28 novembre 2009

Formare con i video

Un post sintetico... ecco un interessante video su Youtube messo a disposizione dai programmi formativi CERT statunitensi (simili ai nostri corsi per volontari di Protezione Civile), focalizzato proprio sulla psicologia dell'emergenza; o meglio, finalizzato a fornire ai volontari non-psicologi una competenza di base sui principali aspetti emotivi del lavoro in situazione di crisi.

Il video (in inglese) è di ben 45 minuti, e, nonostante alcune (ovvie) semplificazioni, fornisce in maniera efficacia ad un pubblico "laico" una serie di indicazioni di base utili e interessanti.

In Italia non abbiamo ancora materiali di questo genere, che (laddove correttamente implementati) possono presentare interessanti aspetti di efficacia informativa e di "potenziale di disseminazione" delle tematiche emergenziali ad un pubblico più ampio di volontari del soccorso.

Nulla ovviamente sostituisce (o anche solo si avvicina) alla formazione sul campo, ma il ruolo di informazione/sensibilizzazione che potrebbero avere programmi informativi/formativi di questo tipo, sperimentando anche con i nuovi media, è forse utilmente esplorabile.

Luca

15 novembre 2009

Convegno: L'intervento degli psicologi nelle emergenze - l'esempio del terremoto in Abruzzo

Segnalo volentieri il Convegno che si terrà fra pochi giorni a Lodi, presso la sede della Provincia, organizzato da Psicologi per i Popoli e con il patrocinio della Azienda Ospedaliera di Lodi, della Provincia di Lodi e dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia

"L'intervento degli psicologi nelle emergenze: l'esempio del terremoto in Abruzzo"


21 NOVEMBRE 2009
dalle ore 9.00 alle ore 13.00
c/o Sala Chiesetta – Sede della Provincia di Lodi
via Fanfulla n° 14 - Lodi

Riporto il programma del Convegno:

ore 9.00 - Registrazione partecipanti
ore 9.30 - Saluto delle autorità:
Prof. Enrico Molinari - Presidente Ordine degli Psicologi della Lombardia
Dott. Riccardo Telleschi - Direttore U.S.C Psicologia Aziendale - A.O. della Provincia di Lodi
Dott.ssa Maria Grazia Silvestri - Direttore Dipartimento Prevenzione - A.S.L Provincia di Lodi
Dott. Giuseppe Ciccone - Presidente Comm. Europea per la Medicina d'Emergenza Urgenza e delle Catastrofi

Ore 10,00 – Apertura lavori
Dott.ssa G. Gambardella, Presidente Psicologi per i Popoli - Lodi

Ore 10,15 - Psicologia dell'emergenza : attualità e prospettive dopo l'esperienza abruzzese
Prof. Fabio Sbattella, Presidente Psicologi per i Popoli - Milano, Responsabile Unità di ricerca di Psicologia dell'emergenza della Università Cattolica di Milano

Ore 11,00 – Pausa
Ore 11,15 - Il supporto psico-sociale nelle emergenze internazionali : le linee guida IASC
Dott. Paolo Castelletti, Presidente Psicologi per i Popoli- Nel Mondo

Ore 12.00 - Tra il dire e il fare: l’esperienza dello psicologo sul campo in emergenza
Dott. Francesco Dell'Orco, psicologo, capogruppo squadra psicologi di Psicologi per i Popoli - Lodi, intervenuti in Abruzzo dal 9 al 16 maggio 2009

Ore 12.30 - Discussione

Il programma appare di particolare rilievo, sia per l'ottimo livello istituzionale dello stesso, che per l'integrazione tra analisi di aspetti esperienziali-operativi, e la loro contestualizazione in un'ampia prospettiva di elaborazione teorica, derivante dal confronto con le linee-guide di settore più accreditate a livello internazionale per l'intervento psicologico e psicosociale nelle emergenze: le Guidelines dello IASC, sviluppate recentemente dalle Nazioni Unite, ed a cui l'organizzazione degli interventi di "Psicologi per i Popoli" in Abruzzo si è significativamente attenuta.

Un'ottima occasione, dunque, per confrontarsi teoricamente in merito, e costruire preziosi "spazi di pensiero" sull'attività svolta dalle centinaia di colleghi volontari che hanno operato in occasione del Sisma abruzzese.

