19 novembre 2008

Convegno di Milano: le linee-guida IASC

Dopo il bel Convegno di Roma sul Debriefing, e sui modelli francofoni delle procedure di "early intervention" (di cui veramente ci sarebbe da auspicarsi una maggiore diffusione in Italia, vista la loro maggiore flessibilità operativa e "coerenza psicologica" rispetto al classico CISD di Mitchell), segnalo un altro importante Convegno di studi, organizzato da Psicologi per i Popoli nel Mondo:

Milano, 26 novembre 2008 - col Patrocinio della Regione Lombardia

CONVEGNO INTERNAZIONALE: "La tutela della salute mentale e la promozione del benessere psicosociale nelle emergenze.
Le Linee - guida IASC sulla salute mentale e il supporto psicosociale nei contesti di emergenza: una sfida per la cooperazione e l’aiuto umanitario complesse".

Il Convegno è oggettivamente di grande rilevanza scientifica, per almeno 3 motivi: la centralità delle nuove linee-guida IASC, che "riscrivono" profondamente la logica trauma-centrica di molti dei vecchi approcci al lavoro psicosociale in contesti umanitari di crisi; il livello scientifico internazionale ed il prestigio istituzionale dei relatori coinvolti (Mark van Ommeren, Agostino Miozzo, etc.); la possibilità di effettuare un confronto scientifico-metodologico tra alcuni dei principali "attori" dello scenario dell'intervento psicosociale fuoriarea italiani.

Il programma dettagliato, con l'elenco dei relatori, è disponibile qui.

Maggiori informazioni sull'Associazione, che sta svolgendo numerosi programmi di intervento psicosociale in vari paesi del mondo,
sul loro sito.

A breve, seguiranno alcuni importanti aggiornamenti di merito a varie iniziative in corso nell'ambito della psicologia dell'emergenza.

Un saluto,
Luca

21 ottobre 2008

Convegno Internazionale a Roma sul Debriefing

Sono ben felice di segnalare il prossimo Convegno internazionale che Psicologi per i Popoli - Lazio ha organizzato a Roma, il 15 novembre p.v.

Il tema è importante, ed il livello dei relatori lo è allo stesso modo.

Del Debriefing, nell'ambito del supporto ai soccorritori (volontari e professionisti) si è parlato tanto; in questo incontro organizzato dai colleghi del Lazio, ci sarà l'occasione di confrontarsi con due dei più noti esperti di psicologia dell'emergenza e psicotraumatologia europea, Erik De Soir e Francois Ducrocq, che esporranno la visione del Debriefing nell'ambito degli approcci francofoni.

In Italia, come è noto, ha avuto larga diffusione la tecnica del Debriefing classico, il CISD di Mitchell; ma i limiti dell'approccio anglosassone al Debriefing (spesso troppo rigido, nella sua applicazione concreta) sono stati delineati in anni recenti da molti autori.

L'incontro di Roma diviene quindi l'occasione per confrontarsi con due dei più autorevoli rappresentanti internazionali del cosiddetto "approccio francese" al tema; approccio che sta riscuotendo un sempre maggior interesse, anche in Italia, in chi si occupa di supporto psicosociale e clinico ai soccorritori nelle situazioni peritraumatiche.

Un convegno importante, quindi, ed a cui parteciperanno dirigenti, psichiatri e psicologi dei Vigili del Fuoco, del sistema SUEM-118, etc.

Il Convegno, nonostante il suo livello, ha anche il vantaggio di essere gratuito (tranne che per i workshop esperienziali annessi).

Trovate il programma dettagliato e maggiori informazioni sul Sito del Convegno, con le relative schede di iscrizione.

Un saluto a tutti,
Luca Pezzullo

01 ottobre 2008

Convegno nazionale Bambini in Emergenza

Sabato 11 ottobre, ad Aosta, presso il Salone delle Manifestazioni del Palazzo Regionale, col Patrocinio della Regione Autonoma Val d'Aosta e del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, si terrà il primo Convegno Nazionale "Bambini in Emergenza", finalizzato all'approfondimento dei problemi teorici e tecnici relativi all'intervento psicologico con i minori in situazioni di disastri e calamità.

L'iscrizione è gratuita, ma con preiscrizione obbligatoria tramite il sito PxP VdA.

Copia della brochure col programma è reperibile qui:
http://www.regione.vda.it/varie/pdf/ProtCivile_convegno_ott2008.pdf.

Nel corso dell'iniziativa verrà presentato inoltre lo "zaino di intervento psicologico", sviluppato congiuntamente nel corso degli ultimi anni dai colleghi valdostani e veneti, che ha già riscosso interesse in numerosi gruppi di Protezione Civile e che rappresenta probabilmente il punto più avanzato di "concretizzazione" delle riflessioni teorico-applicative di settore su tali questioni di merito.

Un saluto a tutti ed arrivederci ad Aosta !
Luca

Il Post-Campo

Ed anche quest'anno, il Campo-Scuola nazionale di Rovereto di Psicologia dell'Emergenza, organizzato da Psicologi per i Popoli - Trentino, è passato.

Un'esperienza che, come tutti gli altri anni, ha permesso di riunire la quasi totalità dei gruppi di volontariato, delle associazioni professionali e delle società scientifiche che, in Italia, si occupano di intervento psicologico in emergenza. Oltre 350 specialisti di settore, tra psicologi, funzionari di Protezione Civile, volontari si sono "misurati" con i 15 laboratori teorico-pratici relativi ai diversi scenari emergenziali approfonditi, e con le 4 maxiesercitazioni suddivise nei 10 diversi siti esercitativi attrezzati (4 cantieri, 4 PCA, 1 PMA, 1 Centro Comando) della grande area addestrativa della ex-Polveriera militare di Marco di Rovereto, in integrazione interforze con la partecipazione di equipaggi e decine di componenti delle Forze dell'Ordine, Forze Armate, Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana, SUEM-118, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, Protezione Civile.

Un'esperienza che, ogni anno, si conferma come uno dei principali avvenimenti addestrativi europei specialistici di settore, per dimensioni, durata, partecipazione interforze.

La terza edizione è stata caratterizzata da un programma particolarmente intenso (la giornata del sabato è stata caratterizzata da una no-stop di quasi 16 ore di formazione ed esercitazioni diurne e notturne - appunto "da emergenza" !), da una diversa organizzazione dei laboratori e, soprattutto, delle esercitazioni (che si sono svolte in notturna).
Dettaglio non secondario, oltre a fornire una formazione specialistica teorico-pratica di un certo livello, a costo zero sono stati distribuiti migliaia di crediti ECM per psicologi.

Nei prossimi giorni seguiranno alcune riflessioni più specifiche sull'andamento delle giornate di Rovereto, dei punti di forza, delle particolarità emerse, dei punti di miglioramento.

