07 settembre 2006

"CRITERI DI MASSIMA"

SONO STATI FINALMENTE PUBBLICATI IN GAZZETTA UFFICIALE I "CRITERI DI MASSIMA SUGLI INTERVENTI PSICO-SOCIALI DA ATTUARE NELLE CATASTROFI", L'ATTESO DOCUMENTO-QUADRO SULL'INTERVENTO PSICOLOGICO IN EMERGENZA.

G.U. n. 200 del 29/08/2006.
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006
"Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi"


Lo si trova in evidenza sulla pagina http://gazzette.comune.jesi.an.it/index.html, oppure per 60 giorni in http://www.gazzettaufficiale.it/index.jsp cliccando di seguito: Serie Generale, n. 200 del 29-08-2006.


Si accompagna alla notizia una breve analisi, che è stata da poco ricevuta dal Blog.



"La Direttiva emanata dalla Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006 rappresenta una tappa importante nel processo di legittimazione e organizzazione degli interventi psicosociali da parte del Dipartimento di Protezione Civile. L'importanza ed alcune criticità di tale processo vanno tuttavia letti su più livelli interpretativi.

1) IMPORTANZA:

A) Sul piano formale e giuridico, questa direttiva rappresenta un significativo completamento attuativo della precedente direttiva emanata nel 2001 (1) con la quale "l'assistenza psicologica" veniva collocata all'interno della cosiddetta FUNZIONE 2 (Assistenza sanitaria e veterinaria, assistenza sociale). Una principio importante perché per la prima volta in Italia veniva prevista l'ASSISTENZA PSICOLOGICA in caso di catastrofi. Con questa nuova direttiva si può dire concluso il processo di legittimazione della psicologia e della psichiatria negli scenari dell'emergenza e colmato il divario che esisteva tra l'Italia e gli altri paesi occidentali;

B) Sul piano etico e valoriale da questa direttiva risulta un riconoscimento esplicito dei bisogni psicosociali degli individui e delle popolazioni colpite da calamità e disastri e del loro diritto ad essere soccorse anche rispetto a questa dimensione individuale e comunitaria. Ma anche sui bisogni psicosociali dei soccorritori viene posta una nuova attenzione e previsto un aiuto specifico;

C) Sul piano operativo, per la prima volta vengono indicate alle regioni modelli organizzativi che sollecitano la presenza effettiva e non virtuale delle professioni psy (psicologi e psichiatri) del servizio sanitario sullo scenario dell'emergenza accanto ad altri operatori sanitari;

D) Sul piano culturale si deve segnalare l'attenzione posta alle iniziative di formazione degli individui e delle comunità a scopo preventivo;

E) Infine sul piano tecnico-professionale risulta interessante la proposta di un triage psicologico e la sottolineatura data alla preparazione e formazione specifica dei professionisti psicologi e psichiatri dell'emergenza.

2) CRITICITA':

A) La collocazione dell'assistenza psicologica nell'area della Funzione 2 (Sanità), se risulta importante per gli aspetti clinici e psichiatrici, nella pratica operativa rischia d'essere inibente per tutti quegli aspetti non clinici che vengono inclusi dal termine psicosociale e che rappresentano la maggiore espressione dei bisogni dopo un disastro e degli interventi di sostegno agli individui e alle comunità;

B) In questi anni, soprattutto a livello territoriale (Regioni, Province, Comuni) sono state esperimentati e riconosciuti attraverso il volontariato professionale degli psicologi modelli organizzativi forse più duttili ed efficienti di quelli che si potrebbero realizzare con le costituende Equipe Psicosociali dell'Emergenza in ambito del Servizio Sanitario Pubblico notoriamente ancora appesantito da burocrazie, carenza di risorse, conflitti di potere...

C) La possibile integrazione del personale dipendente con "ulteriori risorse identificate nell'ambito di associazioni di volontariato, enti locali, ordini professionali, etc." risulta del tutto convincente, ma l'indicazione appare ancora alquanto vaga e di difficile attuazione pratica;

D) Nell'uso della terminologia "psicosociale", "psicologica", "psichiatrica", appare una certa ambiguità rispetto ai contenuti e alle attività;

E) L'utilizzo della sigla PSIC nella casacca verde potrebbe non essere né di facile lettura né di chiara identificazione: meglio sarebbe stato riservare "psicologo" agli psicologi e "psichiatra" agli psichiatri;

In conclusione ci si augura che questi indirizzi operativi nazionali trovino nelle Regioni non solo una accoglienza sui principi e sui valori, ma anche un'attuazione operativa ed organizzativa più coerente con le positive esperienze effettuate in questi anni, soprattutto nel volontariato professionale degli Psicologi.

(1) Decreto del Ministero dell'Interno 13 febbraio 2001, G.U. n. 81 del 06.04.2001, "Criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi" (Comunicato n.116, Supplemento G.U. n.109 del 12 maggio 2001) con la quale si enunciavano (in forma di principio) all'interno della FUNZIONE 2 (Assistenza sanitaria e veterinaria, assistenza sociale) le "attività di assistenza psicologica e di assistenza sociale alla popolazione" che comprende "assistenza psicologica, igiene mentale, assistenza sociale, domiciliare, geriatrica".
Un anticipo dell'attuazione di tale principio della necessaria "assistenza psicologica" lo si può tuttavia già riscontrare in un altro documento applicativo della Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2006 (G.U. n.87 del 13 aprile 2006): "Indicazioni per il coordinamento operativo di emergenze dovute ad incidenti stradali, ferroviari, aerei e di mare, ad esplosioni e crolli di strutture e ad incidenti con presenze di sostanze pericolose" (G.U. n.101 del 3 maggio 2006)".

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