Un saluto,
Luca Pezzullo

Assetti epidemiologici nel personale militare Statunitense impegnato in teatro operativo

E' appena uscito, sul Washington Post, un interessante articolo sugli aspetti epidemiologici di stress e trauma relativo al personale militare statunitense impiegato in Iraq e Afghanistan.

Come noto, da molti anni il sistema militare Statunitense ha sviluppato ed implementato una serie di misure di prevenzione e gestione dello stress traumatico cui spesso sono sottoposti i militari impegnati in teatro operativo.
Il modello originale, sviluppato a partire dalla prima metà degli anni '90, si è ulteriormente articolato durante i primi anni di guerra in Iraq ed Afghanistan, ed ha prodotto quello che è universalmente riconosciuto come un notevole miglioramento dei protocolli operativi di merito, ben rappresentati da quel "reference text" che è la Iraqi War Clinician Guide, giunta alla sua seconda edizione, e rilasciata pubblicamente dal NCPTSD (recentemente citato in questo blog).

Nonostante tali sforzi organizzativi e clini, emergono tuttora frequenti situazioni preoccupanti da un punto di vista epidemiologico, visto l'elevato numero di eventi post-traumatici riportati in letteratura, a volte con esito critico (atti di violenza, suicidi, divorzi, gravi difficoltà psicopatologiche, etc.).

Il Washington Post ha appunto riportato un'analisi dell'U.S. Army, secondo cui il tasso di difficoltà psicologiche tra i militari operanti in Afghanistan (molti dei quali al terzo o quarto periodo di servizio sul campo) ammonterebbero a più del 20% del totale dei soldati impiegati; un rateo maggiore anche dei tassi di problematiche psicologiche rilevate nei loro colleghi impegnati sullo scenario Iracheno. Tali tassi sembrano anche essere associati ad una riduzione del morale delle truppe.

I vertici dell'U.S. Army, che al momento della "survey" aveva in teatro operativo 43 ufficiali psicologi, hanno quindi deciso di svolgere una serie di interventi di miglioramento del supporto psicologico e psichiatrico: svolgere regolarmente i relativi monitoraggi; portare ad oltre 100 gli specialisti di salute mentale presenti sul campo (con particolare riferimento alle unità "Combat", ovvero quelle direttamente coinvolti nei confronti armati); enfatizzare e rinforzare i programmi di formazione per la prevenzione delle condotte suicidarie; facilitare l'accesso a modalità di coping (dalla possibilità di uso di internet - utile anche per rimanere in contatto con le proprie famiglie lontane), alle opportunità di regolare attività fisica anche per i reparti logistici o di supporto.

Qui l'articolo originale.

Luca Pezzullo

06 novembre 2009

La strage di Fort Hood

A volte scrivere commenti è difficile. Nella fattispecie, la strage di ieri nella base militare statunitense di Fort Hood, nel Texas, dove uno psichiatra militare ha ucciso 13 commilitoni e ne ha feriti un'altra trentina, lascia indubbiamente esterrefatti.

Soprattutto perchè lo psichiatra in questione operava nella caserma appunto in qualità di specialista psicotraumatologo, occupandosi espressamente dei disturbi post-traumatici dei militari veterani di Iraq e Afghanistan.

Dagli articoli di diversi giornali internazionali di oggi, emergerebbe un profilo di personalità complesso, e si intuiscono una serie di retroscena personali non certo semplici; qualcuno ipotizza anche una forma atipica di "traumatizzazione vicaria", legata al suo lavoro clinico pluriennale con i reduci presso il Walter Reed (il principale ospedale militare statunitense), e che avrebbe accentuato le sue già pre-esistenti dimensioni personali di forte rifiuto e paura per una prossima assegnazione in Iraq; quella dell'omicidio di massa sarebbe però in effetti una reazione estremamente anomala, pur nella complessità delle espressioni cliniche delle reazioni di trauma vicario, e probabilmente si è qui di fronte a problematiche pregresse assai più complesse.
Ulteriori approfondimenti di merito, sul tema della traumatizzazione vicaria nei professionisti di settore, sono reperibili qui, ed un nuovo articolo - ben focalizzato sul tema del PTSD e del trauma vicario - del TIME è reperibile qui.

Rimane comunque una situazione inquietante, ed è solo intuibile la complessità e difficoltà, nel vissuto dei "fellow soldiers" sopravvissuti, dell'elaborazione del "vissuto impensabile" che il loro "curatore di anime" sia improvvisamente diventato un "persecutore reale".

Luca Pezzullo