Per adesso, un forte ringraziamento a tutti quanti hanno partecipato, ed hanno contribuito col loro lavoro a renderlo uno dei più interessanti eventi di settore a livello nazionale.

18 settembre 2008

Terzo Campo Scuola Nazionale di Psicologia dell'Emergenza

Diffondo anche sul blog l'ultimo aggiornamento delle informazioni relative al terzo Campo Scuola Nazionale di Psicologia dell'Emergenza di Rovereto (sito ufficiale, con le informazioni complete ed aggiornate: www.psicologiperipopoli.it). Si ricorda che le iscrizioni sono già chiuse.

Giornata di venerdi:
Arrivo e sistemazione in tenda e container

Giornata di sabato:
- 9.00-10.00 Introduzione in plenaria alla giornata di lavori
- 10.00 - 18.00 Laboratori didattici in parallelo:

Laboratori confermati (il programma ha subito alcune leggere modifiche):
* Laboratorio A. INCIDENTE FERROVIARIO. Conduttori: R.Paladini e R.Incontrera
* Laboratorio B. PANDEMIA. Conduttore: L. Pezzullo
* Laboratorio C. TERREMOTO. Conduttore: M. Cusano
* Laboratorio D. PERSONE DISPERSE. Conduttore: B. Haupt
* Laboratorio E. GRAVE INCIDENTE nel TUNNEL. Conduttore: E. Venturella
* Laboratorio F. ALLUVIONE. Conduttori: D. Bonenti; I. De Giorgi; D. Galliano
* Laboratorio H. GRAVE INCIDENTE STRADALE. Conduttori : D. Pennacchi, V. Gianni, M.T.Devito, A.Ceracchi
* Laboratorio I. ESPLOSIONI URBANE. Conduttore: F. Sbattella
* Laboratorio K. TERRORE in METROPOLITANA. Conduttore: R. di Iorio
* Laboratorio L. TERRORISMO. Conduttore: L. De Luca
* Laboratorio M. RISCHIO NEI GRANDI EVENTI. Conduttore: G. Marino, C.Dentone
* Laboratorio N. INCIDENTI INDUSTRIALI. Conduttore: A. Zuliani
* Laboratorio O. CAMPO PROFUGHI. Conduttore: P. Castelletti
* Laboratorio P. BAMBINI SOLDATO. Conduttore: R. E. Fioravanzo
* Laboratorio Q. EMERGENZE RIFIUTI. Conduttore: M.T. Fenoglio
Ogni laboratorio prevede momenti teorici e attività esercitative interne.

21.00 - 24.00 Esercitazioni collettive: sono confermate 4 esercitazioni plenarie in notturna, svolte in parallelo nei diversi scenari della ex-polveriera di Marco.
1. Chiamata di soccorso per gruppo di escursionisti in difficoltà
2. Crollo di abitazione a seguito di esplosione
3. Incidente stradale con auto in fiamme
4. Incidente in montagna.

Le attività si svolgeranno in collegamento agli enti e gruppi di soccorso del Trentino partecipanti.

Nella giornata di domenica, saranno eseguiti i Debriefing tecnici di gruppo e collettivi.

Un saluto a tutti,
Luca

08 settembre 2008

Riavvio delle attività !

Dopo la lunga pausa estiva (che tanto pausa per me purtroppo non è stata, per vari motivi di lavoro), riavvio gli aggiornamenti del Blog.

Nei prossimi giorni, novità sul Campo-Scuola di Rovereto, ed informazioni sul Convegno di Aosta dell'11 ottobre.

A presto,
Luca

27 giugno 2008

La precisazione di Psicologi per i Popoli

Ricevo e pubblico, per debita informazione, il Comunicato di Psicologi per i Popoli - Federazione in merito alle recenti informazioni di stampa sull'Emergenza Rifiuti

"COMUNICATO di Psicologi per i Popoli – Federazione
agli Psicologi italiani e alle loro Istituzioni di rappresentanza

Un recente articolo comparso sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 20 giugno 2008 ha contribuito a diffondere presso i colleghi, e il più ampio pubblico, notizie tendenziose circa il coinvolgimento della nostra Federazione in iniziative di Protezione Civile a Napoli per l’emergenza rifiuti.
La ventilata presenza degli psicologi in questa circostanza è stata giornalisticamente presa a pretesto per fare ironia sugli psicologi e il loro ruolo, cosa che purtroppo non è nuova, se non che ha contribuito a provocare tra i colleghi e, immaginiamo, tra il pubblico dei media, reazioni indignate, del tutto in linea con la tendenziosità delle notizie, prese per veritiere.

Ci sentiamo quindi in dovere di farvi pervenire una versione dei fatti che speriamo possa smorzare i toni di un dibattito insidioso (psicologi “sì” e psicologi “no”), che rischia di trascinare la categoria degli psicologi su un terreno che ancora una volta getta confusione sulla nostra professione.
Psicologi per i Popoli-Federazione, che raccoglie in undici regioni (del Centro Nord e del Sud, Sicilia compresa), 13 associazioni autonome di volontariato di Protezione Civile e due associazioni per la Cooperazione e lo Sviluppo, è iscritta nell’elenco delle Organizzazioni Nazionali del Volontariato di Protezione Civile, ed è perciò attivabile a diretta e discrezionale decisione dal Dipartimento di Protezione Civile. E’ quindi nostro preciso impegno rispondere alle richieste del Dipartimento, ogni qual volta questo lo ritenga necessario per un’operazione a favore di popolazioni colpite da gravi emergenze, siano queste del Nord, come del Centro e del Sud Italia.

Dal momento che l’articolista de Il Sole 24 Ore “gioca” sull’idea che la popolazione di Napoli riterrebbe questa un’operazione del Nord che andrebbe in qualche modo a colonizzare il Sud, teniamo a precisare che un’Organizzazione di Volontariato di Protezione Civile interviene ovunque si renda necessario, tanto che nel passato siamo stati presenti in diverse situazioni, dalle alluvioni del Nord ai terremoti del Centro-Sud, e che, naturalmente, sono molti i nostri associati che, pur vivendo nel Nord, hanno solide radici al Sud.

Per quanto riguarda l’attivazione dei soccorsi per l’emergenza rifiuti a Napoli, nel giorno stesso in cui il Presidente Giorgio Napoletano l’aveva descritta come una situazione “nell’orlo di una catastrofe”, il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile aveva richiesto la disponibilità delle 25 organizzazioni nazionali di volontariato di Protezione Civile, tra cui la nostra, per un intervento che sarebbe stato programmato nelle settimane successive e iniziato presumibilmente nel mese di luglio.
Tale intervento, come da protocollo consolidato quando si muove la Protezione Civile Nazionale, sarebbe stato realizzato ad integrazione delle operazioni di Protezione Civile della Regione Campania e della città di Napoli, che ne avrebbero mantenuto anche la direzione.
Benché ufficialmente annunciato, il programma di tale intervento a tutt’oggi non è ancora stato presentato alle associazioni di volontariato. In questa fase di pre-allerta, anche la nostra organizzazione come tutte le altre si sta preparando per trovarsi pronta al momento dell’invio delle squadre, se, come e quando avverrà.

