07 maggio 2005

La Percezione dei Rischi e la ricerca cognitivista...

E' uscito da poco un volumetto piuttosto interessante:

"Nuovi Rischi, Vecchie Paure"
di L.Savadori e R.Rumiati,
Il Mulino, 2005 (208 pagg., 12,50 euro).

Il libro presenta due aspetti stimolanti: una copertina con un bellissimo gatto nero (scusatemi, ma ho un'insana passione per i felini !) e, soprattutto, la capacità di esporre in maniera semplice, divulgativa e sintetica lo stato dell'arte della riflessione cognitivista sulla percezione e valutazione dei Rischi.

Il volume analizza una serie di casi e ricerche classiche in maniera chiara ed accessibile anche al lettore non specialista, ampliando poi la riflessione sulle più recenti ricerche relative alla "Affect Heuristic", l'importante euristica (cioè la strategia cognitiva di ragionamento) studiata in anni recenti dal gruppo di Slovic e della Finucane. Slovic è il fondatore del gruppo di ricerca dell'Università dell'Oregon noto per aver fornito i contributi principali essenziali al cosiddetto "Paradigma Psicometrico" della Risk Perception.

La Risk Perception è uno dei settori di maggiore interesse della psicologia dell'emergenza; più che occuparsi dei temi "clinici" (come la psicoterapia del trauma), la ricerca sulla percezione dei rischi approfondisce il tema della rappresentazione cognitiva ed emotiva dei "rischi", cercando di capire "come ci rappresentiamo i rischi" e come i nostri comportamenti di fronteggiamento, prevenzione o protezione, anche a livello collettivo, dipendano da queste rappresentazioni mentali.

Il paradigma psicometrico, per molti motivi (in primis, per la sua "omogeneità epistemologica e metodologica" con gli assunti di base del mainstream cognitivista della ricerca psicologica anglosassone), ha assunto un ruolo di primo piano in questo tipo di studi, e la "Affect Heuristic" è il suo frutto più recente.

Come sa bene chi mi conosce, personalmente non amo molto la vena "iper-razionalista" e funzionalista presente in tutto l'approccio psicometrico; l'Affect Heuristic rappresenta però forse una prima apertura degli approcci rigidamente cognitivisti della Risk Perception classica verso temi e modelli teorici più "flessibili" ed attenti alle dinamiche emotive, soggettive e simboliche del rischio e dell'emergenza.

Il libro espone bene questa linea di studio, ed offre anche ai non psicologi la possibilità di approfondire questi temi, in maniera interessante e piacevole.

Un saluto,
Luca

Nessun commento: