18 dicembre 2009

Report dal Convegno di Padova

Qualche telegrafico commento a caldo dal Convegno di Padova, organizzato dall'Ordine degli Psicologi del Veneto, e citato nel post precedente.

Ottima l'affluenza, partecipazione intensa, interventi interessanti.

Gran parte dei partecipanti hanno operato in Abruzzo come psicologi, integrati in alcune delle diverse associazioni o Enti che hanno fornito una competenza di supporto psicologico nei mesi dell'emergenza.

Interessante il confronto che si è venuto a creare, e la poliedricità degli interventi, che hanno illuminato diversi aspetti (teorici, operativi, organizzativi e di ricerca) dell'emergenza psicologica in Abruzzo.

E' emersa, trasversalmente a tutti gli interventi, l'assoluta centralità e necessità di un approccio integrato, che unisca in maniera profonda le dimensioni cliniche e psicosociali: in emergenza non si va solo a "curare traumi", ma anche e soprattutto a ridefinire e rinarrare legami sociali interrotti, a prendersi cura di affetti indicibili, a ricostituire spazi di pensiero - laddove il pensiero sembra venir eluso dalla violenza incomprensibile dell'evento critico.

Un ruolo complesso, quello dello psicologo dell'emergenza, che "costringe" a ripensarsi, da un punto di vista professionale, in maniera molto più completa, complessa e trasversale.

Sono state presentate alcune intense testimonianze di colleghe Aquilane, ed utili punti di sintesi sono emersi dagli interventi di alcuni dei coordinatori delle diverse associazioni coinvolte, così come della Funzione 2 del DPC. Ottimi anche gli interventi degli psicologi di comunità dell'Università di Padova, che hanno contribuito al Convegno con una ricerca interessante sui colleghi che hanno operato in Abruzzo; pregevoli le riflessioni dell'Assessore Fecchio (Assessore Provinciale alla Protezione Civile), che ha sottolineato con chiarezza la rilevanza della dimensione relazionale nella preparazione dei Volontari di PC.

Insomma, una bella giornata di lavoro corale, in cui la "babele" degli approcci, delle sigle, dei gruppi ha potuto confrontarsi unitariamente.

Come diceva Jimi Hendrix: non esistono stili musicali diversi, esiste solo buona musica o cattiva musica.
Allo stesso modo, non contano le diverse "sigle" che abbiamo cucito sulle nostre magliette: conta, alla fine, il saper fare insieme della buona psicologia, e non della cattiva psicologia.
Oggi è stato un momento di buona psicologia, e questo è l'importante :-)

Luca Pezzullo

14 dicembre 2009

Convegno a Padova

Vi segnalo il Convegno di Psicologia dell'Emergenza che si terrà nei prossimi giorni a Padova:

Catastrofi: l’emergenza e la comunità.
Quali ruoli e quali competenze per gli psicologi?


Il Convegno si terrà a Padova, venerdì 18 Dicembre 2009, dalle ore 9.00 alle ore 18.00, presso il Centro Conferenze della Camera di Commercio, Piazza Zanellato Padova

Maggiori informazioni e link per le iscrizioni (il convegno è gratuito) qui:

Ordine del Veneto

Un saluto,
Luca

28 novembre 2009

Formare con i video

Un post sintetico... ecco un interessante video su Youtube messo a disposizione dai programmi formativi CERT statunitensi (simili ai nostri corsi per volontari di Protezione Civile), focalizzato proprio sulla psicologia dell'emergenza; o meglio, finalizzato a fornire ai volontari non-psicologi una competenza di base sui principali aspetti emotivi del lavoro in situazione di crisi.

Il video (in inglese) è di ben 45 minuti, e, nonostante alcune (ovvie) semplificazioni, fornisce in maniera efficacia ad un pubblico "laico" una serie di indicazioni di base utili e interessanti.

In Italia non abbiamo ancora materiali di questo genere, che (laddove correttamente implementati) possono presentare interessanti aspetti di efficacia informativa e di "potenziale di disseminazione" delle tematiche emergenziali ad un pubblico più ampio di volontari del soccorso.

Nulla ovviamente sostituisce (o anche solo si avvicina) alla formazione sul campo, ma il ruolo di informazione/sensibilizzazione che potrebbero avere programmi informativi/formativi di questo tipo, sperimentando anche con i nuovi media, è forse utilmente esplorabile.

Luca

15 novembre 2009

Convegno: L'intervento degli psicologi nelle emergenze - l'esempio del terremoto in Abruzzo

Segnalo volentieri il Convegno che si terrà fra pochi giorni a Lodi, presso la sede della Provincia, organizzato da Psicologi per i Popoli e con il patrocinio della Azienda Ospedaliera di Lodi, della Provincia di Lodi e dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia

"L'intervento degli psicologi nelle emergenze: l'esempio del terremoto in Abruzzo"


21 NOVEMBRE 2009
dalle ore 9.00 alle ore 13.00
c/o Sala Chiesetta – Sede della Provincia di Lodi
via Fanfulla n° 14 - Lodi

Riporto il programma del Convegno:

ore 9.00 - Registrazione partecipanti
ore 9.30 - Saluto delle autorità:
Prof. Enrico Molinari - Presidente Ordine degli Psicologi della Lombardia
Dott. Riccardo Telleschi - Direttore U.S.C Psicologia Aziendale - A.O. della Provincia di Lodi
Dott.ssa Maria Grazia Silvestri - Direttore Dipartimento Prevenzione - A.S.L Provincia di Lodi
Dott. Giuseppe Ciccone - Presidente Comm. Europea per la Medicina d'Emergenza Urgenza e delle Catastrofi

Ore 10,00 – Apertura lavori
Dott.ssa G. Gambardella, Presidente Psicologi per i Popoli - Lodi

Ore 10,15 - Psicologia dell'emergenza : attualità e prospettive dopo l'esperienza abruzzese
Prof. Fabio Sbattella, Presidente Psicologi per i Popoli - Milano, Responsabile Unità di ricerca di Psicologia dell'emergenza della Università Cattolica di Milano

Ore 11,00 – Pausa
Ore 11,15 - Il supporto psico-sociale nelle emergenze internazionali : le linee guida IASC
Dott. Paolo Castelletti, Presidente Psicologi per i Popoli- Nel Mondo

Ore 12.00 - Tra il dire e il fare: l’esperienza dello psicologo sul campo in emergenza
Dott. Francesco Dell'Orco, psicologo, capogruppo squadra psicologi di Psicologi per i Popoli - Lodi, intervenuti in Abruzzo dal 9 al 16 maggio 2009

Ore 12.30 - Discussione

Il programma appare di particolare rilievo, sia per l'ottimo livello istituzionale dello stesso, che per l'integrazione tra analisi di aspetti esperienziali-operativi, e la loro contestualizazione in un'ampia prospettiva di elaborazione teorica, derivante dal confronto con le linee-guide di settore più accreditate a livello internazionale per l'intervento psicologico e psicosociale nelle emergenze: le Guidelines dello IASC, sviluppate recentemente dalle Nazioni Unite, ed a cui l'organizzazione degli interventi di "Psicologi per i Popoli" in Abruzzo si è significativamente attenuta.

