meriteranno nei prossimi giorni un certo spazio per la loro discussione ed analisi su questo blog, in accordo con i gruppi organizzatori dell'evento.

Per ora, invitiamo tutti coloro che hanno partecipato alla "tre giorni" ed hanno pensieri, commenti o analisi da condividere a farlo, inviando un commento al blog od una mail a luca.pezzullo@gmail.com. Tutti i commenti verranno poi sintetizzati ed elaborati su queste pagine.

Un saluto a tutti,
Luca

27 settembre 2007

Diecimila visite, e, prossimamente...

Diecimila visite al sito, duemila in due mesi... grazie a tutti ! :-)

Entro i prossimi giorni, saranno online anche alcune informazioni aggiuntive sul Campo-Scuola, ed una serie di risorse di approfondimento che sto cercando di preparare (il tempo è tiranno !) in relazione ai nuovi approcci psicotraumatologici "in discussione" in queste settimane nelle liste di discussione internazionali.

Luca

22 settembre 2007

Informazioni...

Nei prossimi giorni, seguiranno altre informazioni sul Campo-Scuola di Rovereto. Per ora, potete navigare anche nei mesi precedenti di PsicologiaEmergenza (colonna sulla sinistra, cliccando sul triangolino nero accanto al nome del mese): troverete diverse indicazioni web, materiali bibliografici e riferimenti tecnici in vari settori della psicologia dell'emergenza e della psicotraumatologia, utilizzabili anche per prepararsi al Campo.

Luca

16 settembre 2007

Grafica rinnovata

Dopo un paio d'anni ed i quasi diecimila "hit" raggiunti, provo a sperimentare questa nuova grafica per il blog di Psicologia dell'Emergenza; mi sembra più chiara e funzionale della precedente.
Se avete suggerimenti, lasciate un commento !
Luca Pezzullo

Nota di servizio

Nota di servizio: i programmi dei laboratori inseriti, seguendo l'ordine cronologico, si trovano in senso "inverso" (dal basso verso l'alto), seguendo la pagina. Potete usare la colonna bianca sulla sinistra per "navigarvi" meglio.

Laboratorio/Corso M

CORSO M

Corso base per diventare volontari del soccorso (VdS)della CRI.

Coordinatore del Corso: Sandro Brunialti (Croce Rossa - Trentino)

Con questo corso si intende avviare un percorso che verrà completato a livello delle delegazioni locali della Croce Rossa Italiana per potersi iscrivere e accedere al ruolo di Volontari del Soccorso (VdS) della CRI.

All’interno della CRI è stata attivata una riorganizzazione della presenza degli psicologi per meglio definirne le competenze professionali in ambito di volontariato nei vari scenari dell’emergenza, anche attraverso un coordinamento nazionale.
Non in tutte le nostre regioni sono nate e sono state riconosciute in ambito di Protezione Civile delle associazioni autonome di Volontariato in psicologia dell’emergenza (si veda ad es. Psicologi per i Popoli nelle regioni del Centro-Nord).

La CRI, come altre organizzazioni di soccorso (Croce Verde, Misericordie ecc.) nel partecipare alle operazioni di Protezione Civile può annoverare oggi nelle sue squadre anche degli psicologi.

Ma anche altre frontiere si aprono oggi al volontariato professionale degli psicologi (dipendenti o libero professionisti), ad esempio in ambito delle emergenze quotidiane e delle emergenze internazionali. Grandi organizzazioni come CRI, Misericordie, ANPAS, possono aprire nuovi spazi di presenza anche attraverso l’intermediazione delle nostre associazioni di psicologia e psicologi dell’emergenza, come in occasione di questo Campo Scuola.

Laboratorio/Corso L: BLS

CORSO L

Corso elementare di BLS (basic life support) pediatrico (mattina).
Coordinatore del Corso: Fabio Pederzini (Neonatologia, Ospedale di Trento).
Avvio al BLS per adulti (pomeriggio).
Coordinatore del Corso: Paolo De Pascalis (PxP e CRI-Bologna)


II Supporto di base delle funzioni vitali (Basic Life Support, BLS) consiste nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare (RCP) necessarie per soccorrere un paziente che:
• ha perso coscienza,
• ha una ostruzione delle vie aeree o si trova in stato di apnea per altri motivi,
• è in arresto cardiaco.

L'obiettivo principale del BLS è la prevenzione dei danni anossici cerebrali. Le procedure sono finalizzate a:
• prevenire l'evoluzione verso l'arresto cardiaco in caso di ostruzione respiratoria o apnea,
• provvedere alla respirazione e alla circolazione artificiali in caso di arresto di circolo.

Le procedure di BLS sono standardizzate e riconosciute valide da organismi internazionali autorevoli, che periodicamente provvedono ad una revisione critica e ad un aggiornamento in base all'evoluzione delle conoscenze.

Esiste un manuale, rivolto all'operatore sanitario che contiene gli elementi teorici indispensabili per comprendere i principi e le tecniche di RCP, ma deve essere associato ad un corso di tipo pratico-comportamentale per garantire l'acquisizione delle "abilità" del BLS.

Il metodo BLSP (Basic life Support Pediatric) applica ai bambini (0-8 anni) metodiche specifiche
Nei siti si possono trovare manuali ed altre informazioni.
Ad esempio in:
http://www.anpastoscana.it/pdf/pbls_supporto_vitale.pdf

http://www.humanitas-scandicci.it/formazione/manuali/Avanzato/Il%20BLS%20Pediatrico%20(P-BLS).pdf

http://rls.cli.di.unipi.it/files/PBLS.pdf

Laboratorio K: Tecniche di rielaborazione arteterapeutica degli stress acuti

LABORATORIO K

Tecniche di rielaborazione arteterapeutica degli stress acuti

Coordinatore: Rita Fioravanzo (Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management)

Il laboratorio si svolgerà in forma di Seminario interamente pratico-esperienziale.
Ai partecipanti – in numero max di 20 - sarà dato modo di sperimentare direttamente questa tecnica in un seminario condotto dalla docente.
Per questa ragione requisito per partecipare è di essere disponibile a svolgere del lavoro attivo.
La modalità di svolgimento è quasi interamente non-verbale.
A latere sono previsti 5 posti per osservatori non partecipanti.
Al termine del seminario verranno dati alcuni elementi teorici e metodologici su questa tecnica.
Si consiglia abbigliamento comodo e calze antiscivolo.

