16 febbraio 2005

Peccati originali...

La psicologia dell'emergenza, in Italia, sconta un peccato originale.
Molti pensano che sia una moda, una delle tante piccole novità che ogni tanto emergono nell'orizzonte professionale, con poca o nulla sostanza ma illudendo un pò di colleghi disoccupati o in crisi di identità. Qualcuno, in effetti, l'ha interpretata così, e purtroppo se ne sono visti i nefasti effetti. Ma la psicologia dell'emergenza, per come sta emergendo in molti contesti, è qualcosa di molto più e di diverso rispetto a questo.

E' una psicologia trasversale. Ovvero, rappresenta un modo potenzialmente nuovo e interessante di riconcettualizzare temi, metodi e contenuti di molte altre branche della psicologia di base ed applicata. Se non facciamo l'errore grave di identificare la psicologia dell'emergenza con la psicoterapia del trauma, che è tutta un'altra cosa, ci rendiamo conto facilmente che nella psicologia dell'emergenza, necessariamente, rientrano numerosi contributi e prospettive metodologiche di altri settori delle scienze psi: dalla psicologia della comunicazione alla psicologia dei gruppi, dalla psicologia cognitiva ai modelli dinamici della clinica, dalla psicopatologia dello sviluppo alla psicologia culturale... molte delle tradizioni di ricerca più importanti della psicologia hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo di modelli autenticamente integrati e trasversali per il lavoro sull'emergenza.

Ovviamente, questo non significa fare un confuso eclettismo affastellatorio, anzi...
Significa, al contrario, saper discriminare lucidamente tra le ben differenti prospettive epistemologiche che fondano i diversi tipi di contributi, le diverse teorie ed i diversi modelli, focalizzandone gli "spazi di movimento e intersezione possibili", proprio alla luce curiosa delle ineludibili specificità dell'Emergenza.
E' un'operazione concettualmente complessa ma operazionalmente inevitabile se si vuole fare della "buona psicologia" dell'emergenza: dobbiamo quindi noi psicologi per primi riportare forti spazi di pensiero in un settore, come quello dei modelli di intervento in emergenza, che è finalizzato proprio a creare spazi di pensiero in situazioni in cui il "Pensare" viene di solito eliso e negato dall'ansia e dall'urgenza del "Fare una qualunque cosa subito".

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