In questi giorni sono numerosissimi i colleghi che chiedono in privato, a tratti anche molto insistentemente, di partire: vi prego, pazientate; e pazientiamo un attimo come categoria !
L'emergenza non è certo solo quella di questi giorni, anzi.
Non serve "correre subito a fare qualcosa, qualunque cosa purchè si faccia qualcosa": in molti casi, come psicologi, ci serve anzi fermarsi, tollerare l'ansia del "rinvio del fare", recuperare "spazi per pensare" a medio termine, ed avviare quindi la progettazione di attività più complesse, articolate ed a lunga prospettiva.
Dobbiamo fare "azioni", non "agiti". A maggior ragione perchè siamo in emergenza.
Paradossalmente, l'emergenza "dura e difficile" inizia dopo, quando le telecamere non ci sono più, quando i soccorritori iniziano a diminuire, quando si cerca di
riavviare una normalità difficile.
Nelle settimane successive emergono le difficoltà a fare nuovi progetti di vita, a ripianificare il proprio futuro, a costruire una prospettiva di significato personale, a riavviare i processi psicosociali di una comunità "ferita" a livello collettivo.
Che è qualcosa di molto più complesso del "semplice" PTSD individuale, ma
spesso anche molti psicologi e psichiatri se ne dimenticano.
Non c'è solo da fare "psicoterapia": c'è da fare moltissima psicologia di
comunità. Noi psicologi per non dobbiamo chiudere la nostra "prospettiva di
senso" su un evento del genere, pensando che si debba fare solo "intervento
clinico sul trauma", o "psicoterapie del PTSD". Questo serve, ed è essenziale, ma è solo una piccolissima parte del lavoro psicologico post-emergenza.
Gran parte del lavoro dovrà essere invece di tipo psicosociale, comunitario,
di empowerment sociale.
Nei prossimi mesi, passata l'emergenza acuta e superata la fase di Legge 194,
per tutti gli psicologi che lo vorranno ci saranno quindi molte possibilità per prestare aiuto, ed implementare la propria professionalità gratuitamente a supporto della popolazione abruzzese (in ambito clinico, sociale, di psicologia di comunità).
E nel medio termine, tutte le componenti della professione (Ordini,
Università, Associazioni Professionali, Scuole, etc.), potranno (e
dovrebbero?) dare un contributo volontario importante, nei propri ambiti di
pertinenza.
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