31 gennaio 2010

Aggiornamenti ed approfondimenti su Haiti

Per chi vuole seguire i seri ed importanti aggiornamenti del TIME sul terremoto di Haiti (con un'ampia copertura informativa, fotografica, video, di interviste ed analisi di approfondimento su tutte le fasi di early intervention/recovery), è online il loro Speciale completo, estremamente vasto e ben curato:

TIME - Haiti

Luca

27 gennaio 2010

Giorno della Memoria

Solo due righe, per ricordare ciò che non si deve mai dimenticare.

E per chi vuole poi unire "pensieri" al ricordo, il Trauma Project dell'Università di Yale si occupa specificatamente di condurre ricerche cliniche di ampio respiro sul tema del trauma collegato ad eventi genocidari.

Luca

23 gennaio 2010

Haiti e l'azione umanitaria internazionale

Ad una decina di giorni dal sisma, la prima fase di risposta immediata ed attività di Search and Rescue è giunta a termine; gli entry team dei vari paesi/NGO stanno per iniziare la rotazione in teatro operativo a favore dei team di seconda risposta (più strutturata e strutturale), e - pur sempre in una situazione di coordinamento transazionale generale complessa e ricca di difficoltà - sta iniziando la transizione verso la fase di early recovery.

Il supporto internazionale si sta implementando in maniera progressivamente più strutturata, e dovrà rinforzarsi significativamente soprattutto sul tema dell'assistenza sanitaria, della continuità delle cure nel medio termine per le decine di migliaia di feriti ed invalidi, e della riorganizzazione dei servizi essenziali di WatSan e Food Security; assetti preliminari al passaggio alla fase di recovery vera e propria, con l'avvio della ricostruzione (infrastrutturale, economica e sociale), che probabilmente richiederà molti anni ed una continuità di sforzi ben mirati da parte della comunità internazionale.

Tali attività saranno ovviamente possibili solo all'interno di una adeguata cornice di sicurezza operativa che per adesso, nonostante gli sforzi dei peacekeepers delle Nazioni Unite e delle Forze Armate Statunitensi, rimane ancora labile in molte zone.

Passata la fase di risposta immediata, si inizia anche a parlare della necessità di un supporto psicologico e psicosociale per la popolazione, con particolare enfasi per i minori e per l'avvio della ricostruzione sociale nelle comunità colpite. Sono necessari quindi interventi specificatamente di tipo psicosociale, a livello gruppale e comunitario; e non solo interventi "trauma-centrici" a livello individuale, come a volte si tende erroneamente a pensare.

In questo frangente, l'intervento di molte ONG/NGO è stato fondamentale, sia per capacità tecnica espressa che per tempestività e abnegazione dei propri operatori. Molti dei team di prima risposta delle principali ONG internazionali hanno saputo esprimere una capability straordinaria, ed assolutamente necessaria.

Ciò nonostante, secondo l'ultimo editoriale del prestigioso The Lancet, una delle principali riviste mediche del mondo, sono stati percepibili anche in questo ultimo avvenimento alcuni "segnali" importanti e non del tutto positivi nell'ambito del mondo dell'assistenza umanitaria internazionale.

Si tratta di un tema assai complesso, e del resto già ripetutamente emerso negli ultimi anni nel dibattito internazionale di settore. Rinvio quindi per gli interessati all'articolo originale del Lancet (di una sola, densa, pagina): l'accesso è libero, basta registrarsi qui.

Luca

19 gennaio 2010

Haiti - 2

Ad una settimana dal violentissimo sisma di Haiti, lo scenario logistico ed organizzativo dei soccorsi è ancora molto complesso.

Le Forze Armate Statunitensi stanno svolgendo un importante ruolo di coordinamento de facto delle infrastrutture logistiche e della distribuzione degli aiuti, ed assieme ai peacekeepers del MINUSTAH (la missione dell'ONU ad Haiti) garantiscono una non facile cornice di sicurezza anche agli operatori delle ONG e delle organizzazioni di soccorso intervenute da tutto il mondo.

Il quadro della fase di rescue è comunque ancora assai delicato e frammentario. Anche la forbice nelle diverse stime delle vittime è ancora ampia, tra i 50.000 circa del CICR ed i 150.000 e oltre delle Forze Armate USA.

Il quadro sanitario è inoltre complicato dalle ingenti problematiche WatSan (Water and Sanitation), che nella fattispecie sono di particolare complessità, e dalle difficoltà persistenti nel garantire la catena logistica della distribuzione di acqua e cibo sul territorio. Il quadro di sicurezza è poi ancora molto precario, in particolare in alcune zone, ed il governo locale sembra in seria difficoltà nell'azione di organizzazione generale degli aiuti.

La solidarietà internazionale è stata comunque impressionante, ed i soccorsi giunti sono stati tempestivi e professionali; il vero problema emerso in questa occasione è stata la difficoltà nel coordinamento sovranazionale generale degli aiuti e delle attività di soccorso alla popolazione, che in questo caso è in buona parte mancato (con conseguenze disfunzionali sulla fluida gestione degli aiuti, soprattutto nei primi, critici, giorni). E' un tema di riflessione importante per la comunità internazionale - statale, transnazionale e delle ONG - dei soccorsi.