Laboratorio J: Tecnologia e Simulate

LABORATORIO J

L'utilizzo delle videoregistrazioni nelle simulate quale momento di riflessione e apprendimento sul primo colloquio in Emergenza.

Coordinatore del laboratorio: Anna Sozzi, anna@soranzo.it (per il Gruppo Emergenze O.P.P e SiPEM Lombardia).


IN ATTESA DEL PROGRAMMA

Laboratorio I: I gruppi di pari tra gli operatori dell’emergenza.

LABORATORIO I

I gruppi di pari tra gli operatori dell’emergenza.

Coordinatore del laboratorio: Luca Pietrantoni (Università di Bologna).


Il laboratorio sarà finalizzato a fornire strumenti e metodologie per analizzare i bisogni psicosociali degli operatori dell'emergenza e facilitare, implementare e valutare un gruppo di supporto tra pari.
Il laboratorio prevede una fase iniziale di esposizione di progetti esistenti e nella seconda un lavoro di gruppo, la discussione di un materiale psicoeducativo rivolto ai soccorritori, la visione di filmati e video e la definizione finale di linee guida.

Prima ora
- Premesse: perché i gruppi di supporto tra pari?
- Le esperienze pionieristiche italiane di gruppi di supporto tra pari nelle organizzazioni che si occupano di emergenza sanitaria, nei Vigili del Fuoco e nelle Forze dell'Ordine.
- Gruppi di supporto tra pari in Europa: il modello RITS di “peer support” danese.

Seconda ora
- Il progetto di supporto tra pari “Cerchio Blu” realizzato presso un organizzazione di polizia italiana; in particolare (a cura del dott. Gabriele Prati, responsabile del progetto e di Graziano Lori, operatore di polizia)
- Esperienze nei Vigili del Fuoco (a cura del dott. Paolo De Pascalis)

Terza ora
- Visione di filmati ( a cura del dott. Luigi Palestini)
- Esercizio sul riconoscimento dei sintomi di traumatizzazione vicaria
- Proposta e diffusione di uno strumento per misurare disagio e resilienza tra i soccorritori
- Discussione di un materiale psicoeducativo rivolto ai soccorritori

Quarta ora
- Gli eventi critici: definizioni, bisogni e competenze psicologiche dei soccorritori
- Caso 1: un soccorritore dopo il rilievo di un incidente con più morti
- Caso 2: un poliziotto ferito in una sparatoria
- Caso 3: un vigile del fuoco dopo la morte in servizio di un collega
- Discussione

Quinta ora
- Nodi critici nei gruppi di supporto tra pari: lavori di gruppo
- Criteri di selezione
- Tipologie di eventi che determinano l'attivazione del gruppo
- Procedure di attivazione del gruppo
- Confidenzialità e riservatezza, dilemmi etici e problematiche giuridiche
- L'effetto di grado e gerarchia sul funzionamento del gruppo di pari
- La valutazione di efficacia del gruppo di pari

Laboratorio H: Il lavoro psicologico con i bambini nelle emergenze. Lo zaino dell’emergenza.

LABORATORIO H

Il lavoro psicologico con i bambini nelle emergenze. Lo zaino dell’emergenza.

Coordinatore del laboratorio: Viviana De Pellegrini (Psicologi per i Popoli – Veneto)

L’intervento di assistenza psicologica ai minori è da considerarsi fondamentale in qualsiasi situazione di emergenza e non solo nelle grandi catastrofi: sappiamo che il mondo dei bambini solitamente è fatto di avvenimenti prevedibili, certi, è fatto di sicurezze, dalla presenza dei genitori, ai ritmi della quotidianità.
Una catastrofe interrompe bruscamente queste sicurezze: nell’evento possono essere morti alcuni parenti o amici, possono aver perduto la loro casa e possono essersi trovati in pericolo di vita, inoltre improvvisamente possono essersi trovati a vivere in un campo di accoglienza, in un ambiente per loro estraneo, che non riconoscono.
Sono cambiamenti improvvisi che portano intense emozioni nei bambini, come paura ed angoscia e reazioni come aggressività, isolamento, presenza di incubi notturni ecc: sono reazioni da considerarsi normali in quel contesto ma che possono, se non affrontate, lasciare nei bambini ferite indelebili.

L’intervento sulla crisi si inserisce in un’ottica di prevenzione all’insorgenza di traumi futuri e vuol dire creare quell’ambiente accudiente che protegga, rassicuri, faciliti la verbalizzazione e la normalizzazione e prepari ad affrontare il futuro.
La costruzione di questo ambiente psicologico di protezione, o centro d’ascolto, rivolto ai minori e la scelta di quali materiali possano essere utili per definire uno spazio di gioco psicologicamente orientato, sono al centro della riflessione proposta all’interno del laboratorio.

La giornata sarà caratterizzata da due momenti: un primo momento di riflessione teorica sulle reazioni psicologiche dei bambini ed adolescenti di fronte alle calamità, su quali sono i principi della comunicazione di crisi con i minori e sul significato psicologico dello Zaino (analisi dei materiali); un secondo momento esperienziale dove, attraverso le simulazioni ci sarà la possibilità di creare concretamente, con i materiali dello Zaino, gli spazi per i bambini.

Laboratorio G: L'intervento nelle emergenze internazionali (Linee-guida IASC)

LABORATORIO G

L'intervento nelle emergenze internazionali alla luce delle “Linee-guida sulla salute mentale e il supporto psicosociale nei contesti di emergenza”

Coordinatore del Laboratorio: Paolo Castelletti (Psicologi per i Popoli – Lombardia)

La pubblicazione, nel febbraio 2007, delle “Linee-guida sulla salute mentale e il supporto psicosociale nei contesti di emergenza” ha rappresentato il culmine del lungo percorso di riconoscimento dell’apporto psicologico nelle emergenze complesse, finalmente definito come intervento prioritario e indispensabile nell’assistenza alle popolazioni colpite da catastrofi naturali o causate dall’uomo.
Ne ha curato la stesura, dopo un lavoro durato oltre due anni, l’Inter-Agency Standing Committee (IASC), organismo creato nel 1992 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e costituito dai tre principali consorzi di ONG, dall’IFRC e dalle principali agenzie della Nazioni Unite.
La bozza del documento è stata quindi sottoposta alla revisione di altre 36 ONG, molte delle quali di PVS, di 29 Istituti Universitari e di 37 Associazioni professionali in rappresentanza del mondo della psicologia e della psichiatria. Il documento che ne è derivato rappresenta dunque uno strumento a dimensione planetaria che raccoglie e sintetizza il lavoro decennale di concettualizzazione svolto da gruppi e organizzazioni diverse, fissando principi destinati a diventare punti di riferimento ineludibili nell’ambito dell’intervento psicologico nelle emergenze complesse.