Un'ottima occasione, dunque, per confrontarsi teoricamente in merito, e costruire preziosi "spazi di pensiero" sull'attività svolta dalle centinaia di colleghi volontari che hanno operato in occasione del Sisma abruzzese.

Un saluto,
Luca Pezzullo

Assetti epidemiologici nel personale militare Statunitense impegnato in teatro operativo

E' appena uscito, sul Washington Post, un interessante articolo sugli aspetti epidemiologici di stress e trauma relativo al personale militare statunitense impiegato in Iraq e Afghanistan.

Come noto, da molti anni il sistema militare Statunitense ha sviluppato ed implementato una serie di misure di prevenzione e gestione dello stress traumatico cui spesso sono sottoposti i militari impegnati in teatro operativo.
Il modello originale, sviluppato a partire dalla prima metà degli anni '90, si è ulteriormente articolato durante i primi anni di guerra in Iraq ed Afghanistan, ed ha prodotto quello che è universalmente riconosciuto come un notevole miglioramento dei protocolli operativi di merito, ben rappresentati da quel "reference text" che è la Iraqi War Clinician Guide, giunta alla sua seconda edizione, e rilasciata pubblicamente dal NCPTSD (recentemente citato in questo blog).

Nonostante tali sforzi organizzativi e clini, emergono tuttora frequenti situazioni preoccupanti da un punto di vista epidemiologico, visto l'elevato numero di eventi post-traumatici riportati in letteratura, a volte con esito critico (atti di violenza, suicidi, divorzi, gravi difficoltà psicopatologiche, etc.).

Il Washington Post ha appunto riportato un'analisi dell'U.S. Army, secondo cui il tasso di difficoltà psicologiche tra i militari operanti in Afghanistan (molti dei quali al terzo o quarto periodo di servizio sul campo) ammonterebbero a più del 20% del totale dei soldati impiegati; un rateo maggiore anche dei tassi di problematiche psicologiche rilevate nei loro colleghi impegnati sullo scenario Iracheno. Tali tassi sembrano anche essere associati ad una riduzione del morale delle truppe.

I vertici dell'U.S. Army, che al momento della "survey" aveva in teatro operativo 43 ufficiali psicologi, hanno quindi deciso di svolgere una serie di interventi di miglioramento del supporto psicologico e psichiatrico: svolgere regolarmente i relativi monitoraggi; portare ad oltre 100 gli specialisti di salute mentale presenti sul campo (con particolare riferimento alle unità "Combat", ovvero quelle direttamente coinvolti nei confronti armati); enfatizzare e rinforzare i programmi di formazione per la prevenzione delle condotte suicidarie; facilitare l'accesso a modalità di coping (dalla possibilità di uso di internet - utile anche per rimanere in contatto con le proprie famiglie lontane), alle opportunità di regolare attività fisica anche per i reparti logistici o di supporto.

Qui l'articolo originale.

Luca Pezzullo

06 novembre 2009

La strage di Fort Hood

A volte scrivere commenti è difficile. Nella fattispecie, la strage di ieri nella base militare statunitense di Fort Hood, nel Texas, dove uno psichiatra militare ha ucciso 13 commilitoni e ne ha feriti un'altra trentina, lascia indubbiamente esterrefatti.

Soprattutto perchè lo psichiatra in questione operava nella caserma appunto in qualità di specialista psicotraumatologo, occupandosi espressamente dei disturbi post-traumatici dei militari veterani di Iraq e Afghanistan.

Dagli articoli di diversi giornali internazionali di oggi, emergerebbe un profilo di personalità complesso, e si intuiscono una serie di retroscena personali non certo semplici; qualcuno ipotizza anche una forma atipica di "traumatizzazione vicaria", legata al suo lavoro clinico pluriennale con i reduci presso il Walter Reed (il principale ospedale militare statunitense), e che avrebbe accentuato le sue già pre-esistenti dimensioni personali di forte rifiuto e paura per una prossima assegnazione in Iraq; quella dell'omicidio di massa sarebbe però in effetti una reazione estremamente anomala, pur nella complessità delle espressioni cliniche delle reazioni di trauma vicario, e probabilmente si è qui di fronte a problematiche pregresse assai più complesse.
Ulteriori approfondimenti di merito, sul tema della traumatizzazione vicaria nei professionisti di settore, sono reperibili qui, ed un nuovo articolo - ben focalizzato sul tema del PTSD e del trauma vicario - del TIME è reperibile qui.

Rimane comunque una situazione inquietante, ed è solo intuibile la complessità e difficoltà, nel vissuto dei "fellow soldiers" sopravvissuti, dell'elaborazione del "vissuto impensabile" che il loro "curatore di anime" sia improvvisamente diventato un "persecutore reale".

Luca Pezzullo

29 ottobre 2009

Resilienza: un convegno a Milano

Il prossimo 20 novembre, presso l'Università Cattolica di Milano, si terrà un interessante convegno interdisciplinare sul tema della "resilienza psicologica".

Come è noto, nell'ambito della psicologia dell'emergenza il costrutto teorico di "resilienza" riveste un ruolo centrale, in relazione alla capacità di adattamento del singolo e delle comunità davanti a situazioni critiche (sia acute che croniche).

Il costrutto di "resilienza psicologica" presenta delle importanti innovazioni teorico-operative rispetto ai vecchi modelli di "robustezza psicologica", tipiche degli anni '70-'80 (come, ad esempio, il classico costrutto di Hardiness proposto da Kobasa).

La resilienza non implica solo la capacità di "reggere frontalmente" ad impatti emotivi critici, ma soprattutto la possibilità di adattarvisi flessibilmente, ripristinando nuove forme adattative di equilibrio personale e psicosociale nel post-evento. Un costrutto complesso, quindi, che può essere applicato sia in ambito individuale che psicosociale (ad esempio, quando si analizzano le forme e modalità del "ripristino" funzionale di una comunità sociale colpita da un disastro).

Il convegno di Milano cercherà di evidenziare diversi punti di merito, con la partecipazione di numerosi esperti delle diverse discipline scientifiche che, trasversalmente, si occupano di questo importante ambito di ricerca.

Qui si possono trovare informazioni e programma dettagliato.

Un saluto,
Luca Pezzullo

22 ottobre 2009

I nuovi corsi PTSD 101

Come accennavo tempo fa su questo blog, il National Center for Post-Traumatic Stress Disorder (il principale centro di ricerca clinica e scientifica sui disturbi post-traumatici del Governo Statunitense), aveva iniziato la predisposizione di materiali formativi ed informativi di tipo professionale, in merito alle varie articolazioni cliniche del PTSD (assessment, intervento, epidemiologia, etc.).

Finalmente, sono stati messi online numerosi moduli formativi - aggiuntivi rispetto ai primi moduli dimostrativi - liberamente scaricabili dal sito del NCPTSD.

I moduli sono in inglese, in formato Flash e/o Powerpoint, e con la possibilità di scaricarsi le trascrizioni testuali degli stessi in formato .pdf.

Si tratta di un'ottima serie di materiali informativi, pensati per i professionisti del settore della salute mentale interessati ad introdursi al tema del PTSD e del suo inquadramento clinico.

Tre ovvi caveat:

1) Il materiale è ampio, ben articolato, e di ottimo livello; ma ovviamente è pensato per un contesto statunitense (molti dei dati epidemiologici, i riferimenti ad aspetti organizzativi del sistema sanitario, etc.); ovviamente, in contesti europei ed italiani tali dati vanno rimodulati e ricontestualizzati di conseguenza.

