05 maggio 2006

Attentato in Afghanistan

A pochi giorni di distanza dal "secondo attentato di Nassiriya", l'Esercito Italiano ha subito altre perdite in un teatro operativo asiatico: oggi due militari sono morti nell'attentato avvenuto a Kabul, ed in cui sono rimasti coinvolti i mezzi Puma del Secondo Reggimento Alpini. Difficile che questa "sincronia" sia casuale, tenendo conto del recente passaggio di comando ISAF e dell'evoluzione della politica italiana con le recenti elezioni. Non a caso, l'intelligence si dice già convinta che lo scopo di entrambi gli attentati possa essere analogo:

Articolo di analisi di Repubblica Online

Aldilà della valutazione geopolitica, rimane però il dolore per l'ennesimo evento luttuoso.
A livello "psicologico" e "culturale" delle Forze Armate Italiane impegnate nelle attività di PeaceKeeping/PeaceEnforcing, i recenti attentati stanno fornendo (purtroppo) motivo per dover parzialmente ripensare la nostra autopercezione di "reparti bene accetti", proprio in quanto particolarmente attenti alla costruzione del rapporto con la popolazione locale: il lucido agire terroristico di elementi fondamentalisti, spesso "dissociati" rispetto al reale sentire della popolazione locale, sta in parte costringendo i nostri reparti a rivedere schemi operativi ormai abbastanza consolidati (e fortemente orientati alla CIMIC ed all'apertura alla popolazione), imponendo una difficile e frustrante modifica anche del modo che gli operatori sul campo hanno di autopercepirsi e di "pensarsi collettivamente in un certo ruolo funzionale".

Una transizione che purtroppo ci segnala come la giustamente celebrata e tutt'ora notevole "diversità italiana" nelle modalità di implementazione delle operazioni di PeaceKeeping possa incontrare, a volte, anche dei luttuosi momenti di scacco.