Quanto al fatto che siamo psicologi è opportuno fare le seguenti precisazioni, che definiscono l’ABC di chi è abituato ad operare nei contesti regionali e nazionali di Protezione Civile:

* come volontari di Protezione Civile, noi siamo prima di tutto dei soccorritori, e perciò la nostra specifica competenza può entrare anche solo in maniera indiretta nelle operazioni di soccorso, laddove si attivano interventi rispondenti ai bisogni di base, relazionali e psicosociali in senso lato;
* qualora la nostra presenza sia specificamente richiesta “in quanto psicologi”, la Direttiva della Presidente del Consiglio del 13 giugno 2006 (G.U. n. 200 del 29 agosto 2006), prevede l’integrazione del volontariato professionale nelle Equipes Psicosociali dell’Emergenza (EPE) laddove siano già attivate dal sistema regionale delle ASL. Nelle situazioni di emergenza le associazioni della nostra Federazione sono quindi chiamate a rinforzo e non a sostituzione del sistema locale di aiuti.

Quanto alla nostra eventuale presenza nella emergenza rifiuti di Napoli, oltre a dare la propria disponibilità, la nostra Federazione si è attivata nel far appello anche alla nostra categoria, come occasione per dimostrarsi materialmente vicina a una popolazione che sta vivendo un momento drammatico. Ma in questo mese ha soprattutto lavorato per cercare di prefigurare al proprio interno tutte le problematiche, i rischi e le opportunità che un tale intervento comporta.

Il rischio “colonizzazione”, quello dell’etichettamento “psi” della popolazione, ad esempio, ci sono ben presenti. Ci è chiaro fin da ora, inoltre, che un nostro intervento non avrebbe davvero il senso di sostituirsi alle associazioni o ai colleghi delle ASL locali, bensì quello di portare solidarietà, in qualsiasi modo ci venga richiesto, e senza “battere la gran cassa”.

La riunione “in gran segreto” a Bologna, cui allude il giornalista de Il Sole 24 Ore, altro non era che un incontro di routine del Consiglio Direttivo della nostra Federazione, nel quale si sono affrontate le decisioni relative alla nuova richiesta della Protezione Civile, si sono posti sul tappeto molti dei problemi sollevati in questi giorni, ponendo le basi per una loro analisi approfondita e la ricerca condivisa di soluzioni, anche con il consiglio di persone della cultura e della società civile che operano nel luogo.

Ci pare comunque significativo che tanto polverone sia stato alzato non tanto a proposito di altre organizzazioni di volontariato, egualmente coinvolte dalla proposta del Dipartimento di Protezione Civile, come l’Associazione Nazionale Alpini, l’AGESCI, le Misericordie, l’ANPAS, la CRI, la Caritas, ecc.ecc., bensì nei riguardi di una organizzazione di psicologi e, in ultima analisi, degli psicologi in generale.
Psicologi: una categoria troppe volte molto più impegnata a condurre al proprio interno sterili e distruttive campagne che a difendere se non altro la corretta informazione circa gli psicologi e il loro operato.

Per questo, abbiamo anche richiesto al Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine di voler attivare un incontro di conoscenza e confronto con la Commissione nazionale sulle emergenze, per dar valore anche istituzionale a quello sforzo di rappresentanza unitaria tra tutte le associazioni psicologiche per l’emergenza che Psicologi per i Popoli attua da 3 anni nel Campo Scuola Nazionale di Marco di Rovereto, con la presenza costante di oltre 300 psicologi da tutte le regioni italiane.

Torino, 23 Giugno 2008

A nome di Psicologi per i Popoli - Federazione
la VicePresidente Maria Teresa Fenoglio
info@psicologiperipopoli-torino.it"

13 giugno 2008

Dona otto giorni di volontariato alla Protezione Civile Nazionale con Psicologi per i Popoli

Faccio seguito al comunicato preliminare di alcuni giorni fa, con l'Appello agli psicologi italiani della Federazione di Psicologi per i Popoli, in merito alla grande mobilitazione del volontariato nazionale di Protezione Civile per l'emergenza rifiuti della Campania:

"A noi psicologi italiani, come a migliaia di altri volontari nazionali e della Campania, la Protezione Civile invia un appello di mobilitazione e collaborazione per un intervento comunitario di emergenza nella città di Napoli durante i mesi estivi di luglio, agosto e settembre.

Non si tratta di sostituire i netturbini nel raccogliere i rifiuti ma di partecipare alle iniziative informative e culturali che accompagneranno l'avvio della raccolta differenziata presso la popolazione.

A organizzare il reclutamento dei volontari psicologi sarà "PSICOLOGI per i POPOLI - Federazione" con le sue 14 associazioni regionali o provinciali di volontariato.
L'appello a aderire a questa iniziativa di solidarietà e responsabilità civica, ma anche straordinaria occasione di esperienza sul campo e di rappresentazione sociale della professione, viene rivolto non solo agli psicologi iscritti all'Ordine ma anche ai tirocinanti e agli specializzandi. Requisito minimo è la laurea triennale in psicologia.

A fronte di 65.000 iscritti all'Ordine e di decine di migliaia di laureati in formazione, ci saranno 300 volontari psicologi per questa mobilitazione eccezionale? Se pensi di poter essere tra questi, invia la tua adesione con i tuoi dati a psicologivolontari@gmail.com. Sarai contattato velocemente per ulteriori informazioni e istruzioni.

Il Presidente nazionale di Psicologi per i Popoli
Luigi Ranzato"

Per informazioni o segnalazioni di disponibilità, non esitate a mandare una mail a psicologivolontari@gmail.com !

01 giugno 2008

Un annuncio importante

Inoltro un importante comunicato di Psicologi per i Popoli - Federazione Nazionale, relativo ad una grande iniziativa di volontariato che si svilupperà nei prossimi mesi.

"Su richiesta del Dipartimento di Protezione Civile, la Federazione Psicologi per i Popoli, assieme alle altre 25 grandi Organizzazioni Nazionali di Volontariato di Protezione Civile, parteciperà nei tre mesi estivi ad un grande PROGETTO NAZIONALE DI SUPPORTO COMUNITARIO IN STATO EMERGENZIALE, che sta per essere messo a punto dal Dipartimento di Protezione Civile.

Della Federazione PSICOLOGI per i POPOLI, fanno parte le Associazioni di Volontariato in psicologia dell'emergenza presenti nelle seguenti regioni e province autonome: Valle D'Aosta, Piemonte (Torino e Cuneo), Lombardia (Milano e Sondrio), Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia.

