08 ottobre 2009

Convegno sulle persone scomparse: le sfide della psicologia dell'emergenza

Questo sabato (10 ottobre) si terrà a Belluno un interessante convegno, su un tema di particolare interesse per la psicologia dell'emergenza: il sostegno integrato alle famiglie delle persone disperse e scomparse (psicologico, legale, di ricerca e soccorso).

Il Convegno, organizzato congiuntamente dal CNSAS e da Penelope Italia, si terrà presso l'Auditorium Comunale di Belluno, dalle 9.00 alle 13.00; maggiori informazioni, programma, e relativa locandina qui e qui.

Il "trauma" del lutto "inelaborabile" di un parente che "scompare", e che da un giorno all'altro cessa di essere presente alla sua rete sociale e famigliare, è molto particolare, e si differenzia da altri tipi di sofferenza emotiva proprio per l'indeterminatezza che lo caratterizza.

La separazione simbolica dal soggetto assente diviene impossibile "in assenza di una presenza" (di un corpo, una certezza di morte, un'informazione che confermi la chiusura simbolica del percorso affettivo-relazionale).

L'ambivalenza di speranza e angoscia che quindi caratterizza queste situazioni, e che impedisce - anche dopo molto tempo dalla scomparsa - di avviare un'elaborazione adeguata del significato dell'evento, o del possibile lutto, lo rendono una situazione molto anomala anche per il clinico esperto.

Al contempo, la necessità di focalizzare le ineludibili dimensioni sistemico-relazionali, assai complesse, che sono tipiche di queste situazioni, rende necessaria una preparazione vasta ed articolata per i colleghi che se ne intendono occupare (la classica formazione psicotraumatologica individuale, insomma, se troppo rigida, per certi aspetti rischia di mostrare dei limiti funzionali davanti a situazioni così specifiche e complesse).

Su un altro versante, l'occasione del Convegno è utile per riflettere su quelli che possono essere, tangenzialmente, anche dei contributi "non strettamente clinici" della psicologia all'attività di ricerca di persone scomparse. Ad esempio, lo studio dei pattern abituali di "wayfinding" ed orientamento spaziale di pazienti con deterioramenti cognitivi, diviene di preziosa utilità per facilitare e direzionare in maniera razionale le operazioni di ricerca e soccorso. Un contributo psicologico rilevante, che non deriva dalla tradizione clinica, ma che non di meno rappresenta un potenziale applicativo notevole della psicologia dell'emergenza modernamente intesa.

Insomma, la psicologia dell'emergenza gioca come sempre la sua importante sfida identitaria sia sulla clinica (ed a volte su "forme della clinica inattese" e poco conosciute), che sui suoi possibili contributi "non-clinici", di interessanti potenzialità operative e sociali.

Luca Pezzullo

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