Il laboratorio che proponiamo intende approfondire il significato e i contenuti delle Linee-guida, attraverso una illustrazione puntuale delle loro articolazioni ed esemplificazioni pratiche tratte da esperienze reali.

N.B.: Il testo delle IASC Guidelines on Mental Health and Psychosocial Support in Emergency Settings è reperibile nel sito http://www.humanitarianinfo.org/iasc/content/default.asp, alla voce "Product".

Laboratorio F: La comunità nelle emergenze

LABORATORIO F

La comunità nelle emergenze: messa in sicurezza e gestione dei processi di cambiamento.

Coordinatore del Laboratorio: Maria Teresa Fenoglio (Psicologi per i Popoli – Torino)

Obiettivi:
1. Sviluppare capacità di ascolto della comunità sofferente attraverso alcune testimonianze (Friuli, Vajont, Belice, Molise: S. Giuliano…)
2. Ricostruire il quadro storico e sociologico delle più importanti calamità italiane e dei loro effetti sulle comunità locali
3. Comprendere che cosa è la comunità: da chi e cosa è composta? Quali le dimensioni sociologiche, psicosociali e antropologiche a cui prestare attenzione? Quali sono gli strumenti per leggerla e mapparla?
4. Comprendere la natura del legame con i luoghi e la comunità, la perdita della comunità e il processo del lutto comunitario
5. Saper costruire una pianificazione integrata per la messa in sicurezza ecologica della comunità. I piani di protezione civile
6. Saper individuare i punti di forza e di debolezza della comunità e lavorare per il rafforzamento e la ricostituzione dei legami comunitari.

Attuazione:
A ciascuna delle finalità sopracitate corrisponderà un fase laboratoriale comprendente una breve presentazione da parte di un relatore, una testimonianza, una esercitazione (lavoro in sottogruppi) e un confronto finale con i partecipanti.

Laboratorio E: L'informazione dei rischi alla popolazione prima, durante e dopo gli eventi

LABORATORIO E

L'informazione dei rischi alla popolazione prima, durante e dopo gli eventi.

Coordinatore del Laboratorio: Rita Di Iorio (Centro Alfredo Rampi, onlus, PSIC-AR)

Nel nostro Paese si registra un ritardo abbastanza preoccupante nella promozione di esperienze e percorsi formativi di preparazione della popolazione alle emergenze ambientali.
Uno dei compiti dello psicologo dell’emergenza è quello di collaborare con le istituzioni di protezione civile e gli enti locali a sviluppare e gestire, dal punto di vista della comunicazione dei rischi e la gestione emotiva dell’emergenza, i piani di intervento alle popolazioni a seconda dei rischi presenti in quello specifico territorio.

Programma del Laboratorio:

• Analisi del problema dal punto di vista psicologico economico e mediatico

• Contenuti della formazione della popolazione alla gestione dei rischi ambientali:

o comunicazione dei rischi pre-durante-dopo l’emergenza
o formazione della popolazione
o esercitazione

• La comunicazione alla popolazione nelle città metropolitane

• Modello globale di intervento

• Descrizione di un’esperienza pratica:
o piano di comunicazione alla popolazione di Prima Porta ( Roma) sul rischio allagamento

• Resoconti di esperienze nel gruppo

• Dibattito e sintesi finale

Laboatorio D: Il piano di intervento psicologico nelle maxiemergenze: dallo scenario al D.E.A. (Dipartimento Emergenza e Accettazione).

LABORATORIO D

Il piano di intervento psicologico nelle maxiemergenze: dallo scenario al D.E.A. (Dipartimento Emergenza e Accettazione).

Coordinatore del Laboratorio: Danila Pennacchi (Az. Osp.San Camillo-Forlanini Roma)

- “Il gruppo degli psicologi del SSR del Lazio” – Dr.ssa Danila Pennacchi-Az.Osp. S.Camillo-Forlanini di Roma
- “Criteri di massima sugli interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi” – Dr.ssa Giulia Marino – Dipartimento Nazionale Protezione Civile
- “L’organizzazione dell’intervento psicologico nel sistema extraospedaliero”- Dr.ssa Alessandra Ceracchi-ARES 118 Lazio
- “L’organizzazione dell’intervento psicologico nel sistema ospedaliero” – Dr.ssa Pamela Bruni-Policlinico Universitario Ospedaliero Umberto I di Roma; Dr.ssa Regina Rodriguez Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma; Dr.ssa Danila Pennacchi-Az.Osp. S.Camillo-Forlanini di Roma
- “Il triage con gli adulti: dallo scenario al DEA. Metodo e scheda di triage”- Dr.ssa Luisa De Bellis e Dr.ssa Mariagrazia Santinelli- Az. Osp. S. Filippo Neri di Roma
- “Il triage con i minori: dallo scenario al DEA. Metodo e scheda di triage”- Dr.ssa Angela Rossi-Ospedale Bambino Gesù di Roma; Dr.ssa Alessandra Ceracchi- ARES 118 Lazio; Dr.ssa Flavia Appodia; Dr.ssa Serenella Gagliardi
- “L’intervento informativo: proposta di un opuscolo” Dr.ssa Luisa De Bellis- Az. Osp. S.Filippo Neri Roma
- “L’esperienza di una maxiemergenza negli ospedali: l’incidente della metropolitana di Roma” Dr. Piero Gaspa – Az. Osp. S.Giovanni-Addolorata di Roma; Dr.ssa Pamela Bruni- Policlinico Universitaro Ospedaliero Umberto I Roma

Laboratorio C: Emergenze Collettive

LABORATORIO C

Emergenze collettive: (parte prima) dalla valutazione dell’impatto psicosociale all’esame del danno psichico ed esistenziale del singolo. (parte seconda) Esercitazione Valtellina 2007: l’esperienza degli psicologi dell’emergenza coordinati dall’Ordine della Lombardia

Coordinatore del Laboratorio: Michele Cusano (SIPEM-SoS); Discussant: Fabio Muscionico


1. Percorso di confronto e riflessione:

Il percorso di confronto e riflessione che il Laboratorio mira ad effettuare, si svolgerà secondo una successione di tappe che metteranno in evidenza gli aspetti salienti delle varie aree tematiche che il Laboratorio affronterà.