Per garantire un turnover settimanale di 30 volontari psicologi per i tre mesi di luglio, agosto e settembre, le attuali squadre di psicologi dell'emergenza dovranno essere integrate e affiancate da altri 300 volontari, disponibili a partecipare a questa importante iniziativa nazionale della Protezione Civile, alloggiando in sistemazioni da campo e lavorando per turni di una settimana, operando in sincronia con numerosi volontari delle altre principali Organizzazioni di volontariato italiane.

La Federazione nazionale di Psicologi per i Popoli rivolge perciò un appello, soprattutto ai giovani colleghi, disponibili a questa esperienza certamente difficile ma di grande valore civico e professionale, ad avanzare eventuali candidature per la partecipazione all'iniziativa.

Nei prossimi giorni verranno messe a disposizione informazioni dettagliate sul Progetto in una rete di siti, comprendente il sito http://www.psicologiperipopoli.it, questo blog ed un ulteriore blog dedicato; si potrà inoltre contattare lo specifico nucleo organizzativo di Psicologi per i Popoli dedicato all'emergenza, all'indirizzo email: psicologivolontari@gmail.com."

Il Presidente di Psicologi per i Popoli - Federazione
Luigi Ranzato

Uno Psicologo alla Festa della Repubblica...

Una tappa simbolicamente importante del riconoscimento istituzionale della psicologia dell'emergenza nella Protezione Civile:

Lunedì 2 giugno 2008, alla Festa della Repubblica, ci sarà per la prima volta uno Psicologo, della Federazione "Psicologi per i Popoli", a sfilare ufficialmente con la Protezione Civile Nazionale, dinnanzi al Presidente della Repubblica ed alle massime autorità dello Stato.

Tutto ciò avviene a conclusione del lungo iter previsto dalla legislazione in ambito di Protezione Civile attraverso cui la Federazione di PxP, in data 25.02.08, è stata iscritta nell'Elenco delle Organizzazioni Nazionali di Volontariato del Dipartimento di Protezione Civile.

Il Volontariato di Protezione Civile è infatti una delle tre grandi "strutture operative" (oltre la Croce Rossa Italiana e il Servizio Sanitario) previste dalla Legge 225/1992, ed attraverso le quali è possibile organizzare delle squadre di psicologia dell'emergenza per calamità, disastri e catastrofi.

(dal Comunicato di Psicologi per i Popoli - Federazione)

17 maggio 2008

"Mental Health and Psychosocial Support (MHPSS) in Humanitarian Emergencies: What Should General Health Coordinators Know?"

Come forse saprete, lo IASC (Inter-Agency Standing Committee) delle Nazioni Unite ha pubblicato, nel 2007, il fondamentale documento "IASC Guidelines on Mental Health and Psychosocial Support in Emergency Settings"

Bene, è stato appena pubblicato un importante documento di sintesi, di una decina di pagine, dedicato proprio ai coordinatori sanitari delle grandi emergenze (non di area "mental health"), per chiarire loro il ruolo, la funzione e le modalità di articolazione dei servizi di supporto psicosociale durante tali eventi. Il documento è reperibile qui.

Quale la sua importanza ? E' doppia.
Da un lato, il documento sintetizza in una decina di pagine il "focus" concettuale ed operativo dei criteri IASC 2007, e rappresenta quindi un'ottima introduzione agli stessi per chi non li conosce ancora.

In secondo luogo, la preparazione e diffusione di tale documento da parte dello IASC testimonia il "commitment" dello IASC stesso in direzione dell'integrazione strutturale di forme di supporto psicosociale nelle grandi emergenze mediche fuori-area, come parte intrinseca dello sforzo sanitario e di ripristino della funzionalità comunitaria.

E' quindi un documento che evidenzia l'importante evoluzione in corso nel contesto dei modelli concettuali della medicina dei disastri; che per certi versanti si avvia a "relazionalizzare" ed aumentare la sua attenzione anche verso le dinamiche psicosociali, in un contesto operativo che è spesso stato dominato da un'ottica esclusivamente e rigidamente biomedica.

...un bambino rimasto politraumatizzato e con entrambi i genitori rimasti uccisi dal terremoto cinese, necessita ovviamente una efficace e tempestiva stabilizzazione delle sue condizioni cliniche; ma necessita altresì della programmazione ed avvio di una serie di misure di sostegno psicosociale, fin dalla prima fase della sua presa in carico assistenziale. Il "to Heal" sanitario si deve accompagnare, inestricabilmente, al "to Care" dei vissuti e delle relazioni.

I criteri e le linee-guida dello IASC rappresentano un'articolata "mappa" per avviarsi alla considerazione di queste necessità.

30 aprile 2008

Un'altra recensione... sulla psicologia del terrorismo

Aprile, periodo di recensioni ! :-)

Psychology of Terrorism, a cura di Bongar, Brown, Zimbardo et al., Oxford University Press, 2007, ISBN-13: 978-0195172492, è forse il miglior testo attualmente disponibile, a livello internazionale, sugli aspetti psicologici e psicosociali legati al terrorismo.

Il testo ha ricevuto un'ottima accoglienza dalla stampa specialistica, ed in effetti presenta numerosi pregi per chi si interessa di psicologia dell'emergenza o psicologia militare.

In primo luogo, la sua attenzione non è nè solo clinica (avrebbe rischiato di essere il classico testo di traumatologia, o sulle early interventions in eventi acuti), nè solo psicosociale (sarebbe stato uno dei tanti testi che affrontano la dimensione storico-sociale del fenomeno terroristico).

Gli autori si sono posti un obbiettivo ben più ambizioso: analizzare tutti i processi psicologici, intesi in senso lato, legati al "fenomeno terrorismo", con una prospettiva molto ampia e comprensiva, e cercando di collegare funzionalmente le varie parti della trattazione.
Il risultato è, sostanzialmente, molto positivo.

Il volume affronta così tutti i concetti fondamentali del fenomeno terroristico e dei suoi correlati, focalizzandosi ovviamente sulle sue dimensioni di maggiore rilevanza psicologica o psicosociale.

La prima parte fornisce così un'ampia introduzione teorica al problema del terrorismo, studiandone gli antecedenti storici, le forme di articolazione, e gli aspetti sociali, comunicativi e culturali in senso lato. Vengono approfonditi, da una prospettiva scientificamente rigorosa, i temi della risonanza mediatica, della psicologia sociale del terrorismo, del terrorismo inteso come forma di psychological warfare asimmetrico, degli elementi religiosi e di condizionamento ideologico. Si approfondiscono poi i temi della "psicologia del terrorista", del terrorismo suicida e del percorso di costruzione di un'identità personale come "terrorista".

Si passa quindi ad analizzare gli effetti psicologici degli atti di terrorismo, visti sia a livello collettivo che a livello individuale. La trattazione psicosociale si salda quindi con quella clinica: si espongono ampiamente le reazioni traumatiche acute, i loro correlati psicobiologici, le tecniche di assessment rapido, i principi di intervento clinico diretto. Vengono analizzati temi specifici, come le reazioni degli anziani o dei bambini agli atti di violenza organizzata, gli aspetti psicologici delle armi di distruzione di massa, la dimensione multiculturale degli interventi di psicologia di comunità in seguito ad un attentato.