2) Il modello teorico di riferimento è - strettamente - quello cognitivo-comportamentale anglosassone, con i suoi pregi ma anche con le sue possibili limitazioni operative.

3) I materiali formativi sono prevalentemente relativi al tema della "psicotraumatologia", e non della "psicologia dell'emergenza".
Come è ben noto, i due temi ovviamente non sono equivalenti: laddove la psicotraumatologia è l'intervento psicoterapeutico specialistico a fronte di disturbi post-traumatici clinicamente strutturati, la psicologia dell'emergenza (di cui prevalentemente di occupa questo blog) consiste nel più ampio e trasversale intervento psicologico (a livello individuale, gruppale, comunitario) in situazioni "acute", sia di tipo clinico che psicosociale (e quindi, anche in contesti in cui non si sia ancora ben strutturato un disturbo post-traumatico da stress secondo i criteri del DSM).

Precisato questo, buona esplorazione dei materiali del NCPTSD !

Luca Pezzullo

15 ottobre 2009

Fare il punto sull'Abruzzo: i colleghi lombardi ne parlano

Il terremoto in Abruzzo è stato un complesso banco di prova della professionalità e capacità operativa della psicologia dell'emergenza italiana.

Nel complesso, si può valutare come assai importante e positivo il contributo degli psicologi volontari italiani, che si sono avvicendati nei teatri operativi del "cratere" Aquilano per molti mesi.

I non semplici aspetti operativi, teorico-tecnici, organizzativi e gestionali che caratterizzano un evento di tale articolazione e complessità hanno dimostrato che una forte preparazione specifica, frequenti esercitazioni realistiche sul campo, un addestramento integrato ed un'adeguata conoscenza reciproca "in tempo di pace" con le unità di Protezione Civile rappresentano le "chiavi di lavoro" che garantiscono una qualità elevata per l'impegno degli psicologi nelle maxiemergenze.

Le principali organizzazioni di settore stanno ora valutando, in fase di chiusura dell'attività "critica e post-critica" (anche se ovviamente molto rimane da fare sul versante del "ripristino" della normalità, anche e soprattutto da un punto di vista psicosociale), le "lezioni apprese" di tipo scientifico-professionale.

Un interessante incontro di discussione e scambio pubblico in tal senso, si terrà la settimana prossima in Lombardia. Il 24 ottobre, a Mandello del Lario (LC), si confronteranno in merito i referenti dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia, i dirigenti di diverse sezioni lombarde di Psicologi per i Popoli, e diversi dirigenti del sistema dei Soccorsi:

Tutti i dettagli, dal sito dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Luca Pezzullo

08 ottobre 2009

Convegno sulle persone scomparse: le sfide della psicologia dell'emergenza

Questo sabato (10 ottobre) si terrà a Belluno un interessante convegno, su un tema di particolare interesse per la psicologia dell'emergenza: il sostegno integrato alle famiglie delle persone disperse e scomparse (psicologico, legale, di ricerca e soccorso).

Il Convegno, organizzato congiuntamente dal CNSAS e da Penelope Italia, si terrà presso l'Auditorium Comunale di Belluno, dalle 9.00 alle 13.00; maggiori informazioni, programma, e relativa locandina qui e qui.

Il "trauma" del lutto "inelaborabile" di un parente che "scompare", e che da un giorno all'altro cessa di essere presente alla sua rete sociale e famigliare, è molto particolare, e si differenzia da altri tipi di sofferenza emotiva proprio per l'indeterminatezza che lo caratterizza.

La separazione simbolica dal soggetto assente diviene impossibile "in assenza di una presenza" (di un corpo, una certezza di morte, un'informazione che confermi la chiusura simbolica del percorso affettivo-relazionale).

L'ambivalenza di speranza e angoscia che quindi caratterizza queste situazioni, e che impedisce - anche dopo molto tempo dalla scomparsa - di avviare un'elaborazione adeguata del significato dell'evento, o del possibile lutto, lo rendono una situazione molto anomala anche per il clinico esperto.

Al contempo, la necessità di focalizzare le ineludibili dimensioni sistemico-relazionali, assai complesse, che sono tipiche di queste situazioni, rende necessaria una preparazione vasta ed articolata per i colleghi che se ne intendono occupare (la classica formazione psicotraumatologica individuale, insomma, se troppo rigida, per certi aspetti rischia di mostrare dei limiti funzionali davanti a situazioni così specifiche e complesse).

Su un altro versante, l'occasione del Convegno è utile per riflettere su quelli che possono essere, tangenzialmente, anche dei contributi "non strettamente clinici" della psicologia all'attività di ricerca di persone scomparse. Ad esempio, lo studio dei pattern abituali di "wayfinding" ed orientamento spaziale di pazienti con deterioramenti cognitivi, diviene di preziosa utilità per facilitare e direzionare in maniera razionale le operazioni di ricerca e soccorso. Un contributo psicologico rilevante, che non deriva dalla tradizione clinica, ma che non di meno rappresenta un potenziale applicativo notevole della psicologia dell'emergenza modernamente intesa.

Insomma, la psicologia dell'emergenza gioca come sempre la sua importante sfida identitaria sia sulla clinica (ed a volte su "forme della clinica inattese" e poco conosciute), che sui suoi possibili contributi "non-clinici", di interessanti potenzialità operative e sociali.

Luca Pezzullo

17 settembre 2009

Attentato di Kabul

Brutta notizia per la ripresa post-estiva delle attività del Blog.

E' un giorno di lutto, per quelle che, se le notizie di agenzia saranno confermate, sono le 6 vittime italiane dell'attentato di oggi di Kabul.

Le condoglianze ai parenti e colleghi dei militari coinvolti, appartenenti al 186° Reggimento della Folgore.

(Aggiornamento): le notizie sono confermate; 6 deceduti, 4 feriti tra i Parà; e leggo adesso che si sono aggiunti al conto delle vittime ben 15 morti e 60 feriti tra la popolazione.

09 luglio 2009

Giornate Siciliane di Psicotraumatologia - 4/5 settembre 2009

Segnalo l'importante evento che si terrà a settembre in Sicilia:

La I° Edizione delle Giornate Siciliane di Psicotraumatologia

che si terranno a Piazza Armerina il 4-5 settembre 2009.

Si tratta probabilmente di uno dei maggiori eventi culturali nazionali di psicotraumatologia del 2009, sia per articolazione scientifica che per "calibro" degli invitati.

Le "Giornate", organizzate da Psicologi per i Popoli, si prefiggono l'obbiettivo di tematizzare alcuni dei principali nodi concettuali nella comprensione teorica, e dell'operatività clinica, sul "Trauma".

Le dimensioni culturali, sociali, psicologiche e biologiche del trauma, e dei modi per "prendersene cura" attraverso adeguate "azioni, narrazioni e relazioni", saranno approfondite attraverso interventi e lezioni magistrali di alcuni dei massimi esperti italiani ed europei.

Tra gli altri, vi parteciperanno alcuni dei più noti psicotraumatologi internazionali, quali Crocq, De Soir, Ducrocq...

In sintesi, un appuntamento scientifico-culturale sinceramente di alto livello, che sono felice si sia potuto concretizzare dopo mesi di impegno organizzativo.

