29 dicembre 2005

Tsunami 2004, l'evoluzione della Psicologia dell'Emergenza Italiana

Il 26 dicembre 2004 lo Tsunami asiatico si abbatteva sulle coste di numerosi paesi affacciati sull'Oceano Indiano, causando oltre 230.000 vittime e circa due milioni di sfollati. I danni all'economia locale, soprattutto in alcune aree già duramente provate dalle lunghe guerre di indipendenza (Sri Lanka, Sumatra), sono stati gravissimi.
Un ottimo repertorio di risorse informative sullo Tsunami del 2004 è questo.

Al contempo, la solidarietà internazionale è stata enorme e si è prodotta in una sorta di forte "atto compensatorio", con un gigantesco afflusso di donazioni, attivazione di progetti importanti, collaborazioni internazionali.
Anche molti psicologi italiani sono stati impegnati dall'emergenza, sia in patria (con il supporto diretto, nelle fasi del rimpatrio, ai sopravvissuti ed ai parenti delle vittime; a Malpensa i colleghi del Servizio Psicologico d'Emergenza dell'OPL/Protezione Civile Lombardia, coordinato da Rita Fioravanzo, ed a Roma i colleghi del Dipartimento ed altri), sia recandosi in loco (in particolare in Sri Lanka), per collaborare a molti tipi di progetto psicosociale finalizzati al sostegno della popolazione.
L'Università Cattolica di Milano (ed il gruppo di Fabio Sbattella in particolare) ha operato a lungo e con impegno su questo versante; molti colleghi sono poi partiti volontariamente per dare il loro contributo e, dato assai importante, per la prima volta il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale ha deciso di inviare sul campo una psicologa, per verificare direttamente la qualità degli interventi psicosociali implementati dalle varie associazioni ed ONG.

Riflettiamoci bene: sono stati interventi numerosi, interventi organizzati, interventi verificati e qualificati, condotti quasi sempre da psicologi non certo "improvvisati" ma anzi con un robusto background formativo nel settore dell'Emergenza. In questo frangente, sia nella fase acuta che nei "meno visibili" ma non meno difficili mesi successivi, gli psicologi dell'emergenza italiani hanno, nella sostanza, operato tanto e bene, ad una scala forse mai raggiunta in passato.

A ripensare all'embrionale, incerta, psicologia dell'emergenza italiana di una decina di anni fa, si ha finalmente la sensazione di essersi avviati, seppur ancora un pò lentamente, sulla strada giusta...

Un saluto ed un augurio di buon 2006 !
Luca

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti, bel blog e un argomento interessante ;-)

Anonimo ha detto...

sei molto bravo. Hai tirato fuori un argomento interessante. mi piacerebbe saperne di piu sulla psicologia dell'emergenza e da neolaureato in psicologia con interesse sulla relazione d'aiuto magari potremmo discutere su eventuali prospettive di formazione e di lavoro se ne conosci.
un saluto
Simone beghi simonebeghi@alice.it

Anonimo ha detto...

Anche io come Simone sono una neolaureata e mi piacerebbe sapere se esistono proposte formative valide relative a tale settore.
Non esiste la possibilità di sviluppare un tirocinio in questo ambito?; magari al fianco di qulche esperto (come osservatori naturalmente) per poter attingere e imparare a più non posso?! :-)

lucchini.eleonora@yahoo.it

Luca Pezzullo ha detto...

Gentile Eleonora (e Simone),

grazie del vostro post.
Il problema della formazione e del lavoro, in merito alla psicologia dell'emergenza, è assai delicato.
Attualmente esistono diverse opportunità formative, legate a vario titolo e con vari approcci alla psicologia dell'emergenza, sia nel pubblico (Università di Padova, Milano-Cattolica, Pavia, Bologna), sia nel privato. Nel privato bisogna sempre muoversi con molta attenzione: accanto a opportunità formative di elevatissimo livello, ve ne sono altre molto "dubbie", di incerto livello scientifico e grande approssimazione.
Anche il livello lavorativo è purtroppo molto complesso, e sarà anzi oggetto di un prossimo post sul blog.
Il mio consiglio, per chi è interessato al settore, è di iniziare appunto a svolgere il tirocinio presso un ente/istituzione che si occupi di emergenza (Pronto Soccorso, Protezione Civile, SUEM-118, etc.), per poi approfondire la propria formazione con la frequenza di un BUON Master, pubblico o privato. Ma ne riparliamo a breve sul blog !
Un saluto,
Luca