Parte assai utile, per la formazione interdisciplinare dello psicologo dell'emergenza, è anche quella relativa alle modalità organizzative del sistema dei soccorsi in caso di maxieventi critici di matrice terroristica. Interessanti, e del resto sempre più presenti in letteratura scientifica, i temi della resilienza individuale e di comunità davanti ad eventi critici, che ricevono ampia attenzione nell'ultima parte del testo.

Chiudono il volume un'ampia bibliografia tematica, un ricco elenco di risorse cartacee ed online sull'argomento, ed un bel glossario tecnico.

Tra gli autori, basti citare notissimi ed autorevoli clinici e ricercatori del settore, come Richard Bryant, Brett Litz, Charles Marmar, Richard Gist, Fathali Moghaddam, Philip Zimbardo, John Violanti, Franco Zeno, Rachel Yehuda... per nominarne solo alcuni.

In sintesi, un testo estremamente aggiornato, ben articolato, teoricamente "solido" e con notevoli aperture alle applicazioni operative. Per chiunque si interessi di questo settore, operi nel settore militare, della sicurezza o delle maxiemergenze, è un acquisto altamente consigliato.

P.S.: per chi è interessato, il testo è facilmente reperibile su Amazon.

Luca

Un'altra breve segnalazione...

Segnalo l'interessantissimo blog di un'amica e collega, che si occupa da anni di cooperazione internazionale: Betta Blog.
Betta ci racconta "in presa diretta" le sue esperienze di lavoro nell'ambito dei progetti di supporto psicosociale in Africa ed Asia; esperienze condite con informazioni, news e risorse online molto utili per chi si interessa alla cooperazione internazionale di ambito psicologico, o vuole provare ad avvicinarsi al settore.

Luca

24 aprile 2008

Una breve segnalazione...

Una breve segnalazione su un testo di traumatologia, estremamente interessante.

Per chi è in cerca di una buona introduzione cognitivo-comportamentale agli sviluppi recenti della psicotraumatologia, segnalo l'agile, sintetico ma chiarissimo "Principles of Trauma Therapy", di John Briere e Catherine Scott, Sage, London (2006).

Il libro, in poco più di 200 pagine, affronta tutti i principali temi della psicotraumatologia acuta e dell'intervento psicotraumatologico a medio-lungo termine, proponendo un'analisi aggiornata e non banale delle principali tecniche di valutazione ed intervento.
Contrariamente ai "soliti" testi, che ripropongono in maniera spesso assai ripetitiva i "soliti" concetti di base "girando le parole", il testo di Briere e Scott - pur rimanendo nell'ambito di un classico approccio cognitivo-comportamentale - riorganizza la tematica in maniera assai pragmatica, apprezzabilmente originale e spiccatamente "trasversale" rispetto alle diverse sottoscuole di psicotraumatologia cognitiva, di gestione della disregolazione affettiva, di elaborazione degli hot-spot emozionali e delle tecniche di supporto diretto in situazioni acute.
Un'introduzione al settore solida e ben articolata, che ha il raro pregio di organizzare "temi classici" in maniera non banale.

Pregevoli anche gli aggiornatissimi capitoli finali sulla psicobiologia del trauma e sulla dimensione dell'intervento psicofarmacologico, che viene approfondita in maniera "prudente" ma accurata.

Un saluto,
Luca

09 aprile 2008

Breve corso (gratuito) di Psicologia dell'Emergenza - in Veneto

L'Associazione di Volontariato Psicologi per i Popoli – Regione Veneto organizza a Padova un Seminario gratuito di informazione e aggiornamento in Psicologia dell'Emergenza, articolato in tre domeniche.

Il corso è stato voluto da Psicologi per i Popoli Veneto come momento di diffusione di una "cultura professionale" di settore, ed è stato pensato in particolar modo per tutti gli psicologi che sono interessati al settore, e vorrebbero averne un'introduzione sintetica ma intensiva (senza spendere cifre enormi con analoghi corsi privati), per valutare se è un ambito di loro reale interesse.

Programma:
20 aprile 2008
Introduzione alla Psicologia dell'Emergenza e al sistema dei soccorsi.
Esperienze di Emergenza: l’attività degli psicologi nel Terremoto del Molise.

11 maggio 2008
Il Trauma, modelli teorici e tecniche di intervento operativo.
Esperienze di Emergenza: esercitazioni pratiche.

8 giugno 2008
La Comunicazione in Emergenza. I rischi e la loro percezione psicosociale.
Esperienze di Emergenza: discussione casi ed esercitazioni.

Il Seminario, articolato in tre giornate, si propone di far conoscere agli psicologi
interessati - in maniera aperta, accessibile ed introduttiva - i concetti
fondamentali della Psicologia dell'Emergenza, le sue tecniche ed i suoi ambiti
applicativi ed operativi principali.

Sono previste esercitazioni pratiche per illustrare concretamente il lavoro che uno
psicologo dell'emergenza deve essere preparato ad affrontare.

Gli incontri si terranno presso la sede del Gruppo Volontari della Protezione Civile di Padova, in via Montà 29, Padova, dalle 9.30 alle 16.30.

Le giornate saranno articolate nel seguente modo:
9.30 – 12.30 Parte teorica
12.30 – 14.00 Pausa pranzo
14.00– 16.30 Discussione delle esperienze ed Esercitazioni

Per informazioni e iscrizioni, contattare: buraf@libero.it

Si ricorda che l'iscrizione preventiva via email è necessaria.
La frequenza alle giornate è gratuita; è aperta la possibilità di fare donazioni volontarie all’Associazione, per il rientro delle spese didattiche ed il sostegno delle attività della stessa.

07 aprile 2008

"Psicologi nel Mondo"

Sono felice di segnalare la nascita del ricco sito di Psicologi per i Popoli nel Mondo, Associazione di volontariato appartenente alla Federazione Nazionale di Psicologi per i Popoli, e specializzata nell'assistenza umanitaria, nella cooperazione internazionale e nelle tematiche dell'interculturalità.

Il sito offre molti materiali, ed una nutrita biblioteca online di articoli di grande interesse per tutti coloro che si occupano (o si vogliono avvicinare) a queste tematiche.

Lo trovate a questo indirizzo: Psicologi nel Mondo.