Maggiori informazioni, programma dettagliato e scheda di iscrizione:
http://www.psicologiperipopoli-sicilia.org/

Luca

07 luglio 2009

Aggiornamenti ed importanti recensioni !

Mi scuso per il mancato aggiornamento del blog nelle ultime settimane; purtroppo, l'attività organizzativa ed operativa in Abruzzo è stata molto intensa e complessa, e l'aggiornamento del blog è passato in secondo piano davanti a necessità - ahimè - più urgenti.

Da adesso in poi, comunque, l'aggiornamento sarà molto più frequente.

E inizio questo periodo di aggiornamenti con la recensione di un testo di grosso rilievo per la psicologia dell'emergenza italiana.


E' il volume "Psicologia dell'Emergenza", di Luca Pietrantoni e Gabriele Prati, uscito quest'anno per i tipi del Mulino
.

Assieme ad un altro testo di Fabio Sbattella, che recensirò più avanti, si tratta di un'integrazione essenziale nel panorama nazionale della pubblicistica di settore, in cui mancavano trattazioni della materia emergenziale di questo tipo.

Si tratta di un'opera per molti aspetti interessante, e che va finalmente a colmare un grave "gap" della pubblicistica italiana di settore.
Nel nostro paese, infatti, mancavano opere che, in maniera chiara, sintetica ed aggiornata, affrontassero una panoramica teorico-scientifica completa del campo della psicologia dell'emergenza. Altre opere esistenti, infatti, si occupano di assetti teorici più specifici (lo Young, ad esempio), o sviluppano una dimensione critico-teorica più focalizzata (Axia).
Questo testo, invece, rappresenta un'introduzione agile, completa ed aggiornata al settore.

L'opera di sintesi effettuata da Pietrantoni e Prati si costituisce quindi come utilissima opera introduttiva, di livello accademico, sul tema della psicologia dell'emergenza e delle sue principali ramificazioni subdisciplinari.

In diversi capitoli, chiari e snelli, viene presentato lo "stato dell'arte" della letteratura scientifica nei diversi settori di ricerca e pratica dell'emergenza, permettendo a chi si avvicina per la prima volta a questo campo (o vuole aggiornarsi in maniera efficace sulla letteratura scientifica più recente) di conseguirne una conoscenza teorica di merito in maniera unitaria, senza disperdersi fin da subito in troppe fonti diversificate. L'aggiornamento della letteratura scientifica è ottimo, con articoli e riferimenti fino al 2008.

Oltre alla trattazione introduttiva dei concetti classici di settore, il volume si caratterizza per l'inquadramento di temi raramente affrontati nella letteratura in lingua nazionale: le esercitazioni operative, un'ampia e apprezzabile parte sull'adattamento agli ambienti estremi (tema di confine tra psicologia ambientale, psicofisiologia, psicologia dell'emergenza), e lo svolgimento delle attività di ricerca in situazioni di emergenza.

Quest'ultima sezione è di particolare utilità ed interesse in un testo accademico, anche perchè va ad ovviare ad una carenza grave dei testi di settore.
Fare "ricerca in emergenza", ponendo la massima attenzione nel condurla con le dovute modalità - e con il riconoscimento dell'ovvia priorità delle attività di assistenza e gestione della crisi - non solo è possibile, ma è anche fondamentale per permettere a questo settore di svilupparsi adeguatamente da un punto di vista scientifico-professionale; Pietrantoni e Prati chiariscono bene quali sono i criteri metodologici da tenere presenti, le linee-guida orientative, la logica della ricerca in questi delicati "settori di confine".

L'obbiettivo di formare una figura di scientist-practitioner dell'emergenza è insomma ben definita in questo testo.

Un'opera diretta a studenti di psicologia, quanto a psicologi già operanti in quest'ambito, e che ne desiderano un inquadramento teorico più strutturato; è quindi un volume consigliato sia ai "neofiti assoluti", sia a chi se ne interessa professionalmente già da un pò.

Luca

30 aprile 2009

Abruzzo: dalla continuità assistenziale, alla continuità esistenziale

Riaggiorno il blog, a qualche giorno di distanza, sulle attività di sostegno psicologico in corso in Abruzzo.

Proseguono le attività della Protezione Civile nazionale, e dei gruppi collegati, per l'esecuzione degli interventi nelle aree colpite dal sisma del 6 aprile scorso.
La situazione sul campo è per molti aspetti in via di stabilizzazione logistica, ma al tempo stesso rimane intensa da un punto di vista operativo (per tutto il sistema dei soccorsi in generale, psicologi compresi).

I colleghi operativi sia nella zona del sisma che sulla costa (prevalentemente afferenti al DPC, a Psicologi per i Popoli, alla SIPEM, al PEA ed agli Ordini, variamente situati ed inquadrati) stanno svolgendo attività di tipo sia clinico che psicosociale, compiendo anche monitoraggi dei bisogni psicologici nei vari COM e nel complesso sistema dei campi e delle tendopoli (giunte quasi a quota 140).

Le linee di lavoro prevalenti sono con i minori (spazi di gioco psicologicamente orientati), con gli anziani (in molti casi, abbastanza provati dalle lunghe settimane di vita nelle tendopoli), e con gli adulti, soprattutto coloro che si trovano attualmente - passata la fase dell'emergenza acuta - a doversi costruire una nuova rappresentazione del proprio futuro, ed a gestire così la "transizione" possibile delle proprie attività, relazioni, situazioni contestuali nei prossimi mesi.
Un lavoro non facile, in cui all'attività clinica classica si deve affiancare e preferire, per molti aspetti, un'attività maggiormente orientata su criteri psicosociali e comunitari.

Altra area di lavoro per gli psicologi è quello della percezione collettiva e della comunicazione del rischio; si tratta di un ambito delicato e complesso, anche perchè in questo momento si diffondono spesso falsi allarmi, leggende urbane e voci "da campo" (se ne parlava anche sui quotidiani nazionali in questi giorni) di possibili nuove scosse di alta magnitudo.
Voci del resto infondate, visto che è impossibile prevedere con precisione specifici eventi sismici; ma che non di meno, nel clima gruppale e comunitario che è comprensibilmente a tratti saturo di ansia, assumono proporzioni marcate.

In questi giorni, a tre settimane dall'evento sismico principale, la fase di emergenza acuta (almeno per l'intervento immediato sulla crisi) si può dire per certi aspetti conclusa, con la relativa stabilizzazione dello scenario operativo da un punto di vista di soddisfacimento dei bisogni fondamentali, organizzazione, logistica del sistema dei soccorsi.

Certamente, le diverse realtà sul territorio hanno sicuramente problematiche e situazioni diversificate anche da questo punto di vista, ma "l'urgenza del fare" dei primissimi giorni, per certi aspetti, inizia a mutare in qualcosa di ancora più articolato e complesso.

Per alcuni tipi di attività, si può quindi iniziare a pensare in termini di graduale passaggio, nelle prossime settimane, tra l'operatività "di crisi" e quella "del supporto di continuità".

Con l'evoluzione progressiva delle situazioni sul campo e dello scenario d'intervento muteranno infatti, almeno in parte, i problemi operativi con cui i nostri colleghi devono confrontarsi nei campi; l'attenzione alla dinamica psicosociale e comunitaria, dovrà probabilmente articolarsi ancora più nel senso della ripresa di "continuità esistenziale" oltre che "assistenziale" per la popolazione coinvolta.