2. Principali aree tematiche affrontate nel corso del laboratorio:

Le principali aree tematiche affrontate nel corso del Laboratorio sono:
- L’impatto dell’evento emergenziale collettivo sull’individuo,
- L’impatto dell’evento emergenziale collettivo sul tessuto sociale,
- La valutazione del danno psichico ed esistenziale.

3. Organizzazione dell’attività:

Per ogni singola area tematica l’attività del Laboratorio si svolgerà come segue:
- Contributo di un collega con specifica esperienza in quel settore,
- Intervento dei colleghi che avranno segnalato il loro interesse a portare un contributo,
- Breve dibattito per consentire anche ad altri colleghi di prendere parte ai lavori.

4. Precisazione:

Tutti i colleghi interessati a portare un contributo alle varie aree tematiche del Laboratorio possono farlo, con le modalità previste.

Laboratorio B: L’impatto psicologico degli incidenti stradali

LABORATORIO B

L’impatto psicologico degli incidenti stradali sui giovani, i familiari i soccorritori dell’emergenza e del pronto soccorso: ricerche, ed esperienze sul campo.

Coordinatore del Laboratorio: Fabio Sbattella e Marilena Tettamanzi (Unità di Ricerca in Psicologia dell’Emergenza, Università Cattolica di Milano).

Gli incidenti stradali rappresentano un fenomeno ubiquitario, al quale politici, economisti e sociologi pongono sempre maggiore attenzione.
Gli adolescenti e i giovani adulti rappresentano i soggetti maggiormente a rischio per questo tipo di eventi traumatici.
Numerose sono le iniziative legislative ed educative realizzate al fine di ridurre l’incidenza del fenomeno attraverso attente campagna preventive.
Benché la prevenzione sia di fondamentale importanza, non bisogna dimenticare che gli incidenti sulle strade continuano ad avvenire.
Relativamente poca attenzione è stata fino ad ora posta all’impatto psicologico di simili eventi sulle vittime sopravissute e sui loro familiari.

Studiare e comprendere i fattori che influenzano la reazione a simili eventi rappresenta un punto di partenza chiave per mettere in atto funzionali sistemi di prevenzione della cronicizzazione dell’ansia e dello stress che rappresentano le naturali e normali reazioni ad eventi drammatici.

Laboratorio A: L’aiuto psicosociale nelle emergenze quotidiane

LABORATORIO A

L’aiuto psicosociale nelle emergenze quotidiane. L’intervento sulla crisi.

Coordinatori del Laboratorio: Marco Bellagamba (Psicologi per i Popoli -Torino) e Giancarlo Arduino (Croce Verde di Torino)

Obiettivi:
Confrontare le esperienze dei partecipanti nell’ambito dell’aiuto ai cittadini coinvolti in situazioni di crisi. Per situazioni di crisi si intendono le emergenze “quotidiane” che inducono a chiamare il 118 anche e non soltanto a fronte di una emergenza sanitaria: liti famigliari e crisi di coppia, crisi psicologiche acute, lutti, emergenze psicologiche a fronte di malattie croniche e terminali, somatizzazioni di problemi psicologici, tentativi anticonservativi, violenze contro la donna o altri soggetti, ecc.

1. Programma Generale del Campo-Scuola

Programma Generale del Campo-Scuola:

Sede: Ex-Polveriera dell'Esercito di Marco di Rovereto (TN) - ora Area Addestrativa della Protezione Civile del Trentino

Date: 12-13-14 ottobre 2007


Programma giornaliero ed elenco dei Laboratori
:

Venerdi 12: (pomeriggio) sono previsti gli arrivi ed accreditamenti

Sabato 13: Laboratori Didattici e Seminariali (in parallelo):

A. L’aiuto psicosociale nelle emergenze quotidiane. L’intervento sulla crisi.

B. L’impatto psicologico degli incidenti stradali sui giovani, i familiari i soccorritori dell’emergenza e del pronto soccorso: ricerche, ed esperienze sul campo.

C. Emergenze collettive: (parte prima) dalla valutazione dell’impatto psicosociale all’esame del danno psichico ed esistenziale del singolo; (parte seconda) l’esercitazione nazionale Valtellina 2007: l’esperienza degli psicologi dell’emergenza coordinati dall’Ordine della Lombardia

D. Il piano di intervento psicologico nelle maxiemergenze: dallo scenario al D.E.A (Dipartimento Emergenza e Accettazione).

E. L'informazione dei rischi alla popolazione prima, durante e dopo gli eventi

F. La comunità nelle emergenze: messa in sicurezza e gestione dei processi di cambiamento.

G. L'intervento nelle emergenze internazionali alla luce delle “Linee-guida sulla salute mentale e il supporto psicosociale nei contesti di emergenza” licenziato dallo IASC (Inter-Agency Standing Committee) della nazioni Unite.

H. Il lavoro psicologico con i bambini nelle emergenze. Lo zaino dell’emergenza)

I. I gruppi di pari tra gli operatori dell’emergenza.

J. L'utilizzo delle videoregistrazioni nelle simulate quale momento di riflessione e apprendimento sul Primo Colloquio in Emergenza

K. Tecniche di rielaborazione arteterapeutica degli stress acuti”.

L. Corso elementare di BLS (basic life support) pediatrico (mattino). Avvio al BLS per adulti (pomeriggio)

M. Corso base per psicologi che vogliono diventare volontari del soccorso della CRI.

Domenica 14: (Mattino) Esercitazioni e Debriefing conclusivi
(seguirà il programma delle Esercitazioni)

Ben ritrovati...