Luca

08 marzo 2008

Campo Scuola Nazionale di Psicologia dell'Emergenza 2008

Sono lieto di diffondere l'annuncio preliminare del Campo-Scuola Nazionale di Psicologia dell'Emergenza 2008:

"Care colleghe e colleghi Psicologi dell'Emergenza:
vi annunciamo che il 3° Campo Scuola di Protezione Civile degli Psicologi
dell'Emergenza si terrà, nei giorni sabato 27 e domenica 28 settembre 2008 (con arrivo venerdì pomeriggio 26 e chiusura con il pranzo di domenica).
La Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento ci mette a disposizione come di consueto la sua area attrezzata a Marco di Rovereto (TN).
L'organizzazione è affidata alla associazione Psicologi per i Popoli - Trentino in collaborazione con Psicologi per i Popoli - Federazione.
Le iscrizioni si apriranno nel mese di giugno, ma sono graditi fin d'ora suggerimenti e proposte.

A nome dei colleghi della Provincia di Trento vi porgo cordiali saluti e auguri di
Buona Pasqua.

Luigi Ranzato, Presidente di Psicologi per i Popoli-Trentino e Federazione Nazionale di Psicologi per i Popoli"

Seguiranno informazioni ed aggiornamenti anche su questo blog.

27 febbraio 2008

Il supporto alle vittime di tortura

Il tema del supporto alle vittime di tortura e violenza sistematica, od ai rifugiati che provengono da scenari di guerra o genocidari, è di una estrema delicatezza e complessità.
Complessità con cui, però, sempre più spesso chi si occupa di psicologia dell'emergenza si trova a doversi confrontare.

Sia che si operi all'estero nei contesti di cooperazione internazionale in "war-torn countries", sia che si operi in Italia, a contatto con i problemi di migrazione ed accoglienza/supporto dei rifugiati, tali tematiche assumono tutta la loro pregnanza; e spesso, per essere affrontate compiutamente, richiedono competenze e strumenti operativi che non sono sempre ricompresi nei percorsi formativi di base dello psicologo (anche se si occupa di emergenza).

Una fortissima attenzione al dato interculturale, una buona (se non ottima) conoscenza anche degli aspetti di "realtà" (istituzionali, burocratici, legali) che caratterizzano queste forme di assistenza e questi processi di accoglienza; la capacità di lavorare in un team interdisciplinare composto da mediatori culturali, medici, psicologi, avvocati, assistenti sociali sono tutte competenze che devono assolutamente accompagnare la formazione tecnica dello psicologo dell'emergenza che intende operare in questi contesti. Formazione tecnica che ovviamente dovrà essere particolarmente approfondita sul versante della clinica interculturale, della clinica del trauma (e spesso dei traumi estremi, e del modo di "significarli" nelle diverse matrici culturali) e dell'elaborazione transferale delicata e "pesante" che si attiva spesso in queste situazioni. E' necessaria inoltre una frequente intervisione di equipe, e non si deve mai dimenticare una regolare supervisione individuale sui propri vissuti emotivi, messi spesso a dura prova dal contatto prolungato con una realtà di violenza di questa magnitudine.

Tra i rischi principali vi sono infatti quelli di trovarsi a "ondeggiare" nell'equilibrio fondamentale tra piano endopsichico e piano di realtà: piani che se vengono sbilanciati esitano in un "outcome" antiterapeutico. Una troppo marcata adesione al piano di realtà di quanto avvenuto (facilitata dalla magnitudine e pervasività del materiale traumatico portato nell'incontro clinico) rischia infatti di condurre ad un'identificazione eccessiva, confusiva e collusiva, che devia troppo lo scambio relazionale e riduce la funzionalità del setting; dall'altro lato, il desiderio di "tenere a distanza" il dato di realtà legale e situazionale (per evitamento da parte del terapeuta spaventato, o ignoranza della sua rilevanza per il torturato/rifugiato), rischia di creare uno iato che "scinde" l'elaborazione intrapsichica dai suoi ineludibili e fondamentali correlati di realtà e conseguenze concrete, rendendola così sterile ed inefficace.

In entrambi i casi, inoltre, si aumenta il rischio di sviluppare una traumatizzazione vicaria per il terapeuta (paradossalmente, non solo nel caso di eccessiva vicinanza: anche l'eccessiva "dissociazione" del terapeuta dai dati di realtà portati dal paziente apre la strada a rischi di traumatizzazione vicaria...)

Il clinico ha invece il dovere (per il paziente, e per sè stesso) di provare a tenere la "barra al centro", il più possibile, tra dato endopsichico e dato di realtà (che in qeusti casi sono più che mai "con-fusi"); ma la difficoltà di farlo in questi difficili contesti richiede appunto una buona preparazione, una forte "umiltà" professionale, il frequente ricorso alla supervisione e, sempre e comunuqe, il mantenimento di un'ottica di lavoro d'equipe.

In Italia, un ottimo lavoro in tale senso inizia ad essere svolto da varie realtà di colleghi, sia in direzione della sensibilizzazione professionale, sia in ottica operativa strutturata.

Tra i principali "attori" di questo scenario in forte sviluppo, segnalo la Vivo Foundation (che applica l'ottima tecnica della NET in vari contesti); la neonata Psicologi per i Popoli nel Mondo (particolarmente attenta alla dimensione psicologica interculturale e migratoria) e l'importante lavoro svolto a Roma dal gruppo di Medicina delle Migrazioni dell'IRCSS San Gallicano.

In particolare, è a quest'ultimo gruppo ed alle sue importanti attività a supporto dei rifugiati vittime di tortura che si riferisce il bel volume:
"Oltre la Tortura. Percorsi di accoglienza per rifugiati e vittime di tortura", a cura di Aldo Morrone, Edizioni Magi, Roma (2008).

Il libro di Morrone e dei suoi collaboratori è un testo chiaro e interessante; che si accompagna all'altro ottimo volume di merito:
"L'assistenza terapeutica ai rifugiati", di R.K.Papadopoulos, sempre di Edizioni Magi, Roma (2006).

Due testi che consiglio veramente a chi vuole iniziare ad interessarsi di questo ambito.

Se poi leggete il francese, un altro ottimo testo di approfondimento è:
"Comprendre et soigner le trauma en situation humanitaire", di Marie-Rose Moro et al., Dunod, Paris, 2003.

Un saluto a tutti,
Luca

14 febbraio 2008

Cooperazione internazionale e regole di sicurezza

Uno dei temi più frequenti nelle email che mi arrivano in relazione al Blog è quello della "partenza per l'estero".

Molti (soprattutto giovani psicologi) sono interessati a ricevere infatti informazioni o suggerimenti su occasioni di formazione, opportunità professionali o contatti istituzionali per poter partire in una missione di cooperazione internazionale, o per poter effettuare esperienze nel contesto del supporto psicosociale in PVS (Paesi in Via di Sviluppo).

Il settore della cooperazione internazionale (assieme a quello dell'intervento interculturale) è in effetti uno dei più significativi della psicologia dell'emergenza, e presenta diverse occasioni applicative di grande valore umanitario e sociale. Ma, proprio per la sua delicatezza e complessità, richiede esclusivamente persone ben formate, motivate, e con una lucida consapevolezza di quello che si stanno impegnando a fare.