Si tratta, anche per i soccorritori, di accettare e sostenere la transizione dall'assistere dei primi giorni, all'esistere di nuovo come popolazione attiva, autonoma, che si autogestisce con efficacia.

La costruzione di prospettive di senso sulla propria nuova realtà, il rientro nelle case (o la delusione del fallimento del progetto di rientro), il sostegno alla pensabilità di una "continuità" personale e famigliare nei mesi successivi, l'organizzazione di attività di supporto nel medio periodo, le tensioni tra comunità vicine per percepite asimmetrie nei servizi/benefici, la ripresa della regolarità della vita comunitaria in un contesto molto diverso dal precedente, l'usura emotiva, sociale e fisica della vita nelle tendopoli per molte settimane, sono tutti assetti "emergenziali/post-emergenziali" in cui un pensiero ed una pratica psicologica attentamente orientata potrà e dovrà fornire spunti e modelli di lavoro con le comunità colpite.

Luca Pezzullo

18 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo - nuovi aggiornamenti

Dopo alcuni giorni complessi, alcuni aggiornamenti.

Le squadre di psicologi coordinate dal DPC coprono ormai le pertinenze di quasi tutti i diversi COM (Centri Operativi Misti, ciascuno dei quali si occupa di una particolare area del territorio coinvolto dal sisma), con team di psicologi dell'emergenza integrati funzionalmente con le direzioni dei campi e dei servizi sanitari.
DICOMAC (la Direzione Comando e Controllo, che gestisce tutte le operazioni in teatro) ha distribuito in maniera equilibrata tutte le risorse afferenti alla Protezione Civile nazionale.

In molti COM, i colleghi operano a partire da un determinato campo-base (di solito una delle tendopoli principali), per poi girare regolarmente anche nelle pertinenze secondarie, spesso con l'ausilio dei mezzi della Protezione Civile. Continuano le intense attività assistenziali alla popolazione, sia minori (con le tende per i bambini, comprensive di giochi psicologicamente orientati, ludoteche, piccole biblioteche), che adulti ed anziani.

Sono in corso, da parte dei diversi gruppi di colleghi (di varie "appartenenze" associative) attivi nei diversi teatri operativi, le attività di valutazione e sostegno del disagio psicologico e psicosociale; l'attività informativa specialistica (la cosiddettà "psychoeducation" sulle reazioni emotive alle situazioni di crisi); la liaison con i servizi psichiatrici (per i pazienti già in carico ai servizi territoriali previamente al sisma); le consulenze a genitori e famiglie; i debriefing a gruppi di soccorritori (spesso operanti da giorni in situazioni difficili).

Viene svolto, ed è importantissimo sottolinearlo, moltissimo lavoro di psicologia di comunità (empowerment sociale, sviluppo delle risorse psicosociali locali, etc.), che in emergenza ha un ruolo assolutamente fondamentale; per molti aspetti anche maggiore, per rilevanza operativa e necessità di diffusione, di quello clinico.

Buono il coordinamento centralizzato del DPC, anche se in alcuni casi ci sono state sovrapposizioni funzionali con gruppi o singoli che non si sono ben integrati funzionalmente nel necessario sistema di coordinamento operativo del Dipartimento di Protezione Civile.

Molte squadre regionali di Psicologi per i Popoli, con questo weekend, si avviano ormai a ruotare in teatro le squadre di terza partenza (in collegamento con le proprie Colonne Mobili Regionali di afferenza di Protezione Civile), e si stanno organizzando per sviluppare un'assistenza di crisi di breve-medio termine (adattandola col tempo anche al continuo, fisiologico, evolversi delle esigenze psicosociali e organizzative).

I feedback sulle attività psicologiche sono in media assai positivi, sia da parte della popolazione coinvolta che dei responsabili dei campi e dei servizi della Protezione Civile. Insomma, gli psicologi dell'emergenza italiani sembra che stiano davvero bene operando, portando un ausilio effettivo alla popolazione, e contribuendo così anche a rinforzre la buona immagine sociale della nostra professione.

Al prossimo aggiornamento,
Luca

13 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo - ulteriori aggiornamenti

Nuovi aggiornamenti dalla situazione in Abruzzo.

Situazione complessa e molto articolata
, ma con attività di supporto psicologiche e psicosociali in quantità crescenti nelle varie tendopoli, assegnate ai diversi COM (Centri Operativi Misti) coordinati dal CCS de L'Aquila.

Necessariamente la rappresentazione che fornisco è "a macchia di leopardo", nel senso che è difficile produrre un quadro completo della situazione, in continua e rapidissima evoluzione.

Con oggi, ad una settimana dal sisma e dall'avvio dei soccorsi, sono in corso di sostituzione molte squadre e contingenti operativi di Protezione Civile arrivati nelle prime ore; gruppi che terminano il loro turno settimanale di servizio operativo, e che vengono sostituiti da colleghi nuovi. Questo ricambio coinvolge anche diverse squadre di psicologi, che vengono via via sostituite dalle squadre "fresche" di colleghi, che nel frattanto si erano preparati e coordinati per rilevare i colleghi operativi già da molti giorni.

Tra gli altri, sono stati ruotati i bravissimi colleghi del Trentino e della Val d'Aosta, che hanno intensamente operato nei campi loro assegnati fin dal primo/secondo giorno delle operazioni, e che adesso si stanno organizzando per garantire la relativa continuità operativa dei siti loro assegnati.

Ma è in effetti difficile, e forse anche inutile, fare il mero elenco dei siti e degli spostamenti dei gruppi di colleghi nel teatro delle operazioni.
Solo alcuni accenni per dare un'idea della complessità degli interventi:

Il coordinamento centralizzato della Protezione Civile nazionale prosegue, con briefing tecnici ogni 48 ore tra tutte le componenti Psi- presenti nell'area de L'Aquila. Questi incontri, anche se costringono a spostamenti non sempre facili, hanno lo scopo fondamentale di "tenere insieme" le attività psicologiche, fornendo a tutti i colleghi presenti sul campo uno spazio di pensiero collettivo sui problemi, le difficoltà, le criticità degli interventi in corso.

Diversi gruppi di colleghi sono inquadrati in campi e realtà territoriali difficili, anche da un punto di vista ambientale e climatico.
Se già in valle la situazione delle condimeteo è pessima, con campi ben organizzati ma spartani, alcune colleghe stanno operando direttamente in montagna, in siti con temperature bassissime e scarse strutture di supporto logistico.
Ce ne sono alcune operanti in quota a 1500 metri, e che devono raggiungere i siti operativi in fuoristrada, con tende ancora poco o nulla riscaldate.
Tali condizioni ambientali rendono ancora più difficile ed impegnativo (oltre che estremamente faticoso) il mantenimento delle attività operative, che vengono però tenute attive grazie sia all'impegno generoso dei colleghi, sia al grosso supporto che viene fornito loro dalla Protezione Civile.

In gran parte dei siti e delle tendopoli l'apprezzamento per l'opera degli psicologi della Protezione Civile è elevato, ed i colleghi stanno ottenendo in media ottimi feedback anche dai funzionari e dirigenti delle varie associazioni del sistema dei soccorsi.