Ben ritrovati a tutti; il blog riprende le pubblicazioni dopo la pausa estiva.

L'autunno si presenta come molto densi di appuntamenti di "peso" per la psicologia dell'emergenza italiana, che riceveranno spazio in questa sede: convegni, congressi, incontri e, soprattutto, il 2° Campo-Scuola Nazionale di Protezione Civile degli Psicologi Italiani dell'Emergenza, che si terrà ad ottobre a Rovereto.

Il blog, come l'anno scorso, affiancherà l'attività di informazione organizzativa del Campo-Scuola. Tra oggi e domani, troverete online il programma di tutti i Laboratori Didattici previsti per il Campo.

E, nelle prossime settimane, anche l'elenco degli "appuntamenti autunnali" per tutti coloro che si interessano di Psicologia dell'Emergenza.

Buona ripresa di attività a tutti !
Luca Pezzullo

24 luglio 2007

Due soccorritori morti

Purtroppo, ieri due soccorritori sono morti mentre prestavano la loro opera di solidarietà.
Il primo è un "soccorritore professionista", Andrea Golfera, pilota di un Canadair della Protezione Civile precipitato in Abruzzo in un'azione di spegnimento incendi.
Il secondo, Dragan Cigan, è un operaio bosniaco che a Roncade, alla foce del Piave, ha sacrificato la propria vita per salvare un bambino che stava per annegare. Dopo averlo salvato, è stato trascinato via dalle onde. Lascia la moglie e due bambini.

Eventi luttuosi come questi sono sempre sconfortanti.

07 luglio 2007

Primo avviso per Rovereto / Campo-Scuola Nazionale di Psicologia dell'Emergenza

Come anticipato, la Federazione Nazionale e l'Associazione Trentina di Psicologi per i Popoli hanno iniziato a predisporre l'organizzazione della seconda edizione di questo grande evento della psicologia dell'emergenza italiana.

Ecco un estratto dell'avviso di preiscrizione, con le primissime informazioni.

CAMPO SCUOLA NAZIONALE di PROTEZIONE CIVILE PER GLI PSICOLOGI ITALIANI DELL'EMERGENZA

- QUANDO ?
Apertura venerdì pomeriggio del 12 ottobre, tutto il sabato 13 e fino al primo pomeriggio di domenica 14 ottobre 2007.

- DOVE ?
Come l'anno scorso: nell'eccellente scenario dell'ex Polveriera dell'Esercito di Marco di Rovereto (Trento), ora attrezzatissima Area Esercitativa della Protezione Civile e della Croce Rossa del Trentino.

- CON CHI ?
All'iniziativa aderiscono e collaborano associazioni italiane in psicologia dell'emergenza, scuole di formazione del settore e le altre forze di Protezione Civile del Trentino.
Come l'anno scorso è previsto il Patrocinio della Protezione Civile Nazionale, con la
presenza di alcuni alti funzionari.

- A FARE COSA ?
Il programma è quello già felicemente sperimentato: arrivo nella serata di venerdì 12 ottobre per la cena, la giornata di sabato 13 sarà dedicata ai Laboratori formativi e la mattinata di domenica 14 alle esercitazioni-simulazioni.
Si termina con il pranzo.

Stiamo mettendo a punto il programma dei laboratori, su temi quali:

A) Emergenze quotidiane (incidenti) ed intervento psicologico

B) La Comunità nel post-disastro

C) L'intervento nelle emergenze internazionali alla luce delle "Linee-guida sulla salute mentale e il supporto psicosociale nei contesti di emergenza", sviluppate qualche mese fa dallo IASC.

D) Il lavoro psicologico con i bambini nelle emergenze.

E) Un corso elementare per non sanitari di BLS (Basic Life Support) pediatrico.

F) Un corso per "simulanti".

G) (in ipotesi) I vari modelli di intervento psicoterapeutico per il post-emergenza.

H) I profili psicologici nel campo della comunicazione in emergenza.

Sono inoltre in preparazione numerose esercitazioni, simulate ed "eventi speciali".


NOTE ORGANIZZATIVE:

La partecipazione avrà il solo limite di 250 presenze, secondo le seguenti priorità:
1. appartenenza ad un'associazione di psicologi dell'emergenza;
2. possesso di un titolo di formazione in psicologia dell'emergenza;
3. frequenza attuale ad scuola di formazione in psicologia dell'emergenza;
4. tutti gli altri.

La decisione sull'ordine di priorità è riservata agli organizzatori, e sarà comunicata entro il 15 settembre.
Il contributo, a titolo di oblazione volontaria, per le spese, comprensive di vitto, alloggio, partecipazione ai laboratori, materiale di segreteria è suggerito in 30,00 Euro.
L'iscrizione ai Laboratori formativi da parte dei partecipanti verrà perfezionata dopo il 15 settembre.

Per informazioni ed iscrizioni: Psicologi per i Popoli

8.000 visite...

Oggi, controllando, ho visto che il blog ha superato le 8.000 visite, crescendo con rapidità notevole da un anno a questa parte... grazie a tutti :-)

Fra poco, inserirò un paio di notizie interessanti...
Luca

02 luglio 2007

Ermete Ronchi

Purtroppo, un'altra notizia di lutto per la psicologia italiana.
Sabato scorso è deceduto a Tortona, in un incidente stradale, Ermete Ronchi, uno dei più noti psicosocioanalisti italiani.
Aurelia Galletti, altra nota collega, è rimasta ferita nello stesso incidente.

Animatore instancabile di Ariele Psicoterapia di Brescia, Ermete era uno dei più attivi soci della COIRAG, la Confederazione italiana delle associazioni scientifiche interessate ai gruppi.
Partecipo al lutto della famiglia e dei colleghi.

22 giugno 2007

ISTSS e Rovereto

Due brevi news...

