07 ottobre 2006

Materiali - Lab. 2 - Formazione e Selezione Volontari

Laboratorio 2: Formazione dei Soccorritori e Selezione dei Volontari

Un numero elevato di esperienze e metodologie di lavoro si sono mescolate e confrontate dando luogo - nonostante l'esiguità del tempo a disposizione - a scambi significativi che rientrano nel campo della psicologia applicata e fanno riferimento a più scuole e orientamenti teorici.
Tali contributi e punti di vista – a volte anche antitetici -costituiscono una ricchezza alla quale attingere nelle diverse situazioni e contesti di emergenza.
La formazione dei soccorritori è in realtà una formazione che coinvolge persone appartenenti a istituzioni e servizi pubblici, ma anche ad associazioni di volontariato e comunità locali che, con ruoli diversi e specificità professionali e umane, si trovano ad agire prima, durante e successivamente a situazioni di emergenza di varia natura.

Le variabili soggettive dell'attività di soccorso, la qualità della prestazione e il ruolo che la psicologia applicata possono svolgere per sostenere istituzioni, organizzazioni, gruppi, professionisti e volontari sono stati oggetto di riflessioni.
Molti i punti di convergenza dei diversi tavoli di lavoro, da cui nascono alcuni messaggi chiave in tema di formazione e selezione:

1- Il valore del “rispetto” inteso come valore fondante e centrale da declinare e definire nella pratica all’interno di scelte in capo ad organizzazioni, persone, situazioni;

2 - L’indispensabilità di individuare azioni in grado di rendere noti e accettabili i contributi che la psicologia può offrire al mondo delle professioni in genere, e quindi anche a realtà del “soccorso” che, per tradizione, eludono approcci in tal senso;

3 - L’importanza di attivare scambi reali tra i diversi attori che agiscono nelle emergenze per fare in modo di costruire vocabolari e conoscenze condivise a cui ognuno possa attingere per comprendere, descrivere e mettere in comune esperienze ed emozioni;

4 - L’importanza di distinguere le richieste indirizzate alla formazione dai bisogni formativi realmente presenti e dalle prerogative individuali alla base di ogni apprendimento;

5 - La necessità di passare dal concetto di “selezione” (l’uomo giusto al posto giusto) a quelli di “accoglimento” “informazione” “orientamento” e aprire la riflessione sui processi in grado di valorizzare i potenziali motivazionali e le caratteristiche esistenti nei soccorritori;

6 - L’idea che la disponibilità dei volontari rappresenta comunque una risorsa che va accolta e che si accosta alla necessità formativa di mettere in atto iniziative che non possono prescindere dal considerare le diverse variabili che entrano in gioco quando l’individuo si interfaccia con un’organizzazione;

7 - L’importanza di riflettere sulla formazione dei soccorritori considerandola come un processo di azioni, ma anche di omissioni che agiscono all’interno di tempi e si
collocano a livello di gruppo, di individuo, di organizzazione dando origine a
comportamenti che possono costituirsi come indicatori di verifica;

8 - L’idea forte che la formazione alle emergenze debba essere orientata a creare una
cultura della prevenzione che non può fare a meno di “nutrirsi” di piani di
comportamento definito, di sensibilità e azioni consapevoli che solo dopo esser stati
ben descritti, possono essere trasferiti al fine di permettere un’assimilazione da parte dei diversi mondi presenti nel territorio (popolazione, genitori, insegnanti, ragazzi, bambini, ecc.).

Manuela Bailoni, Delfo Bonenti, Giampaolo Libardi, Vittorio Tripeni

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