Troppo spesso, infatti, è possibile vedere iniziative o gruppi scarsamente strutturati, che cercano "volontari" da inviare - con scarse garanzie e supporti - in scenari operativi molto complessi, in cui la "buona volontà" e l'idealismo non possono essere sufficienti.

Questo dell'"umanitarismo" è un fenomeno niente affatto nuovo: gli esempi più eclatanti si sono registrati, in tempi recenti, durante le crisi balcaniche del decennio scorso, quando moltissimi gruppi (a volte dalla scarsa o nulla preparazione organizzativa) si sono "inventati" numerose - quanto spesso scoordinate - azioni di supporto alla popolazione civile delle aree coinvolte. L'effetto di tali iniziative, pur nobilissime e significative da un punto di vista umano, è spesso quello di creare ulteriori difficoltà ad enti ed istituzioni deputate alla gestione "professionale" della situazione, complicandone il quadro di sicurezza, il carico gestionale e coordinativo dei mille gruppi e gruppetti che si muovono come cani sciolti su un territorio difficile e pericoloso, aumentando le occasioni di rischio.

Anche per i "volontari", il partire senza essere inquadrati in una matrice organizzativa seria e ben rodata, all'interno di un quadro di sicurezza verificato e con una buona preparazione di base nelle tecniche operative che si dovranno implementare nello scenario rischia di trasformare un'importante ed utile occasione di cooperazione internazionale in una sorta di "turismo umanitario mordi-e-fuggi", dalle scarse ricadute concrete e dai molti rischi certi (anche per la propria incolumità personale).

L'improvvisazione dilettantesca e la semplice "buona volontà", nella cooperazione internazionale, sono assolutamente insufficienti, ed a volte assai deleteri.
Di "cooperatori" che sono stati uccisi, rapiti, feriti od hanno subito violenze di vario genere, purtroppo, ce ne sono stati centinaia in tutto il mondo, negli ultimi pochi anni.
Spesso, quanto è loro accaduto è collegabile al mancato rispetto di elementari procedure di sicurezza, od all'assenza di una minima capacità organizzativa del loro gruppo di afferenza. Al contrario, chi si è trovato in situazioni "difficili" ma aveva alle spalle gruppi organizzati realmente seri ne è uscito solitamente con molti meno problemi.

Come "muoversi", dunque, soprattutto se si vuole partire per una meta "a rischio" ?

1. Controllate bene con chi partite.

In primo luogo, se qualcuno (persona, associazione di volontariato o gruppo locale) vi propone di "partire per un interessante progetto", e vi chiede di fidarsi solo della sua parola e/o di una documentazione ridotta all'osso, scappate a gambe levate. Non importa se il progetto "sembra" interessante. Safety is the paramount.
Se non si tratta di una grande ONG o di un'associazione ben nota e "rodata", chiedete sempredi verificare bene le credenziali dell'associazione. Verificate la documentazione, e fate ricerche approfondite sulla nomea del gruppo, la sua reale esperienza operativa, le sue capacità organizzative. Chiedete di discutere attentamente le procedure operative, gli aspetti logistici implementati, le procedure di sicurezza per i cooperanti inviati nel teatro operativo. Cercate di farvi un'idea della reale conoscenza e contatti locali che hanno sul terreno. Verificate tutto, a costo di essere seccanti. Stiamo parlando sia della vostra incolumità, che della reale concretezza ed utilità del progetto che andrete a svolgere.

Davanti alle vostre legittime richieste di informazioni chiare ed approfondite sulle procedure di sicurezza ed i piani di contingenza, NON accettate mai discorsi "manipolatori" del tipo: "Senti, se non ti fidi di noi, puoi anche fare a meno di partire": se ve lo fanno, alzatevi ed uscite immediatamente. Rischiereste infatti di partire con dilettanti pericolosi e sconsiderati, ed andandovene immediatamente vi eviterete probabilmente un sacco di guai (non vi preoccupate: di occasioni per partire e lavorare molto più professionalmente ne troverete comunque, con gruppi molto più seri ed organizzati).

2. Fatevi un quadro chiaro ed aggiornato della situazione.

Raccogliete informazioni aggiornate sul paese e l'area verso cui state partendo. Controllate sui principali siti informativi di settore lo stato della situazione, i problemi segnalati nella vostra zona, le procedure generali di sicurezza consigliate.
Ad esempio, iniziate con il sito Viaggiare Sicuri del nostro Ministero Affari Esteri. Riporta informazioni preziose ed aggiornate regolarmente su tutti i paesi del mondo, con indicazioni pratiche di assoluta utilità per chi vi si deve recare (cooperanti compresi), aggiornamenti di sicurezza, etc.

Con l'occasione ricordatevi di registrarvi anche sul sito correlato "Dove Siamo nel Mondo", di essenziale utilità per facilitare le operazioni di supporto del MAE in caso di incidenti in loco o aggravamenti di crisi; la registrazione è semplicissima e gratuita, e si può fare in pochi secondi qui: https://www.dovesiamonelmondo.it/

Proseguite poi con ReliefWeb, che riporta informazioni aggiornate quotidianamente su gran parte dei paesi del mondo e delle relative situazioni di crisi. ReliefWeb è una risorsa informativa senza pari, soprattutto se pensate di muovervi in contesti ad alto rischio.


3. Preparate voi stessi.


Controllate di essere in regola con i vostri documenti (passaporto, eventuali visti, accreditamenti). Non separatevene mai, e fatene una copia di sicurezza da tenere in un altro posto. Fate per tempo tutte le vaccinazioni obbligatorie per il paese in cui vi state recando e, se possibile, anche tutte quelle consigliate. Ricordatevi che alcuni tipi di cicli di profilassi vaccinale devono essere avviati mesi o settimane prima della partenza, dunque non informatevi all'ultimo momento.

Stipulate (o verificate che l'associazione con cui partite abbia stipulato - ed a quali esatte condizioni) un'assicurazione sanitaria e di viaggio (e, possibilmente anche una vita/infortuni). Esistono molti "provider assicurativi" seri che possono fornire, a prezzi adeguati, coperture sanitarie per l'estero. L'assicurazione non solo deve coprire le eventuali spese sanitarie d'urgenza in loco, ma dovrebbe garantire anche la possibilità di evacuazione sanitaria in caso di emergenza o di gravi patologie. Verificate minuziosamente a quali condizioni e premi l'assicurazione è applicabile allo specifico paese nel quale vi recate, prestando particolare attenzione ai "dettagli assicurativi" relativi al tipo di rischi coperti ed a quelli non coperti.

Fate un check-up per verificare il vostro stato di salute e, se state via per diversi mesi, fate anche un bel controllo odontoiatrico prima di partire (questi ultimi sono soldi spesi molto, molto, bene!).