1. L'ISTSS (International Society for Traumatic Stress Studies), la più importante società scientifica internazionale in ambito psicotraumatologico, sta riorganizzando la sezione del suo sito relativa alle "risorse per i clinici".
Il lavoro è ancora in itinere, ma iniziano ad essere disponibili una serie di schede informative sui principali presidi diagnostici con adulti e bambini, utili per una veloce panoramica:
Resources for Clinicians

2. II° Campo-Scuola Nazionale di Psicologia dell'Emergenza della Protezione Civile (Rovereto, TN): il Campo-Scuola, che punta a ripetere il grande successo della prima edizione tenuta l'anno scorso (oltre 300 psicologi dell'emergenza provenienti da tutta Italia), si terrà anche quest'anno presso la grande area esercitativa dell'ex-Polveriera di Marco di Rovereto (TN), dal 12 al 14 ottobre 2007.
L'organizzazione, a cura di Psicologi per i Popoli, sta iniziando a predisporre i primi "draft" del programma, che nelle prossime settimane saranno resi disponibili per tutti gli interessati.

A presto,
Luca

03 giugno 2007

Una triste notizia per la psicologia dell'emergenza italiana

Una triste notizia per la psicologia dell'emergenza italiana: sabato 2 giugno è venuta a mancare, dopo una lunga malattia, la Prof.ssa Vanna Axia, Ordinaria di Psicologia dello Sviluppo e Direttrice del Master di Psicotraumatologia e Psicologia dell'Emergenza dell'Università degli Studi di Padova.

Il Master, da lei curato per anni, rappresenta uno dei principali punti di formazione e ricerca in quest'ambito, ed aveva già formato decine di professionisti qualificati.
La sua opera di cura e promozione intelligente aveva permesso al Master di crescere ed adeguarsi continuamente alle evoluzioni del settore.

Tra gli altri suoi meriti in questo settore, l'inserimento della materia della Psicologia dell'Emergenza nei corsi di studio regolari della Facoltà di Psicologia, e la recentissima pubblicazione del bel volume "Emergenza e Psicologia", Il Mulino, 2006.

Fuori dal campo dell'emergenza, la sua attività di ricerca in un settore delicato ed importante come quello della psico-oncologia pediatrica l'aveva resa nota anche fuori dai confini nazionali.

Grazie - davvero - per tutto quello che ci hai dato, Vanna.
...Come ti firmavi sempre:
Ciao, Prof.

Luca

30 maggio 2007

Forze Armate Canadesi, Dispatches e le Stress Injuries

Molte Forze Armate di vari paesi, negli ultimi anni, hanno iniziato a focalizzarsi sempre di più sul tema degli "operational stress" per i propri componenti, e sul rischio di traumatizzazioni dirette o vicarie cui gli stessi sono particolarmente esposti.
Spesso, il tema delle sequele emotive negative, o addirittura dei traumi, è stato considerato come un tema di cui "parlare poco", nell'ambito delle Forze Armate; con l'unico effetto di aggiungere un "tabù istituzionale" al già faticoso compito di fare i conti con le non sempre facili conseguenze emotive di alcuni incarichi operativi.
Fortunatamente, la gestione delle Combat Stress Reactions ha avuto sviluppi tutto sommato positivi nel periodo più recente.

Le Forze Armate Canadesi, su questo versante, si pongono molto avanti.
Nel 2004, un numero monografico di Dispatches (una rivista ufficiale di aggiornamento tecnico-professionale per i componenti delle Forze Armate) è stato dedicato interamente a esplicitare, con trasparenza, correttezza e apprezzabile chiarezza, il tema delle Stress Injuries al personale militare.

Apprezzabile, di questa bella pubblicazione, non solo il livello di "solida divulgazione", non solo il tranquillo coraggio espositivo di una tematica spesso "rimossa" nei contesti militari, ma anche la scelta esplicita di uscire dal mainstream "psichiatrico-patologizzante" del PTSD, decidendo espressamente di non focalizzarsi troppo su tale struttura sindromica, già sovrarappresentata nella pubblicistica di settore.
Dispatches ci presenta quindi una quarantina di pagine di riflessioni, suggerimenti, dati, esemplificazioni che riescono (quasi) sempre a sfuggire a quella che è stata ben definita la "tirannia del trauma" (ovvero la necessità, quando di parla di emergenza, di leggere tutto e solo in termini di "traumi strutturati", quando il trauma vero e proprio è in realtà un'evenienza rara).

Il messaggio di fondo è chiaro: la psicologia dell'emergenza, anche in ambito militare, non può e non deve mai essere riduttivamente confusa con la semplice psicotraumatologia o l'onnipresente "PTSD", perchè è qualcosa di molto più ampio, complesso ed articolato.

Insomma, dovremmo tutti prendere lezione di equilibrio espositivo, di correttezza metateorica e di "buona pratica clinica" dai militari canadesi.

24 maggio 2007

Convegno di Longarone

Importante Convegno Internazionale a Longarone

A Longarone (BL), la cittadina distrutta durante la tragedia del Vajont del 1963, si terrà il prossimo 8-9 novembre un importante convegno internazionale sulle conseguenze fisiche e psicologiche dei traumi estremi, organizzato dalla Fondazione Vajont e dal Dipartimento di Neuroscienze dell'Università degli Studi di Padova.
Il panel dei relatori è ricco e prestigioso, e l'appuntamento di preannuncia come uno dei più rilevanti incontri italiani di settore.

Trovate maggiori indicazioni ed il primo draft informativo sul sito di Psicologi per i Popoli - Regione Veneto, dove potete scaricare direttamente la Locandina.

15 maggio 2007

Darfur is Dying e StopDisasters - Ethical Games

La Crisi del Darfur è ormai nota come una delle più grandi tragedie attualmente in corso al mondo, con centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi che lottano per sopravvivere in condizioni spesso disperate, con le Organizzazioni di Soccorso in serie difficoltà.
Sul Blog se ne è già parlato; adesso è uscito anche un piccolo, ma prezioso, "Serious Game" reso disponibile in rete, prodotto col fine sia di sensibilizzare i navigatori su quanto sta avvenendo, sia di fornire una sorta di "introduzione interattiva" alla vita ed al funzionamento di un Campo Profughi nel Sudan (semplice, ma curato e molto interessante per coloro che si vogliono occupare di cooperazione internazionale).
La simulazione si chiama Darfur is Dying, ed è gratuitamente accessibile qui:
Darfur is Dying

I "Serious Games", o "Ethical Games", sono una sorta di videogiochi sviluppati con intenti totalmente diversi dal solito: lo scopo non è "intrattenere", ma permettere di comprendere o sperimentare alcune dinamiche e processi "del mondo reale", con scopo educativo (la maggior parte sono infatti rivolti agli studenti delle scuole o università).