Per quanto riguarda il supporto psicosociale: molti colleghi psicologi stanno generosamente dando una disponibilità di merito. In realtà, al momento e nel brevissimo termine, i principali beneficiari di supporto Psi- possono e devono essere soprattutto i soccorritori, gli expats di rientro, e le famiglie degli expats deceduti/dispersi. Gli interventi diretti di sostegno psicologico per la popolazione, oltre che estremamente difficili e complessi da un punto di vista organizzativo, logistico e di sicurezza, sono al momento meno urgenti di interventi di supporto primario. Non che la centralità del "caring emotivo e psicosociale" non sia di assoluto rilievo (si vedano anzi le ben note linee-guida IASC sul supporto psicosociale connesso col sostegno rivolto ai bisogni primari); ma in questo momento, per essere chiari, la questione fondamentale non è ovviamente l'andare in tutta fretta ad Haiti a "far debriefing" in senso generalizzato.

Sarà invece fondamentale un supporto psicosociale qualificato e "ben pensato" nella cooperazione internazionale alla ricostruzione, da esplicare nel medio-lungo termine, e focalizzato nelle successive, delicatissime, fasi di recovery della popolazione e della società civile (e che già prima del sisma viveva una situazione assai difficile, dal punto di vista socio-economico).

Luca Pezzullo

14 gennaio 2010

Haiti

Il terribile terremoto di Haiti ha causato un enorme numero di vittime, ancora imprecisato (le prime stime affidabili sulle perdite, solitamente, vengono definite non prima di circa 96 ore dall'evento, in contesti similari), in uno dei paesi già più poveri del mondo.

A livello internazionale, vi è stata una forte attivazione di soccorso, sia da parte di governi che di ONG; attività che è comunque di non facile implementazione, per via degli enormi problemi logistici, organizzativi e di sicurezza che sono legati all'evento ed al suo contesto.

La Task-Force dell'Unione Europea di Protezione Civile ha già proiettato in teatro i primi team di valutazione, e sta avviando il coordinamento delle attività ed azioni operative delle varie Protezioni Civili Nazionali. Dall'Italia è già partito un aereo del DPC, con personale sanitario e di primo assessment tecnico.

Allo stesso modo Medici Senza Frontiere, la Croce Rossa Internazionale ed altre ONG hanno avviato le loro procedure di emergenza internazionale, per garantire l'invio di team sanitari sul luogo nel periodo-finestra delle prime 72 ore (che sono quelle critiche per il supporto acuto).

A livello operativo, per chiunque sia interessato a dare un contributo economico, si ricorda l'assoluta necessità di NON versare soldi al primo gruppo che si presenta "a batter cassa": a livello internazionale, sono già state segnalate purtroppo le prime frodi degli "sciacalli del dolore", che hanno messo online dei siti-civetta per raccogliere soldi sfruttando l'onda emotiva dell'evento.

Favorite, sempre e solo, ONG e associazioni internazionali ben conosciute ed affidabili (MSF, ActionAid, etc.), e solo ai riferimenti indicati sui loro siti ufficiali.

Per altre informazioni, e riferimenti sugli interventi di soccorso, qui c'è la pagina dedicata dell'International Society for Traumatic Stress.

Un saluto,
Luca Pezzullo

12 gennaio 2010

Leggete lo spagnolo ?

Leggete lo spagnolo ?

Bene; allora avete a vostra disposizione, online e gratuitamente, un'ottima rivista di psicologia dell'emergenza e del trauma, già ben conosciuta nel contesto iberico e latino-americano:
Cuadernos de Crisis.

I Cuadernos presentano, in media ogni 6 mesi, una serie di interessanti articoli su vari aspetti della psicotraumatologia, della psicologia dell'emergenza, e del supporto psicosociale nelle situazioni di crisi.

Le riflessioni teorico-metodologiche condotte nei più diversi contesti applicativi presentano spesso profili di stimolo concettuale non banale.

Inoltre, ottimo vantaggio, è liberamente disponibile anche l'archivio dei numeri precedenti, con i relativi .pdf integrali... buona lettura !

Luca Pezzullo

09 gennaio 2010

Buon 2010

Buon 2010 a tutti !

Iniziamo i post del nuovo anno, non solo confermando il ritmo di aggiornamento più frequente dei contenuti (nel 2010 ci sarà un'estensione delle tematiche trattate, e dei loro aspetti sia accademici che applicativi nell'area dell'emergenza, del rischio e della sicurezza); ma anche con un invito a tutti i colleghi psicologi a votare per le elezioni del proprio Ordine professionale, che si tengono in questo fine settimana. Indipendentemente da chi si vota, è fondamentale esercitare il diritto-dovere del voto ordinistico !

Tornando a temi di contenuto... ecco il primo link suggerito dell'anno: le riflessioni di Bruce Schneier, uno dei "guru" della sicurezza a livello internazionale sui problemi della psicologia della sicurezza.

Schneier è un informatico e crittografo; ma alcune delle sue brillanti riflessioni sono di particolare pertinenza ed interesse per tutti i colleghi che si occupano di temi legati al rischio, alla safety ed alla security.

Un saluto a tutti, a presto,
Luca Pezzullo