Procuratevi e studiatevi bene le guide operative di sicurezza per chi coopera in contesti ad alto rischio. Sul serio, non è tempo perso.
Ve ne sono tre di particolare rilievo, che mi sento di suggerire. La prima è l'ottimo Security and Safety Handbook di CARE International, liberamente accessibile qui.

Il secondo è il classico Staying Alive, il manuale per la sicurezza operativa della Croce Rossa Internazionale, liberamente scaricabile da questa pagina.

Il terzo è un voluminoso manuale "cartaceo" (più di 1.000 pagine), considerato il classico testo di riferimento per i viaggi verso destinazioni ad alto rischio: Robert Young Pelton, The World Most Dangerous Places, 5° Ed. (2003).

Mentre le prime due guide sono di taglio istituzionale, quest'ultimo è un testo scritto con uno stile molto (*molto*) più informale, con informazioni anche piuttosto eterogenee, e con un taglio che alcuni cooperatori potrebbero trovare troppo "estremo" nel suo penchant a favore di un certo modo di intendere il rischio. In altre parole, è un testo molto diffuso tra avventurieri, operatori militari, "contractors" di sicurezza, inviati di guerra. Ciò nonostante, fornisce utilissimi consigli pratici, indicazioni importanti sugli scenari geopolitici di molti dei paesi frequentemente oggetto di missioni di cooperazione, ed utili informazioni contestuali.

Soprattutto, partecipate a tutti i briefing operativi e di sicurezza che l'organizzazione dovrebbe predisporre prima della vostra partenza; una volta in loco, seguite attentamente tutte le indicazioni di merito che vi verranno fornite dai responsabili associativi.

In generale: usate la testa.
Siete lì per aiutare a costruire soluzioni, non per diventare a vostra volta parte del problema.

Luca

26 gennaio 2008

Il Giorno della Memoria

Tra poche ore, inizia il Giorno della Memoria, dedicato al ricordo della Shoah.

Uno dei grandi traumi collettivi della storia del secolo scorso, uno dei più grandi eventi genocidari della storia dell'umanità. Non è stato il primo, non è stato l'ultimo; di certo è divenuto l'epitome dei più agghiaccianti.

Gli eventi genocidari sono eventi talmente "altri", così criteriati da una distruttività assoluta che, a qualunque latitudine ed in qualunque tempo avvengano, mettono in scacco la stessa possibilità di significazione di chi vi è immerso; ed è forse proprio per una disperata, umanissima, reazione a tutto questo che, nell'heart of darkness di Dachau ed Auschwitz, Viktor Frankl ha saputo (o ha avuto bisogno) di creare lo spazio di pensiero che lo portò poi a scrivere "Uno psicologo nei Lager", da cui si sviluppò tutta la sua Logoterapia, intesa come "psicologia della ricerca del significato".

Proprio lì dove il "senso degli eventi e delle relazioni" era perso, dove il "significato" come categoria stessa del possibile sembrava perdere di consistenza... il bisogno di un "Senso" è emerso in tutta la sua disperata necessità. E' il "significato" (o meglio, "la speranza di poter dare un significato") che tiene psicologicamente vivi gli esseri umani che devono vivere le condizioni più estreme.

E quando ci si trova davanti a persone che hanno vissuto le conseguenze di eventi di questo tipo, il radicale bisogno di un significato è forte anche per noi... dobbiamo mantenere viva in noi la speranza di poter costruire un significato di ciò che sembra non averne, affinchè, poi, si possa cercare di aiutare i nostri interlocutori a ricostruire e sviluppare dentro di sè il proprio significato.

Un intelligente tentativo in questa direzione è quello dei colleghi di Vivo Foundation, che portano avanti con competenza e serietà un lavoro molto difficile, in situazioni spesso ai limiti dell'"assenza di senso": ridare un'occasione per provare a costruire un significato su quanto accaduto è allora l'atto terapeutico più importante che si possa fare.

Luca Pezzullo

08 gennaio 2008

Alcune news dalla letteratura internazionale...

Buon anno a tutti...!

Mentre continuo a mettere a punto la "google customization" per la psicologia dell'emergenza e la psicotraumatologia (il "motore di ricerca" focalizzato sull'emergenza), riprendo con alcune "pillole" tratte dai più recenti articoli nella letteratura di ricerca internazionale.

1) Sintomi ad esordio ritardato nei PTSD bellici. Una recente review del NCPTSD ha evidenziato come gli screening sintomatologici immediati post-deployement (ovvero, subito dopo il rientro dallo scenario operativo) tendano a sottostimare l'incidenza di sintomatologie post-traumatiche nei veterani militari. Il problema può essere di particolare rilevanza per tutti i paesi che hanno contingenti militari all'estero, ed utilizzano esclusivamente forme di screening nella prima fase di ricondizionamento al rientro dal teatro operativo. Maggiori informazioni qui.

2) Terapie di coppia per veterani con disturbi di abuso di sostanze. Uno studio pubblicato di recente su Addictive Behaviour sembra dimostrare l'efficacia degli interventi di terapia di coppia per il trattamento di veterani con PTSD ed abuso di sostanze. Maggiori informazioni qui.

Quest'ultimo dato, nonostante la particolarità dello studio (che si occupava di un solo tipo di protocollo con un piccolo campione di soggetti), è estremamente interessante, proprio perchè negli attuali protocolli di stampo cognitivo-comportamentale (spesso focalizzati sul "sintomo" del "singolo individuo") le forme strutturate di terapia di coppia sono purtroppo scarsamente presenti.

Un aspetto paradossale, vista la forte incidenza di problemi relazionali e di coppia nei soggetti con forti traumatizzazioni. Una maggiore diffusione di "prese in carico" dell'intero nucleo famigliare potrebbe invece presentare una serie di importanti vantaggi: un migliore coinvolgimento integrato della rete di supporto famigliare primario; l'occasione per fornire un supporto diretto agli altri membri della famiglia, cui deve sempre essere riconosciuto il "peso emotivo" della situazione; la possibilità di costituire uno "spazio terzo", dove elaborare, tra partner, le difficoltà ed i conflitti legati alle tensioni suscitate dall'evento traumatico, e dagli effetti "family-disruptive" della sua sintomatologia.

Anche in Italia, però, per quanto riguarda la psicologia dell'emergenza e la psicotraumatologia, di modelli di presa in carico "famigliare" non se ne sente parlare spesso. Peccato, vista la nostra ottima tradizione nazionale in tema di terapia sistemica e famigliare.

Evidentemente, siamo spesso ancora troppo legati a certi "protocolli" rigidi di marca anglosassone, di cui, se da un lato è assolutamente necessario riconoscere i pregi, dall'altro è altrettanto necessario comprendere le limitazioni.
Ma quanti dei nostri terapeuti sistemici hanno provato a cimentarsi con questo tema ?
Tema ricco di spunti, che spero possa essere ripreso nel prossimo futuro.

Luca Pezzullo