Tra di essi, alcuni si riferiscono in particolare al settore delle emergenze: uno di questi è StopDisasters, una simulazione davvero interessante a scopi educativi, sulla prevenzione dei disastri naturali attraverso una attenta gestione e pianificazione del territorio. E' un giochino simpatico, e che permette di imparare diverse piccole cose, in maniera interattiva, sulle difficoltà di far quadrare i conti, sviluppare l'economia e pianificare la protezione del territorio in aree a rischio.
Dategli un'occhiata !
Luca

11 maggio 2007

"Sopravvivere alla Strada"

Incontro sugli incidenti stradali il 29 maggio

L' Unità di Ricerca in Psicologia dell'Emergenza dell'Università Cattolica di Milano promuove, il 29 maggio p.v., un'iniziativa sulle conseguenze psicologiche degli incidenti stradali.

Aula Maria Immacolata, Università Cattolica del Sacro Cuore - Largo Gemelli 1, Milano
Ore: 15,00 – 18,30

15,00 Saluto e introduzione - Prof. Enrico Molinari
15,30 Famiglie ed incidenti stradali: risultati di ricerca - Dr.ssa Marilena Tettamanzi
16,15 Quando il dolore cresce - Prof. Fabio Sbattella
17,00 Strategie di supporto: i gruppi di mutuo-aiuto- Dr.Enrico Cazzaniga
17,45 Tavola rotonda

La sera, nella vicina sede delle suore Orsoline di Via Lanzone, si confronteranno esperti, familiari, vittime della strada e tutte le persone sensibili al tema.

Maggiori informazioni qui.

08 maggio 2007

Una bella notizia...

Una bella, ottima, notizia per il settore... il Campo-Scuola Nazionale di Protezione Civile degli Psicologi dell'Emergenza verrà organizzato anche quest'anno, sempre a Rovereto, a metà ottobre.

La prima edizione, voluta da Luigi Ranzato e tenuta nel 2006, si è di fatto configurata come l'evento formativo-esperienziale più importante e "trasversale" della breve storia della psicologia dell'emergenza italiana: 300 psicologi dell'emergenza, provenienti da tutta Italia ed esponenti delle più diverse associazioni, gruppi ed istituzioni, si sono confrontati intensivamente in laboratori didattici e simulazioni realistiche per diversi giorni.
Visto il successo e l'importanza dell'evento dell'anno scorso, anche quest'anno la Protezione Civile del Trentino e la Federazione Nazionale di Psicologi per i Popoli hanno rinnovato la disponibilità organizzativa; a breve, sia su questo spazio che sui siti di Psicologi per i Popoli, inizieranno ad essere inseriti i primi "draft" di programma.

02 maggio 2007

Convegno di Roma

Aggiornato il programma:

E' stato aggiornato definitivamente il programma del Convegno cui accennavo qualche giorno fa.
Il 19 maggio, presso la sede del Comando Polizia Stradale di Roma, Psicologi per i Popoli-Lazio organizza la giornata convegnistica: "L'Assistenza Psicologica agli Operatori del Soccorso: pratiche a confronto", con la partecipazione di relatori ed funzionari di Polizia di Stato, Protezione Civile, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana ed altri Enti di soccorso.

Può essere una buona occasione per riflettere su quanto il discorso psy- sta iniziando ad articolarsi all'interno di istituzioni che, fino a qualche anno fa, lo guardavano con una certa perplessità.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione; informazioni e programma su:
http://www.psicologiperipopoli-lazio.org/

Un saluto,
Luca

27 aprile 2007

Convegno "Supporto ai Soccorritori"

Il 19 maggio Psicologi per i Popoli del Lazio organizza a Roma, presso la sede della Polizia Stradale, una intensa giornata convegnistica sul supporto psicologico ai soccorritori (Forze dell'Ordine, Volontari, Vigili del Fuoco, etc.).
Sia l'attualità del tema che la "densità" del programma lo rendono un convegno potenzialmente interessante per coloro che si interessano di quest'area di ricerca ed applicazione. Date un'occhiata al programma !

Luca

18 aprile 2007

PTSD 101, finalmente !

Finalmente, dopo lunga attesa ed alcuni rinvii, sono stati resi pubblici i materiali del progetto PTSD101, del National Center for Post-Traumatic Stress Disorders statunitense, di cui avevo già parlato sul blog.
I materiali formativi, disponibili in versione standard o con accompagnamento audio (mp3), ad una prima e rapida scorsa sembrano essere valsi l'attesa: ampi, chiari, aggiornati e di elevato livello scientifico.
Dategli un'occhiata !

11 aprile 2007

Iniziativa sul Darfur

La Crisi del Darfur ha assunto delle proporzioni impressionanti.
Il genocidio commesso dalle milizie Janjaweed ai danni della popolazione dell'area ha costretto milioni (milioni!) di persone ad una rilocazione forzata nelle aree al confine con il Ciad, dove la tensione sta aumentando (è notizia recente degli scontri armati sul confine tra esercito sudanese e ciadiano), e le organizzazioni umanitarie (nonostante i loro grossi sforzi) faticano a fornire assistenza alle centinaia di migliaia di persone distribuite in numerosi campi di accoglienza. Le condizioni di "vita" della popolazione hanno ormai assunto toni che definire drammatici è un eufemismo, nella relativa inattenzione dei media e di parte della comunità internazionale.
Certo, di Darfur ogni tanto in TV si parla, ma molto meno di quanto si dovrebbe viste le dimensioni della crisi (e molto meno di Vallettopoli...)

Trecentomila morti e centinaia di villaggi distrutti in pochi mesi sono invece un dato impressionante, che testimoniano di una vera e propria pulizia etnica in corso. Si deve forse tornare ai tempi del genocidio Rwandese e della guerra civile del Congo per trovare degli analoghi funzionali (seppur nella diversità delle condizioni).