Molti colleghi stanno iniziando a spostare il focus della loro attenzione dall'intervento di crisi dei primissimi giorni, clinicamente orientato, verso le necessità del medio termine, più di tipo psicosociale.
Come psicologi è importante, soprattutto adesso, non chiudersi professionalmente in una mera (per quanto fondamentale) "clinica del trauma", ma invece tenere aperta la propria prospettiva operativa soprattutto verso l'integrazione di linee di lavoro psicosociale, comunitario, organizzativo.

Molti colleghi devono gestire complesse situazioni organizzative, logistiche e coordinative; a riprova dell'essenzialità di percorsi formativi, per gli psicologi dell'emergenza, che a fianco dei classici temi e concetti della psicologia di crisi, inseriscano contenuti formativi con una forte enfasi sulla dimensione "organizzativa ed operativa" dei sistemi dell'emergenza, sull'accettazione delle inevitabili frustrazioni del lavoro in contesti ad alto "attrito emotivo e comunicativo", sulle tecniche pratiche di pianificazione operativa e di contingenza.

La popolazione nelle tendopoli inizia a sentire il bisogno di riprendere maggiormente spazi di autonomia e di autogestione; segno positivo di uscita dalla fase di passività iniziale del post-evento, e che il sistema dei soccorsi deve permettere, garantire e sostenere. I soccorritori, seppur nel rigore organizzativo necessario in queste situazioni, devono riconoscere gli spazi di autonomia della popolazione, senza impedire (anche solo implicitamente) il raggiungimento e mantenimento degli stessi, con i relativi vantaggi sia pratici che psicologici.

In sintesi, si deve passare dalla logica dell'aiuto "umanitario" (cioè quella che passivizza la "vittima") verso quella dell'aiuto "umanizzante" (cioè quello che le restituisce la sua inalienabile dimensione di uomo "adulto ed attivo").
O, detto in altri termini, si deve passare "dal focus assistenzale, al focus esistenzale".

Buon lavoro a tutti i colleghi sul campo,
Luca Pezzullo

12 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo - i colleghi Abruzzesi

Man mano che ricevo informazioni anche da altre componenti operative sul campo, aggiorno le informazioni.

L'impegno dei colleghi Abruzzesi è stato ovviamente il più diretto, e personale, di tutta la macchina dei soccorsi psicologici e psicosociali che si è attivata in seguito al sisma.
Moltissimi colleghi si sono immediatamente messi a disposizione del sistema dei soccorsi, dell'Ordine dell'Abruzzo e dei gruppi locali di Protezione Civile, per fornire attività organizzative ed operative fin dal primo giorno. Oltre che a L'Aquila, i colleghi abruzzesi hanno operato nei vari campi e sulla costa, dove è stata sfollata parte della popolazione coinvolta.

Le squadre di psicologi dell'emergenza del PEA (Psicologi Emergenza Abruzzo) si sono in particolare attivate fin dalle primissime ore, per prestare supporto alla popolazione, facilitare il coordinamento in loco con le squadre provenienti da fuori regione, e garantire la continuità assistenziale. Gli operatori hanno partecipato alle non semplici operazioni di supporto ai parenti durante le esequie, e continuano da giorni ad essere attivi nelle operazioni di asssistenza psicosociale a Piazza d'Armi.

11 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo - Psicologi volontari ed alcune riflessioni

In questi giorni sono numerosissimi i colleghi che chiedono in privato, a tratti anche molto insistentemente, di partire: vi prego, pazientate; e pazientiamo un attimo come categoria !

L'emergenza non è certo solo quella di questi giorni, anzi.
Non serve "correre subito a fare qualcosa, qualunque cosa purchè si faccia qualcosa": in molti casi, come psicologi, ci serve anzi fermarsi, tollerare l'ansia del "rinvio del fare", recuperare "spazi per pensare" a medio termine, ed avviare quindi la progettazione di attività più complesse, articolate ed a lunga prospettiva.

Dobbiamo fare "azioni", non "agiti". A maggior ragione perchè siamo in emergenza.

Paradossalmente, l'emergenza "dura e difficile" inizia dopo, quando le telecamere non ci sono più, quando i soccorritori iniziano a diminuire, quando si cerca di
riavviare una normalità difficile.
Nelle settimane successive emergono le difficoltà a fare nuovi progetti di vita, a ripianificare il proprio futuro, a costruire una prospettiva di significato personale, a riavviare i processi psicosociali di una comunità "ferita" a livello collettivo.

Che è qualcosa di molto più complesso del "semplice" PTSD individuale, ma
spesso anche molti psicologi e psichiatri se ne dimenticano.

Non c'è solo da fare "psicoterapia": c'è da fare moltissima psicologia di
comunità
. Noi psicologi per non dobbiamo chiudere la nostra "prospettiva di
senso" su un evento del genere, pensando che si debba fare solo "intervento
clinico sul trauma", o "psicoterapie del PTSD". Questo serve, ed è essenziale, ma è solo una piccolissima parte del lavoro psicologico post-emergenza.
Gran parte del lavoro dovrà essere invece di tipo psicosociale, comunitario,
di empowerment sociale.

Nei prossimi mesi, passata l'emergenza acuta e superata la fase di Legge 194,
per tutti gli psicologi che lo vorranno ci saranno quindi molte possibilità per prestare aiuto, ed implementare la propria professionalità gratuitamente a supporto della popolazione abruzzese (in ambito clinico, sociale, di psicologia di comunità).

E nel medio termine, tutte le componenti della professione (Ordini,
Università, Associazioni Professionali, Scuole, etc.), potranno (e
dovrebbero?) dare un contributo volontario importante, nei propri ambiti di
pertinenza.

Interventi psicologici nel Terremoto Abruzzese

Continuo con gli aggiornamenti in presa diretta, in merito alle attività di supporto psicologico alla popolazione de L'Aquila e delle altre zone coinvolte dal sisma dell'Abruzzo, nell'ambito della Protezione Civile nazionale.

Diversi problemi organizzativi e logistici sono stati causati dalle
numerose autocandidature di gruppi, singoli ed operatori di vario tipo,
da varie regioni e non integrati nel sistema dei soccorsi, spesso privi di esperienza operativa, che si sono "autoconvocati" e che stanno rendendo a tratti difficile l'ottimizzazione dell'impiego delle risorse.

Apprezzabilissimo l'impegno volontario, ma il DPC ha ribadito chiaramente che, in questa fase e nelle aree di intervento operativo, sono ammesse ad operare direttamente solo le associazioni già appartenenti o convenzionate col volontariato nazionale di protezione civile ai vari livelli (comunale, regionale, nazionale), per ovvi motivi logistici, coordinativi e di sicurezza operativa.

Si segnala inoltre che il numero di soccorritori organizzati è dell'ordine dei 10.000, una città nella città; con ovvia "pressione" sulle linee logistiche, di ammassamento e di vettovagliamento del personale di soccorso.
La Protezione Civile deve prioritizzare vitto ed alloggio per i cittadini (siamo a quota 28.000 sfollati), ed il crescente numero di volontari "autoconvocati" aumenta il peso della situazione.

