12 febbraio 2005

Psicologi dell'emergenza ed altre discipline

Gli psicologi dell'emergenza "frequentano" altre discipline scientifiche ?
Il dubbio è lecito, perchè a livello internazionale, nei vari appuntamenti scientifici sul rischio, la sicurezza e l'emergenza, di psicologi se ne vedono sempre pochi. Prendiamo ad esempio l'ultimo incontro annuale SRA-E (Society for Risk Analysis Europe), che si è tenuto a Parigi a novembre. Si tratta forse del più importante incontro interdisciplinare di studi sul rischio e l'emergenza che si tenga in Europa. C'erano tutti: ingegneri che parlavano con i sociologi, economisti che parlavano con i geologi, medici che parlavano con i metereologi, chimici che parlavano con gli avvocati, architetti che parlavano con i geografi. Tutte le professionalità che, pur trasversalmente, vengono investite a vario titolo nella "gestione dell'emergenza" si confrontavano ampiamente e con poche "barriere di specie" tra di loro.
E gli psicologi, che pure si vorrebbero "esperti integratori di saperi differenti" ?
Ce ne erano ben 3 (si, tre), e così facendo hanno lasciato a ragionare di psicologia delle emergenze gli ingegneri ed i sociologi.
Fate un salto e divertitevi con gli atti del Convegno: Sra-E 2004

Ah, quest'anno l'appuntamento SRA-E è in settembre a Como. Andrà meglio ?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve,
mi chiamo Sergio Bovini e sono laureando all'Interfacoltà di Coordinamento delle Attività di Protezione Civile, con elaborato finale sulla Psicologia dell'Emergenza.
In qualità di consulente in ambito di Protezione Civile mi sento fortemente di concordare con la sua posizione, particolarmente in quella dello sviluppo della cosiddetta "ottica trasversale" necessaria per risolvere le varie problematiche nei differenti contesti dell'emergenza. In particolar modo vorrei sottolineare anche l'importanza di operare a livello preventivo nei cosiddetti "tempi di pace", laddove più che mai è necessaria un'ottica relazionale-comunicativa per poter finalizzare utili programmi di prevenzione e di informazione.
Detto questo concordo anche con la necessità di un confronto sempre più aperto tra psicologi ed altre figure di operatori dell'emergenza, per una serena costruzione di esperienze utili ad abbozzare modelli di intervento nei più svariati contesti.
Mi auguro di aver stimolato l'inizio di un confronto e di una costruttiva collaborazione; in tale prospettiva sono a vostra completa disposizione. Grazie e buon lavoro a tutti.
Sergio Bovini
adler@geologi.it

Anonimo ha detto...

D'accordissimo con quanto osservano Sergio Bovini e Piero Visentini; la collaborazione transdisciplinare è essenziale in un settore che è radicalmente "privo di confini netti" tra un ambito funzionale e l'altro.

La Protezione Civile, di fatto, è un "sistema di sistemi", una modalità di "pensare e coordinare in maniera diversa" le risorse ordinarie e straordinarie già esistenti sul territorio.
A questo proposito, proprio come esempio dell'integrazione transdisciplinare che coinvolge la psicologia dell'emergenza, mi piace citare un articolo cui sono piuttosto affezionato:

http://www.psychomedia.it/pm/grpind/social/paton-it.htm

(La Riduzione del Rischio Vulcanico: integrare le prospettive psicologiche e geologiche)

Un saluto,
Luca Pezzullo