GoogleEarth, il famoso servizio di visualizzazione del pianeta tramite immagini satellitari, ha avviato un programma di sensibilizzazione ed informazione sulla questione del Darfur, attraverso un accordo con lo statunitense Museo dell'Olocausto (USHMM). Attraverso un layer aggiuntivo a GoogleEarth è possibile approfondire in maniera notevole la tematica; il tutto in maniera gratuita, veloce, semplicissima.
Le immagini satellitari dettagliate, riccamente commentate e perfettamente integrate con numerose testimonianze, foto e video, permettono di rendersi conto dell'incredibile estensione della tragedia e degli effetti che sta avendo in un'ampia regione africana.
Una lode a Google Earth, che dimostra come un'applicazione da molti scaricata solo per "curiosità" o divertimento possa diventare al contempo un fondamentale strumento di informazione ed una modalità di sensibilizzazione attiva su problemi di questa portata.

Tutte le informazioni qui:
http://www.ushmm.org/googleearth/

12 marzo 2007

Link enciclopedico...

Siete interessati a saperne di più sugli aspetti gestionali, geografici e funzionali dei disastri e delle calamità (sia naturali che "man-made") ?
Del resto, anche lo psicologo dell'emergenza non può non avere una competenza di base anche su questi aspetti "tecnici" di base, essenziali nella comprensione e gestione delle situazioni di calamità... pena venirne più disorientato di coloro che vorrebbe sostenere e supportare...

Oltre alle letture classiche (i vari Alexander, Smith, Turner-Pidgeon, etc.), vi segnalo quindi questo eccellente link web "enciclopedico", ben organizzato per categorie, e con una quantità di risorse tematiche selezionate davvero impressionante:

http://www.cbsnews.com/digitaldan/disaster/disasters.shtml

Non fatevi trarre in inganno dal "cbsnews": non è una risorsa di tipo giornalistico, è proprio una raccolta selezionata di risorse tecnico-informative di alto livello (anche se un pò USA-centriche; sono scarse le risorse europee, ma ciò nonostante...)

Buono studio !
Luca

28 febbraio 2007

Meeting di Lonigo - Protezione Civile

Siete in Veneto a metà marzo ?
Fate un salto al Meeting di Lonigo (VI), uno dei più importanti appuntamenti nazionali nell'ambito delle tecniche, organizzazioni ed equipaggiamenti di Protezione Civile.
Decine di corsi, gruppi, esposizioni, stand per una "due giorni" davvero intensa ed interessante, tutta dedicata ai "gialli".

Luca

27 febbraio 2007

PILOTS e strumenti per la ricerca scientifica in psicotraumatologia

Tra le risorse scientifiche più importanti per chi si occupa di psicotraumatologia e psicologia dell'emergenza, sia per ricerca che per applicazione clinica, c'e' sicuramente PILOTS, il più grande database mondiale di articoli scientifici pubblicati sul tema del trauma psichico e degli stress post-traumatici.
Il database raccoglie migliaia di articoli pubblicati sui più rilevanti journals e rassegne peer-reviewed di tutto il mondo, e permette quindi di condurre ricerche specialistiche molto approfondite.
PILOTS è supportato dal National Center for Post-Traumatic Stress Disorder della Veteran's Administration Statunitense; mette comunque a disposizione moltissimi materiali anche non direttamente legati ai temi di psicotraumatologia militare.
Il suo uso è libero e gratuito; da questo link, potete accedere direttamente alla consultazione del Database.

Rimane ovviamente sempre valido il suggerimento di usare anche Google Scholar, la versione specializzata di Google per la ricerca di articoli scientifici, per gli studi in questo ambito. Immaginate la stessa potenza e precisione di ricerca di Google, applicata in maniera ultraspecialistica agli articoli scientifici... assolutamente da provare !

Luca

12 febbraio 2007

Nuove risorse online

Il National Center for Post-Traumatic Stress Disorder della Veteran Administration statunitense, uno dei principali repertori di risorse bibliografiche ed online sul tema dell'ASD/PTSD, sta per mettere a disposizione dei professionisti sanitari una nuova importante risorsa online, di tipo E-Learning, relativa alla psicopatologia, diagnostica e clinica del PTSD.
Il programma educativo, definito "PTSD 101" (dal codice dei corsi introduttivi delle diverse discipline nelle università statunitensi), sarà disponibile sul sito del NCPTSD già a partire da questo mese.
Sempre sul sito del NCPTSD si suggerisce la consultazione della ampia e ben articolata Iraq War Clinician Guide (giunta alla seconda edizione, con molto materiale clinico di interesse) e del (molto più sintetico ed essenziale) Psychological First Aid Manual.

24 gennaio 2007

Rieccomi...

Rieccomi... :-)
Dopo una pausa di quasi un paio di mesi, riprendono da oggi gli aggiornamenti regolari del Blog Psicologia dell'Emergenza.
Mi scuso per il prolungato periodo di "quiete", ma il superlavoro di questo periodo non mi ha purtroppo permesso di dedicare molto tempo alle attività "extra".


Parto subito con un paio di segnalazioni di materiali interessanti:

1. Unseen Trauma in Iraq and Afghanistan Veterans
E' un interessante articolo, anche se di tipo giornalistico, sull'epidemiologia dei disturbi post-traumatici nel personale militare statunitense proiettato nei teatri operativi medio-orientali (tema già affrontato con la citazione di altri articoli nel Blog).
Il tema del PTSD nel personale militare è uno dei temi classici della psicotraumatologia applicata, ed in questo periodo è al centro dell'attenzione nei circoli sanitari militari statunitensi.
I pur ben organizzati sistemi di "stress control" e di "post-deployment PTSD treatment" delle forze armate statunitensi sono messi a dura prova dal massiccio numero di richieste che si trovano a dover gestire, e questo in alcune occasioni sembra aver condotto in effetti a gestioni cliniche meno che ottimali.

2. Convegni Europei di settore.

Ne approfitto per ricordare (è il periodo in cui iniziare a pensarci, per chi è interessato) i due grandi incontri europei annuali di settore: se qualcuno è interessato a parteciparvi, i Convegni dell'European Society for Traumatic Stress Studies (http://www.ecots2007.com/ - che si terrà in Croazia all'inizio di giugno) e quello della Society for Risk Analysis - Europe (http://www.sraeurope2007.eu/ - che si terrà a L'Aia a metà giugno) sono sicuramente i due "must" cui fare riferimento (il primo per la clinica, il secondo per la ricerca applicata sui temi del rischio e della sicurezza).


Un saluto ed a presto (con aggiornamenti molto più frequenti !),
Luca