Da un punto di vista psicologico, fino al giorno precedente i funerali sono proseguite le opere di accompagnamento psicologico all'obitorio per il riconoscimento delle salme.
Alcuni colleghi vi hanno operato ieri per tutto il giorno, e vi sono tornati
poi per rimanere fino a notte inoltrata con i parenti delle vittime, con un
impegno emotivo, tecnico ed umano notevole.

In questo momento sono già giunte le ulteriori squadre operative di psicologi
attivati dal DPC (Psicologi per i Popoli), dalla Lombardia, dal Piemonte e dall'Emilia Romagna.
Vengono distribuiti in aree e tendopoli diversificate, a seguito delle ricognizioni sui bisogni psicosociali sul territorio attuate negli ultimi giorni.

Sono rientrati intanto in Lazio i colleghi che hanno operato, in maniera
estremamente intesa, nei primi giorni e notti di attività svolta presso
l'obitorio.

Domattina è previsto un ulteriore rinforzo nei paesi limitrofi a L'Aquila, per
la fase post-funeraria, con squadre del Veneto e del Trentino specializzate in
supporto ai minori ed elaborazione lutto.
Arrivano anch'esse già dotate degli equipaggiamenti e dei Kit precondizionati per
la costituzione degli "spazi protetti" per i minori.

Il coordinamento centrale degli psicologi a cura della Protezione Civile
Nazionale sta funzionando, e le coperture dei campi e delle tendopoli iniziano ad essere sempre più organizzate ed articolate.

Stanno già iniziando a muoversi anche le squadre operative di "seconda
partenza" (sempre dal Veneto e dal Trentino; e poi ancora ne dovrebbero
arrivare altre da Piemonte e Sardegna), che daranno il cambio ai colleghi,
stanchissimi, che sono operativi continuativamente già dal lunedi/martedi.

08 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo - richieste di partenza

Una nota importante:

In queste ore, moltissimi colleghi continuano ad offrirsi volontari, ma la
politica scelta dalle associazioni di volontariato (o almeno da PxP) è quella
di rifiutare le numerose autocandidature dei colleghi non specificatamente
esperti di operatività di emergenza, e di non mandare nessuno "da
solo", in maniera "esterna" ai gruppi e squadre organizzate e coordinate da
esperti già inquadrati nel sistema di protezione civile nazionale.

Più in generale, è importante tenere presente che in questo momento il numero di volontari sul posto è già elevatissimo, ed il Dipartimento di Protezione Civile ha
ribadito chiaramente che, in questa fase e nelle aree di intervento operativo,
sono ammesse ad operare direttamente solo le associazioni già appartenenti o
convenzionate col volontariato nazionale di protezione civile ai vari livelli
(comunale, regionale, nazionale), per ovvi motivi logistici, coordinativi e di
sicurezza operativa.

Terremoto in Abruzzo - 4

Brevi aggiornamenti sulla situazione operativa.

Domani in giornata affluiscono ulteriori squadre del volontariato psicologico di
emergenza sui vari scenari, anche a supporto delle unità operative di PC e
VVF.
Attualmente sono operative nei vari teatri le squadre di prima partenza di Psicologi per i Popoli della Val d'Aosta, di Cuneo, della Lombardia, del Trentino, del Lazio.

Domani giungeranno ulteriori rinforzi da Torino, Sondrio e dall'Emilia Romagna.
Venerdi le squadre di seconda partenza del Veneto, ed a seguire a Pasquetta le seconde/terze partenze, sempre dal Veneto e probabilmente dalla Sardegna.

Attivi sul posto anche numerosi operatori della SIPEM. Tra le altre, sul posto è attiva la squadra di intervento di SIPEM Liguria, che ha condotto anche delle ricognizioni sul campo dei bisogni psicosociali in diverse aree colpite dal sisma.

Ieri notte sono arrivati dalla Val d'Aosta, con una colonna mista
logistica PC - psicologi PxP, i kit da campo per l'assistenza ai bambini ed agli
adolescenti (i cosiddetti "Zaini Infanzia", predisposti con il materiale per
la costruzione di spazi di ascolto e spazi protetti per bambini di varie età).

La Protezione Civile Nazionale ha istituito un coordinamento del supporto
psicologico, con personale del Dipartimento che coordina e distribuisce le varie risorse in maniera integrata ed unitaria; ogni sera viene tenuto un briefing operativo a L'Aquila, con tutte le principali componenti psicologiche coinvolte nei soccorsi.

L'operatività dei colleghi che hanno operato tutta la giornata di ieri e la notte
nelle attività di accompagnamento al riconoscimento delle salme è stata
comprensibilmente pesante, ma molti colleghi stanno operando con le
famiglie in maniera straordinaria, anche se in un contesto emotivo
estremamente difficile. Un augurio ed un pensiero che "sappiano prendersi cura
anche di sè stessi", per tutti loro.

Luca

06 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo - non solo PTSD

Alcune note:

va molto di moda parlare di "emergenza=PTSD". No.
C'è anche il PTSD, certo; ma ha una incidenza molto bassa, sul totale della
popolazione affetta. Non confondiamo le gravi difficoltà emotive e relazionali
che possono seguire a questo evento, con l'automatica etichettatura
diagnostica. Gli effetti psicologici a lungo termine di un evento di tale
magnitudine non si esauriscono nel solo PTSD.

Gli effetti sono di ben altro tipo, complessità e richiedono interventi
integrati: si pensi ad esempio al senso di sradicamento territoriale, la
perdita dei referenti simbolici dell’abitazione, l’interruzione della
regolarità e prevedibilità della vita quotidiana (con annessi sensi di perdita
di agency e mastery), la perdita della strutturazione sociale e relazionale,
la potenziale perdita di posti di lavoro, case e strutture di servizio ed i
relativi effetti psicologici dei problemi economici; le future "lotte
burocratiche" prolungate, sia col Pubblico (ma lo Stato è con me o contro di
me ?), che col Privato (Assicurazioni, etc.).

Per non parlare (succedono sempre anche queste), ad un livello di psicologia
di comunità, dei fenomeni di conflitti tra comunità territoriali vicine (per
il controllo delle risorse, per le asimmetrie di distribuzione degli aiuti,
per gli emergenti conflitti di territorializzazione, etc.).

Insomma, un lavoro psicologico complesso, a lungo termine, su più livelli, con una forte ottica che esce dalla dimensione "individuale" e si sposta sull'asse "comunitario".
L'emergenza è un lavoro che integra più che mai le dimensioni sociali,
microculturali, cliniche, comunicative.

Quindi, su questo, come categoria professionale dobbiamo tenere uno sguardo al
contempo molto "pragmatico" (non si va all'avventura, ma in maniera
consapevole, organizzata, coordinata); ma insieme anche "complesso", che non
si limiti a riduzionismi solo psicopatologici.

Luca

Terremoto in Abruzzo - 2

Aggiorno e dettaglio:

E' partita già stanotte l'attivazione del volontariato nazionale di Protezione
Civile, compresi gli psicologi-volontari già strutturati nel sistema nazionale
del DPC.
Molti colleghi, qualificatisi in psicologia dell'emergenza, e strutturati
nelle Colonne Mobili di Protezione Civile che si stanno attivando in tutta
Italia, sono in standby con gli equipaggiamenti pronti, e le prime squadre sono già partite per le aree di ammassamento-soccorritori in Abruzzo.
Il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha ufficialmente attivato poco
fa Psicologi per i Popoli ai sensi della dichiarazione di emergenza nazionale.

I gruppi operativi di psicologi di varie associazioni professionali stanno
predisponendo i kit di emergenza psicologica (zaini infanzia, anziani), e si
stanno collegando con i nuclei socio-assistenziali di Protezione Civile con
cui operano abitualmente. In queste ore si stanno definendo i criteri
operativi e d'intervento per tutte le componenti del Sistema di Protezione
Civile (VVF, PC, CRI, ANPAS, Misericordie, Volontariato Professionale, etc.).

Terremoto in Abruzzo

Un flash telegrafico: sono stati attivati diversi gruppi di psicologi dell'emergenza nelle colonne mobili regionali e nazionali della Protezione Civile, per l'intervento in Abruzzo.

Psicologi per i Popoli ha attivato diverse squadre operative, integrate nella Protezione Civile, che stanno affluendo in teatro in queste ore e nei prossimi giorni.

Oltre a Psicologi per i Popoli, si stanno attivando anche psicologi della SIPEM, della Croce Rossa, e di altre istituzioni ordinistiche.

Il coordinamento operativo sul posto, a cura del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, sarà finalizzato a massimizzare la sinergia tra i vari gruppi di psicologi intervenuti.

27 febbraio 2009

Integrazioni teoriche interessanti

Periodo di recensioni !

Nell'attesa di esporre un'ampia recensione del nuovo, importante, volume "Psicologia dell'Emergenza", di Luca Pietrantoni e Gabriele Prati, per i tipi del Mulino (che sto leggendo con interesse in questi giorni), segnalo brevemente un testo di Michele Giannantonio e Silvio Lenzi:

"L'Attacco di Panico", Cortina Editore, 2009

Il volume non si propone come testo di base, ma come volume "avanzato" per la teoria della tecnica del trattamento psicoterapeutico degli attacchi di panico. L'aspetto interessante ed originale del volume è la sua trattazione integrativa, rigorosa e ricca di spunti di riflessione, tra approcci cognitivo-comportamentali, ipnotici e basati su procedure di processazione e rielaborazione (emdr).

Si tratta di temi che, seppur sviluppati in un ambito clinico in parte diverso rispetto a quelli più "classici" dell'emergenza, propone un'interessante "traccia di lavoro" per chi voglia riflettere sulle possibili connessioni tra approcci e modelli teorici differenti, nella gestione integrata di specifiche casistiche cliniche.

Il lavoro svolto dai due autori è di particolare interesse proprio perchè lo "spazio di pensiero" aperto sulle possibili modalità integrative dei diversi modelli è molto avanzato: non assistiamo quindi al semplice "giustapporre" tecniche o modelli eterogenei (come troppo spesso avviene in approcci psicoterapeutici alla "anything goes"), ma ad un genuino tentativo di capire "perchè e come" teorie della mente e della clinica differenti possano riuscire ad "interconnettersi" efficacemente e criticamente tra loro.

Insomma, invece di limitarsi a proporre una acritica "somma" di A e B, come a volte è stato fatto in letteratura, gli autori riescono bene a rendere il senso della complessità epistemologica e teorico-clinica della possibile connessione tra A e B: e temi come la CBT e le tecniche ipnotico-suggestive o di riprocessazione/rielaborazione, proprio per la loro complessità intrinseca, non possono essere certo affrontate in maniera superficiale o troppo "meccanica". Devono essere prima ben "pensate", per poter poi essere "eseguite" bene.

Giannantonio e Lenzi ne propongono quindi uno studio avanzato, che non può che essere impegnativo, ma che coglie bene questa intrinseca ed irriducibile complessità dei modelli da loro affrontati, soprattutto per chi pensa di utilizzarli in ambito clinico.

La metapsicologia che ne emerge, e gli stimoli terapeutici proposti, sono quindi un "percorso di idee" che dovrebbe incuriosire molti colleghi, soprattutto coloro che si muovono nell'area CBT.

Luca

04 febbraio 2009

Dibattito a Milano sulla Psicologia dell'Emergenza

Diffondo la notizia dell'interessante incontro che si terrà fra dieci giorni a Milano sulla Psicologia dell'Emergenza, con patrocini e partecipazione dell'OPL, della Protezione Civile Nazionale, dell'ANPAS Lombardia, della CRI di Milano, dell'Università Cattolica e di Psicologi per i Popoli.

Incontro-Dibattito:
"Psicologia dell'Emergenza, Attualità e Prospettive", presso la Casa della Cultura di Milano di via Borgogna, 3 - 13 febbraio 2009, ore 15.00.

Con la partecipazione di Enrico Molinari, Luigi Ranzato, Agostino Miozzo, Fabio Sbattella, Marisa Portoni ed altri.

Anche se il "pre-testo" dell'incontro è la presentazione dell'ottimo volume di Sbattella ("Manuale di Psicologia dell'Emergenza", FrancoAngeli, 2009), che ha effettuato un'importante e condivisibilissima operazione culturale e scientifica di
"riconcettualizzazione profonda" della psicologia dell'emergenza, e delle sue connessioni strutturali con la pratica professionale psicologica, in un modo che è scientificamente molto più ampio di quanto, a volte, si pensi di questo delicato e complesso settore, si tratta a tutti gli effetti di un evento importante di promozione della cultura professionale di settore; evento in cui rappresentanze e
componenti Ordinistiche, Accademiche, del Volontariato Professionale specialistico (Psicologi per i Popoli) e dei vertici Istituzionali della Protezione Civile Nazionale si riuniscono costruttivamente insieme, per condurre una riflessione congiunta di merito.

A livello di riflessione personale, questi Patrocini e le relative partecipazioni istituzionali di rilievo, sono anche indicativi della crescente maturità scientifica ed istituzionale del settore, e dell'ormai positiva condivisione, da parte di tutti i principali attori istituzionali intra- ed extracategoriali, di quanto sostenuto su questo spazio informativo già da un pò di tempo: ovvero dell'importanza (o necessità) di sviluppare continuamente percorsi formativi sempre più articolati, completi e rigorosi, affiancandoli a modelli operativi aggiornati e comprensivi (come appunto ben argomentato da Sbattella nel suo volume), a garanzia del livello qualitativo della nostra attività professionale in un settore così delicato e complesso, in cui notoriamente il dibattito professionale è molto intenso.

Quindi, per chi se ne interessa, quello di Milano sarà indubbiamente un evento di grande rilievo professionale.

Luca

04 gennaio 2009

Buon anno, e novità del Blog !

Buon anno a tutti !

Dopo un breve periodo di pausa festiva, riprendono gli aggiornamenti del blog.

E anticipo i miei buoni propositi per l'anno nuovo, in merito ai suoi contenuti.

In primo luogo, cercherò di effettuare gli aggiornamenti in maniera più regolare, aggiungendo almeno un post tematico (recensioni, indicazioni di siti, pubblicazione di brevi articoli) ogni settimana.

In secondo luogo, inizierò con l'anno nuovo a pubblicare alcuni contributi giunti da diversi psicologi dell'emergenza operanti sul territorio, sia al fine di facilitare la diffusione delle riflessioni ed esperienze derivanti dall'ambito professionale, sia al fine di fornire una rappresentazione più ampia del nostro campo operativo.

Dunque, a presto !
Luca Pezzullo